Chiesa Cattolica – Italiana

Cento anni fa moriva Benedetto XV, al servizio della pace tra i popoli

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Nel 1854 Genova è scossa da una terribile epidemia di colera. In questo anno, per alcuni tratti simile al drammatico periodo che stiamo vivendo, nasce Giacomo Della Chiesa. È il terzo di quattro figli. Discende da una famiglia di conti, ma non più particolarmente benestante. Viene battezzato nella chiesa parrocchiale di Nostra Signora delle Vigne.

Papa Benedetto XV (foto d’archivio).

Il palazzo di famiglia, sulla Salita di Santa Caterina, si trova nel centro storico attraversato da un dedalo di vicoli che si snodano fino alla zona portuale della città. A quindici anni esprime il desiderio di intraprendere la strada del sacerdozio. Su pressione del padre, si iscrive prima alla facoltà di Giurisprudenza. Dopo la laurea, entra nel Collegio Capranicense di Roma e viene ordinato sacerdote il 21 dicembre 1878. Viene poi ammesso all’Accademia pontificia dei nobili ecclesiastici, dove vengono preparati al servizio diplomatico della Santa Sede i giovani appartenenti a famiglie patrizie. Nel 1883 parte per Madrid come segretario del nunzio apostolico Mariano Rampolla del Tindaro. Consacrato vescovo da Pio X nella Cappella Sistina il 22 dicembre 1907, monsignor Della Chiesa viene poi nominato arcivescovo di Bologna. Il 25 maggio del 1914, come si ricorda nella scheda biografica pubblicata sul sito ufficiale della Santa Sede, viene creato cardinale. Tre mesi dopo, il 20 agosto, muore Papa Pio X. Sono giornate drammatiche: il 28 luglio l’Austria Ungheria aveva dichiarato guerra alla Serbia. Era appena iniziata la Prima Guerra mondiale.

L’elezione al soglio di Pietro e l’orrore della guerra

Nel Conclave, riunitosi il 31 agosto del 1914, viene eletto Papa il cardinale Giacomo Della Chiesa un porporato nominato cardinale da soli tre mesi. Assume il nome di Benedetto XV ed esprime sin dall’inizio del Pontificato il proprio dolore per la tragedia della guerra: nell’esortazione apostolica Ubi primum dell’8 settembre esorta “coloro che reggono le sorti dei popoli a deporre tutti i loro dissidi nell’interesse della società umana”.  “Allorché da questa vetta Apostolica abbiamo rivolto lo sguardo a tutto il gregge del Signore affidato alle Nostre cure – si legge inoltre nel documento – immediatamente l’immane spettacolo di questa guerra Ci ha riempito l’animo di orrore e di amarezza, constatando che tanta parte dell’Europa, devastata dal ferro e dal fuoco, rosseggia del sangue dei cristiani”. Il dramma della guerra è presente anche nella prima enciclica Ad beatissimi apostolorum. “Ogni giorno sottolinea il Pontefice – la terra ridonda di nuovo sangue e si ricopre di morti e feriti”. 

Incoronazione di Benedetto XV.

“Si ponga fine all’inutile strage”

I numerosi appelli di Benedetto XV per la pace restano purtroppo inascoltati. Il 24 maggio del 1915 l’Italia, che si è mantenuta neutrale per quasi un anno, entra in guerra. Il giorno successivo, scrivendo al cardinale Serafino Vannutelli, decano del Sacro Collegio, Benedetto XV esprime in una lettera la propria amarezza per il fatto che non è stata recepita la sua invocazione alla pace: “La guerra continua ad insanguinare l’Europa, e neppur si rifugge in terra ed in mare da mezzi di offesa contrari alle leggi dell’umanità ed al diritto internazionale. E quasi ciò non bastasse, il terribile incendio si è esteso anche alla Nostra diletta Italia, facendo purtroppo temere anche per essa quella sequela di lagrime e disastri che suole accompagnare ogni guerra”. Il 28 luglio del 1915, nel primo anniversario dello scoppio della guerra, il Pontefice indirizza a tutti i popoli belligeranti un’accorata esortazione perché si ponga termine al conflitto. Un’orrenda carneficina, scrive, “ormai da un anno disonora l’Europa”: “È sangue fraterno quello che si versa sulla terra e sui mari”. Nel 1916, parlando al sacro Collegio Cardinalizio , invoca ancora una volta “quella pace giusta e durevole che deve mettere fine agli orrori della guerra”. Ma il conflitto continua e il primo agosto del 1917 invia “ai capi dei popoli belligeranti” una lettera nella quale chiede che si ponga fine a quelle che definisce una “inutile strage”. “Riflettete – scrive Benedetto XV – alla vostra gravissima responsabilità dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini”.

Prima guerra mondiale (foto d’archivio).

La fine della Prima Guerra mondiale

Oltre agli appelli per la pace, il pontificato di Benedetto XV è scandito anche da eventi importanti nella vita della Chiesa. Con la Bolla Providentissima Mater del 27 maggio del 1917 promulga il nuovo Codice di Diritto canonico, già auspicato dal Concilio Vaticano e voluto da Pio X. Con il Motu proprio Dei providentis del 1° maggio 1917 istituisce la Sacra Congregazione per la Chiesa Orientale. Poi arriva finalmente un momento tanto atteso. La fine della guerra, invocata incessantemente dal Pontefice, giunge nel 1918. Il Papa apre la lettera enciclica Quod iam diu del 1° dicembre 1918 con queste parole: “Il giorno che il mondo intero aspettava ansiosamente da tanto tempo e che tutta la cristianità implorava con tante fervide preghiere, e che Noi, interpreti del comune dolore, andavamo incessantemente invocando per il bene di tutti, ecco, in un momento è arrivato: tacciono finalmente le armi”. Nel 1919 si apre a Parigi la Conferenza internazionale della pace. In vista di questo cruciale appuntamento, nell’enciclica Quod iam diu il Papa auspica che vengano adottate decisioni fondate sui princìpi cristiani della giustizia. I cattolici, “che debbono per coscienza favorire ordine e progresso civile, hanno il dovere – sottolinea nel 1918 – di invocare su coloro che parteciperanno alla Conferenza della pace la sapiente assistenza del Signore”.

Papa Giacomo Della Chiesa

Si depongano non solo le armi ma anche odi e rancori

Dopo la fine del primo conflitto mondiale, Benedetto XV non nasconde la propria amarezza per i rancori che dividono i popoli. Nell’enciclica Pacem, Dei munus del 23 maggio del 1920 ricorda che la pace ha cominciato “a risplendere sui popoli”. “Restano tuttavia i germi di antiche inimicizie”. Nessuna pace, scrive il Papa, può consolidarsi se “non si placano gli odi e i rancori per mezzo di una riconciliazione fondata sulla vicendevole carità”. E sono molteplici le piaghe che affliggono le nazioni. Il 24 gennaio del 1921 ricorda che l’Austria “si dibatte tra gli orrori della miseria e della disperazione”. Il pensiero del Pontefice è rivolto anche al popolo russo colpito dalla fame e dalle epidemie. Nella lettera del 5 agosto del 1921 il Papa manifesta la propria preoccupazione: “Dal bacino del Volga molti milioni di uomini invocano, dinanzi alla morte più terribile, il soccorso dell’umanità”.

Annullamento del non expedit

Anche in Italia, dove sopravvivono fra lo Stato e la Santa Sede i contrasti nati a seguito degli eventi di Porta Pia del 1870, i gruppi politici sono in conflitto. Con lo scopo di attenuarli, il Papa – parlando il 3 marzo del 1919 alle Giunte Diocesane d’Italia – annulla di fatto il “non expedit” che, a seguito del decreto 10 settembre 1874, vietava ai cattolici di partecipare alle elezioni e alla vita politica. Questa decisione anticipa il Concordato Lateranense che verrà firmato l’11 febbraio del 1929. È la riconciliazione tra i popoli e nella società il richiamo costante di Benedetto XV. Il 25 luglio del 1921 invita in particolare gli italiani a recitare la preghiera “O Dio di bontà, da lui composta, con la quale invoca il Signore e la Madonna a favorire la riconciliazione nazionale e la concordia nel Paese”. Colpito da broncopolmonite, Papa Benedetto muore il 22 gennaio 1922.

Tomba di Benedetto XV nelle Grotte Vaticane.

Una statua a Istanbul

Nel cortile della cattedrale dello Spirito Santo di Istanbul si erge una statua a lui dedicata, che ne ricorda il grande impegno per la pace. Sotto il monumento si legge: “Al grande Pontefice dell’ora tragica mondiale Benedetto XV, benefattore dei popoli senza distinzione di nazionalità e di religione, in segno di riconoscenza, l’Oriente (1914-1919)”. Dall’Archivio della Delegazione apostolica di Istanbul, ora negli Archivi Vaticani, emerge anche “che Benedetto XV chiese al delegato pontificio monsignor Angelo Maria Dolci, di intervenire presso l’esercito francese per chiedere di trattare umanamente i prigionieri turchi e di non vendicarsi su di loro. Fece anche aprire un ospedale per questi militari feriti”.

Statua di Benedetto XV nel cortile della cattedrale dello Spirito Santo ad Istanbul.

Sulle orme di Benedetto XV

Un altro Pontefice pone in particolare il proprio ministero petrino sulle orme di Papa Giacomo Della Chiesa. Durante l’udienza generale del 27 aprile del 2005 , Benedetto XVI spiega con queste parole la scelta del suo nome: “In questo primo incontro vorrei anzitutto soffermarmi sul nome che ho scelto divenendo Vescovo di Roma e pastore universale della Chiesa. Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato Pontefice Benedetto XV che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste”.

A cento anni dalla morte del Papa genovese

Dal 20 al 22 gennaio 2022, presso l’Aula Magna dell’Albergo dei Poveri a Genova, si tiene in occasione del centesimo anniversario dalla morte di Benedetto XV, il convegno nazionale di studi dal titolo “Benedetto XV e il Suo tempo. A cento anni dalla morte del Papa genovese”. L’iniziativa è organizzata dal Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Genova con il patrocinio anche dell’arcidiocesi di Genova. Dopo la Messa presieduta dall’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca, il convegno si conclude con la mostra “Carità e assistenza a Genova ai tempi di Benedetto XV”. A Roma è prevista inoltre, sempre nella giornata del 22 gennaio, una Messa di ringraziamento, alle 16, nella Basilica di San Pietro con cui la Confraternita di San Giovanni Battista de’ Genovesi in Roma ricorda con gratitudine Papa Giacomo Della Chiesa. Presiede la celberazione monsignor Sergio Simonetti, officiale presso la Congregazione delle Cause dei Santi. Il Comitato Papa Pacelli – Associazione Pio XII ricorda infine il Pontefice genovese con una Messa alle 18 nella Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma, celebrata dal cardinale Dominique Mamberti, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. È stato Benedetto XV, il 13 maggio del 1917, a consacrare vescovo Eugenio Pacelli, salito al soglio di Pietro con il nome di Pio XII nel 1939. Entrambi, a meno di trent’anni di distanza, hanno cercato di scongiurare il dramma della guerra mondiale elevando preghiere e appelli per la pace. Ma non sono stati ascoltati.

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