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Annunciare il Vangelo in maniera audace e creativa perché la Chiesa cammini libera, uscendo, servendo “la cultura dell’incontro” perché “è tempo di martirio e di profezia”. Così i vescovi che hanno preso parte all’Assemblea straordinaria del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam) tenutasi a Bogotà. Nel messaggio si parla anche di una Chiesa “sensibile al dolore e alle gioie dei popoli del continente”.
Da qui l’appello a “porre fine al clericalismo e a ogni forma di abuso”, per i quali l’Assemblea del Celam si impegna a favorire la consultazione e il discernimento comunitario, consapevole dell’importanza della partecipazione dei laici nei processi decisionali. Un ascolto che diventa comunitario, nello stile sinodale, riaffermando però “l’opzione preferenziale per i poveri e la denuncia di tutto ciò che può intaccare la loro dignità”. Il documento si conclude con un appello al dialogo, al rispetto delle differenze senza paura di perdere l’identità, con la speranza che in tempi di conflitto armato, morte e desolazione, l’America Latina e i Caraibi si pongano come “spazi di pace e di vera fratellanza”.
All’Assemblea ha preso parte anche il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha ribadito l’importanza di accogliere, proteggere, promuovere e integrare le persone che migrano. Ha fatto cenno al suo viaggio in Ucraina, su mandato del Papa, sottolineandone il valore e ribadendo che “la Chiesa coglie le gioie e le speranze, i dolori e le angosce degli uomini di oggi, soprattutto dei poveri e di coloro che soffrono” ma è chiamata a diffondere la buona notizia”. Sul messaggio evangelico al mondo si è soffermato monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, presentando la riforma dei media vaticani. “Spetta soprattutto a noi, pastori della Chiesa, scoprire – ha affermato – con audacia e prudenza, pur rimanendo fedeli al contenuto, i modi più appropriati ed efficaci per comunicare il messaggio evangelico agli uomini del nostro tempo”.