Caritas: la Chiesa chiede di sospendere gli sfratti nell’anno del Giubileo

Vatican News

Non un’emergenza, ma un fenomeno strutturale

Una città divisa

In generale, sulla base di quanto emerge dal rapporto a Roma ci sono due città che tra di loro non si conoscono, non parlano e camminano su due strade che non si incrociano mai. Pur avendo il terzo reddito medio più alto tra le grandi città dopo Milano e Bologna e con un’economia che continua a crescere, la capitale italiana sperimenta disuguaglianze sempre più marcate, dai 43 mila euro pro capite del II Municipio di Roma Nord ai 17,751 del Municipio VI, quello della periferia est con i quartieri di Tor Bella Monaca, Torre Angela e Torre Maura.

Aumentano le persone raggiunte da Caritas

Seppure con dati più bassi rispetto alla media nazionale, le persone in difficoltà lavorativa, a rischio povertà e in grave deprivazione materiale sono il 17,7%. Una situazione che si rispecchia nel numero degli accessi ai servizi della Caritas diocesane. 24.658 lo scorso, di cui quasi 11 mila per la prima volta, un dato dovuto tanto alla perdita di alcuni sussidi come il reddito di cittadinanza, quanto alla capacità della Caritas di intercettare più persone. Aumentano infatti del 12% gli accessi ai centri di ascolto, superiori anche ai dati riscontrati durante la pandemia. Si tratta soprattutto di donne e di italiani, il 41,5% del totale ma in lieve calo rispetto al 2022. Oltre 11 mila le persone accolte nelle tre mense sociali della Caritas (+21%), mentre sono sostanzialmente stabili i pasti distribuiti per lo più ad italiane, ma anche peruviani – divenuta la seconda nazionalità ad essere assistita -, sudanesi ed egiziani.

Le conseguenze della povertà educativa

Oltre al tema dei 350 insediamenti abusivi come tende e baracche e all’istituzione in maniera provvisoria di alcune tendopoli, l’altro focus su cui si concentra il rapporto della Caritas è quello della povertà educativa e della dispersione scolastica. “La povertà educativa è legata anche alla povertà abitativa ed economica”, ribadisce Trincia, “abbiamo tanti giovani e minori che non hanno accesso agli studi e a volte non hanno anche i mezzi per acquistare materiale didattico. Abbiamo un livello di dispersione scolastica molto grave. La buona notizia è che abbiamo già 48 parrocchie che a Roma hanno attivato il doposcuola e noi come diocesi abbiamo lanciato l’appello ad aprirne almeno 100 nell’anno del Giubileo”.