Antonella Palermo – Città del Vaticano
Sospeso tra le yurte della tradizione nomade e gli avveneristici grattacieli, alla cui architettura hanno contribuito anche noti professionisti italiani, il Kazakhstan è un Paese che riveste sempre maggiore importanza nello scacchiere internazionale sotto il profilo economico e geopolitico.
Dal Papa si attende un messaggio di rispetto del bene comune
Se si pensa che il tema principale dell’Expo internazionale 2017, che ha avuto luogo proprio qui – dopo quella Universale a Milano due anni prima Nutrire il pianeta. Energia per la vita – era L’energia del futuro, si comprende che parlare di Kazakhstan come cornice in cui si ritrovano i leader mondiali delle religioni implichi anche tornare a gettare un focus su questioni socio-economiche di scala globale. In un tempo, quello attuale, in cui l’energia diventa una sorta di arma per ricattare le nazioni, è cruciale ripartire da qui per sottolineare quanto già nei lavori dell’Expo si ribadiva: la chiamata alla responsabilità, la pianificazione del consumo energetico, la sostenibilità ambientale.
Caritas in prima linea per ridurre la forbice tra ricchi e poveri
L’ex-presidente Nazarbayev aveva avviato un processo di privatizzazione delle ricche risorse minerarie del Paese, ma il permanere di gravi difficoltà economiche e la concentrazione delle ricchezze nelle mani di un segmento ristretto della popolazione hanno mantenuto alta la tensione sociale in Kazakhstan. Tensioni che all’inizio di quest’anno sono sfociate in violente proteste scatenate dall’alto costo del carburante. Le proteste si sono risolte nel giro di pochi giorni dopo l’intervento dell’esercito e delle truppe della CSTO guidate da Mosca e la promessa di riforme. Tra le realtà in prima linea nell’assistenza alle fasce più povere e vulnerabili della popolazione, c’è la Caritas nazionale: le sue iniziative comprendono, tra l’altro, servizi sociali in tutto il Paese; la gestione di alcuni orfanotrofi e l’assistenza ai malati Aids. Ne parla a Vatican News con Deborah Castellano Lubov il direttore Padre Guido Trezzani:
Trezzani: il Papa al Congresso, cruciale in questo momento
Trezzani ricorda proprio l’Expo che ebbe luogo nella capitale che aveva portato quattro milioni di visitatori e in cui la Santa Sede partecipava con il padiglione Energy for the common good: Caring for aur common home. È in quest’area che Papa Francesco celebrerà la Messa per la comunità cattolica, esigua ma impegnata in gran parte proprio per favorire il bene comune. I messaggi di allora riguardavano – dice il direttore – non solamente il tema generale della dell’energia, ma anche quello della cura del creato, della casa comune, come atteggiamento di rispetto e di amore non solo verso la natura, ma verso soprattutto chi vive in situazioni di bisogno, di povertà. L’attenzione è rimasta, soprattutto adesso, in questa situazione legata alla guerra in Ucraina. “Ciò che il Papa dice sulla pace e la convivenza di culture e popoli diversi, è un elemento essenziale anche dell’evento a cui lui parteciperà, l’incontro dei leader delle religioni mondiali. Sarà una chiamata alla pace e al dialogo in un momento storico cruciale anche in questa regione. E per cui c’è un’attesa molto forte. Diciamo, più da parte cattolica”, spiega. “È importante contestualmente anche ciò che lui si aspetta da noi. Lascerà un messaggio, una parola che diventerà – spera – una preghiera, una traccia per lavorare nel prossimo futuro”.
In Caritas operatori di ogni etnia e religione
Trezzani precisa che il gruppo che lavora in Caritas è composito e seleziona il personale sulla base delle capacità e della motivazione, non sull’appartenenza religiosa. “È proprio una peculiarità del lavoro caritativo in generale, non solamente della Caritas: questa possibilità di incontrare tutti e di imparare da tutti e di coinvolgere tutti. Ed è interessante e curioso vedere come, per il fatto di essere inseriti nell’ambito di lavoro della Caritas in un modo o in un altro, poi pian piano, incominciano a leggere i documenti del Papa o alcuni brani della Bibbia per capire che cosa c’è dietro”.
I progetti su educazione, sanità, disabili, anziani
Caritas Kazakhstan porta avanti piccoli progetti, dato che in effetti siamo un’organizzazione molto piccola – prosegue – tuttavia sono progetti imponenti nei vari campi della vita sociale della gente. Dall’educazione alla sanità, con massima attenzione a disabili e anziani. Tra gli altri progetti che si stanno sviluppando, quello più significativo in questo momento è il supporto alle famiglie con persone con sindrome di Down, attività avviata nel 2014 con il supporto di un piccolo gruppo di specialisti italiani che li seguono a distanza e periodicamente si rcano nel Paese per le valutazioni dei bambini, per incontrare i genitori, formare specialisti. “Qui è ancora molto, molto lento l’inserimento di bambini o di giovani nel mondo della scuola e del lavoro. Noi abbiamo cominciato, diciamo, nel deserto. C’è una situazione di assoluta ignoranza delle potenzialità sul piano dell’inclusione – osserva Trezzani – per cui in genere si preferisce spesso lasciare un figlio così in un orfanotrofio”. Piano piano bisogna far germogliare una nuova mentalità: una sfida estremamente impegnativa – sottolinea – ma al tempo stesso molto appassionante perché ci dà la misura della ragione per cui siamo qui a operare”.
L’aiuto per gli ucraini a Kiev
Trezzani si sofferma anche sulla consistente comunità ucraina che vive in Kazakhstan. “Abbiamo partecipato alla raccolta di generi alimentari, vestiti, generi di prima necessità che sono stati mandati tramite l’ambasciata ucraina. Sono stati inviati a Kiev”, ricorda e spiega l’impatto della guerra non ha condizionato molto il loro impegno sebbene, dal punto di vista economico, “si risente qui come probabilmente in tutti i paesi del mondo”. Poi precisa che, essendo il Kazakhstan un Paese per natura multinazionale con la presenza di una cospicua comunità russa e ucraina, la guerra “non ha creato per il momento, fortunatamente, tensioni di nessun genere. Siamo qui abbastanza vicini, ma non ci sono. Insomma, non ci sono grosse ripercussioni sulla vita del Paese”.