“Dall’indifferenza alla cura” è il tema del V Convegno nazionale dei cappellani e degli operatori della pastorale penitenziaria che si svolgerà ad Assisi dal 24 al 27 aprile, introdotto da un versetto del Vangelo di Luca: “Lo vide e ne ebbe compassione”. Don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani d’Italia: “Un richiamo all’intera comunità ad essere missionari”
Roberta Barbi – Città del Vaticano
È la sensibilizzazione del mondo “fuori” in vista del grande Giubileo del 2025 che non dimentica i detenuti, il tema al centro della nuova edizione del Convegno dei cappellani e degli operatori di Pastorale carceraria dal titolo “Dall’indifferenza alla cura”, che sta per aprirsi ad Assisi. “Noi che viviamo dentro gli istituti di pena vogliamo rivolgere questo messaggio all’esterno – racconta a Vatican News don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei cappellani d’Italia – questo tema vuole essere un richiamo alla comunità a essere missionari, promotori di questa nuova cultura che deve passare, appunto, dall’indifferenza verso questo mondo alla cura, al prendersene carico che deve essere compito di tutti, non solo di cappellani, operatori e volontari”.
Aspettando il 2025, il Giubileo nelle carceri
Il Giubileo del 2025 sarà tra gli argomenti affrontati durante il convegno; in proposito interverranno monsignor Rino Fischella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, ma anche i capi dipartimento rispettivamente dell’Amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità, dott. Giovanni Russo e dott. Antonio Sangermano: “Con loro rifletteremo su come portare concretamente il Giubileo nei nostri istituti, mentre monsignor Fischella ci darà delle indicazioni spirituali e teologiche – prosegue l’Ispettore dei cappellani – mai come oggi il carcere ha bisogno di speranza e il motto del Giubileo è proprio questo, ‘pellegrini di speranza’, perciò sempre di più dobbiamo essere uomini di speranza che propongono ai ristretti attività giuste per far vivere lo spirito del Giubileo anche ‘dentro’”. In occasione del Giubileo della Misericordia del 2016, don Grimaldi ricorda che Papa Francesco aveva auspicato la presenza di Porte Sante all’interno delle carceri: “Siamo in una fase preparatoria – precisa – ancora non conosciamo il contenuto della Bolla d’indizione del prossimo Anno Santo”.
La giustizia riparativa: un’opportunità connaturata alla Chiesa
La giustizia riparativa sarà un altro grande tema che cappellani e operatori affronteranno in una delle giornate del convegno, grazie alle testimonianze di esperti come il dott. Massimo Verzaro del Centro di giustizia riparativa di Novara e il dott. Juri Nervo di EssereUmani di Torino, ma non solo. “La giustizia riparativa è un lavoro che la Pastorale penitenziaria fa da anni – afferma don Grimaldi – ma è un cammino lento perché ha bisogno di conversione, da entrambe le parti: di chi commette il reato e di chi lo subisce. Noi la proponiamo e l’abbiamo sempre proposta perché è un tipo di giustizia che fa entrare in dialogo chi sbaglia e chi subisce le conseguenze dello sbaglio”. Il tema della giustizia che cura sarà ripreso anche nell’intervento del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, previsto nel terzo giorno di convegno: “Il presidente della Cei aiuta e incoraggia noi cappellani ma soprattutto i vescovi in modo che la Pastorale carceraria sia sempre più integrata nella Pastorale diocesana – conclude l’Ispettore – in molte diocesi ormai ci sono uffici preposti, ma, ripeto, è importante che passi il messaggio per cui è una Pastorale che deve interessare e coinvolgere tutti, perché le fragilità che si riscontrano dentro al carcere sono le stesse fragilità che si trovano nell’uomo che è fuori”.