Davide Dionisi – Città del Vaticano
Le mani che hanno lavorato sono le stesse che hanno realizzato la Croce della Misericordia, l’icona pellegrina che sta facendo tappa in tutti gli istituti di pena italiani. Artefici del cero pasquale consegnato a Papa Francesco, i detenuti della Casa di reclusione di Paliano, in provincia di Frosinone, un istituto ben noto al Pontefice dove, il 13 aprile 2017 celebrò la Messa in Coena Domini.
La visita del Papa nel 2017
L’antica fortezza della famiglia Colonna è davvero un luogo speciale se si pensa che già eventi straordinari come quello di quattro anni fa, hanno caratterizzato le attività trattamentali dell’Istituto. A partire dalla grande Croce di legno, che San Giovanni Paolo II decise di affidare ai ragazzi del Centro Internazionale giovanile San Lorenzo di Roma. Venne portata in spalla dai ragazzi dalla piazza d’armi fino alla cappella del carcere. Paliano è stata tappa, inoltre, del pellegrinaggio della Madonna del Santuario di Fatima e, sempre all’interno delle mura ciclopiche, il Giubileo della Misericordia è stato vissuto con grande intensità. Tanto è vero che nel laboratorio artigianale è stata costruita la “Croce della misericordia”, l’opera degli ospiti artigiani che hanno così voluto inviare il loro messaggio di solidarietà e di vicinanza a tutti i detenuti italiani che patiscono le loro stesse sofferenze. E poi i numerosi incontri di preghiera e le riflessioni sulla Parola di Dio e perfino un ciclo di trasmissioni della Radio Vaticana intitolate “Il Vangelo dentro”.
I nostri ceri per tutti i detenuti
“I segni di quella visita del Papa sono ancora oggi visibili e chi ha vissuto quei momenti ha continuato nel tempo a rispondere concretamente agli appelli che nell’occasione lanciò Francesco. “Il cero ne è l’ennesima testimonianza” commenta Don Raffaele Grimaldi, Ispettore dei Cappellani delle carceri italiane, che insieme alla Direttrice del carcere, Anna Angeletti, lo ha consegnato al Papa nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico. “L’obiettivo è quello di far giungere le opere in tutti gli istituti. Ad oggi hanno accolto il nostro dono già cento case di reclusione. Contestualmente abbiamo voluto portare personalmente a Papa Francesco il cero dei ragazzi perché la collocasse nella sua cappella a Santa Marta, quale ricordo di quello straordinario evento che, insieme a lui, abbiamo vissuto a Paliano”.
“La luce della libertà”
Il cero pasquale, la cui luce è “simbolo di Cristo risorto per disperdere le tenebre del mondo”, è stato realizzato nell’ambito del progetto “La Luce della Libertà”, ed è il primo di una lunga serie. Il laboratorio attrezzato in pochissimo tempo, lavorerà a pieno ritmo per far arrivare le opere ai cappellani di tutta Italia. “Una stanza non utilizzata per anni è diventata la cereria dove i ragazzi hanno imparato questa antica arte” spiega la Direttrice. “Grazie agli insegnamenti di un maestro sono riusciti ad impegnarsi, nonostante le difficoltà dovute al Covid, mantenendo la distanza di sicurezza e assicurando un prodotto di ottima fattura. Mi ha sorpreso la partecipazione di tanti ospiti che, vincendo lo scetticismo iniziale, hanno aderito convintamente manifestando la volontà di proseguire”.
Un altro carcere è possibile
Nell’Istituto di pena di Paliano, carcere che ospita solo una settantina di collaboratori di giustizia, i detenuti sono soprattutto persone e la parola d’ordine per chi lavora al loro fianco è una: rispetto per chi si trova in difficoltà. “Se voi potete dare un aiuto, fare un servizio qui, in carcere, al compagno o alla compagna, fatelo. Perché questo è amore”, è l’invito che Papa Francesco rivolse ai ragazzi in occasione della sua visita. Le risposte continuano ad arrivare a testimonianza che anche da “ristretti” un percorso virtuoso è possibile.