Lettera dell’episcopato canadese a due anni dal pellegrinaggio penitenziale di Francesco. Assunto l’impegno per la raccolta di 30 milioni di dollari canadesi a sostegno di progetti di riconciliazione con le popolazioni locali
di Charles de Pechpeyrou
Risarcimento attraverso un fondo di riconciliazione, accesso facilitato agli archivi diocesani e delle congregazioni religiose missionarie, dialogo con le popolazioni indigene First Nations, Métis e Inuit, proseguimento del cammino di unità e di speranza: sono questi gli impegni elencati dalla Conferenza episcopale canadese nella Lettera al popolo di Dio pubblicata ieri in occasione del secondo anniversario dell’inizio del viaggio apostolico di Papa Francesco nel Paese (24-30 luglio 2022). Durante questo pellegrinaggio penitenziale, ricordano i vescovi, il Pontefice, a un incontro con anziani indigeni ed ex studenti delle scuole residenziali a Maskwacis (Edmonton), «aveva presentato le sue scuse profonde e sincere ai popoli indigeni e aveva chiesto perdono a Dio per la sofferenza sopportata nelle scuole residenziali del Canada». Questo anniversario «ci porta a riflettere sulla profonda tristezza espressa da Papa Francesco a seguito degli effetti devastanti del sistema scolastico residenziale subiti dalle comunità indigene, nonché sul cammino di riconciliazione e di guarigione che abbiamo intrapreso insieme», spiegano i presuli nella lettera.
Per quanto riguarda il sostegno finanziario, l’episcopato informa di essersi impegnato a raccogliere 30 milioni di dollari canadesi a favore di progetti che mirano alla guarigione e alla riconciliazione con i popoli indigeni. Tali progetti sono determinati e scelti dalle popolazioni locali e sono monitorati dall’Indigenous Reconciliation Fund. «Siamo lieti di annunciare che il Fondo ha già raccolto più di 15 milioni di dollari ed è in anticipo sulla sua campagna di raccolta quinquennale», si evidenzia nel documento. «Papa Francesco ha sottolineato l’importanza di scoprire e riconoscere la verità sulle ingiustizie storiche vissute dai sopravvissuti alle scuole residenziali e dalle loro famiglie», afferma la Conferenza episcopale nel presentare il secondo obiettivo che riguarda la trasparenza nell’accesso agli archivi: «La verità deve precedere la riconciliazione e le diocesi sono fortemente incoraggiate a mettere i propri documenti a disposizione dei ricercatori e delle comunità indigene».
Altrettanto importante è l’impegno a favore del dialogo e dell’ascolto: «Abbiamo creato strutture all’interno della Conferenza episcopale per sostenere il dialogo e favorire una migliore comprensione delle tradizioni indigene e dei loro valori culturali, linguistici e spirituali» informano i vescovi del Canada, aggiungendo che inoltre «desideriamo sviluppare collaborazioni accademiche per comprendere e affrontare i concetti comunemente legati alla “dottrina della scoperta”».
È necessario infine includere tutti in un cammino di unità e di speranza, «con trasparenza, umiltà, compassione, pazienza, fiducia reciproca e rispetto», auspica l’episcopato canadese. «Questo è il motivo per cui continueremo ad ascoltare e sostenere i sopravvissuti e le comunità indigene» concludono i vescovi, ringraziando «tutti coloro che ci accompagnano in questo cammino di guarigione e riconciliazione».