Isabella Piro – Città del Vaticano
Mascherine, sapone e gel disinfettante per le mani: sono gli aiuti donati dalla Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale d’Etiopia alle scuole elementari e secondarie allestite nei campi-profughi di Jewi, Itang e Kule, nella parte occidentale del Paese. La distribuzione della donazione, necessaria al contenimento della pandemia da Covid-19, è avvenuta nei giorni 1 e 2 febbraio, in collaborazione con il Vicariato apostolico di Gambella e con il sostegno finanziario dell’Ambasciata del Canada in Etiopia, la quale ha offerto un contributo pari a circa 17mila dollari Usa. “La diffusione del coronavirus resta alta, quindi anche la protezione deve essere altrettanto elevata – ha detto Monsignor Roberto Bergamaschi, Vicario apostolico di Gambella – Purtroppo, nei campi-profughi notiamo che le misure preventive igienico-sanitarie sono poco attuate ed è per questo che è necessario incentivarle, soprattutto tra i giovani studenti”. “Tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità per il bene della comunità”, ha concluso il presule.
Un mese di preghiera per fermare la pandemia
Da ricordare che ad aprile il Consiglio interreligioso dell’Etiopia (Irce), che annovera la Chiesa ortodossa di Tewahdo, il Consiglio supremo degli affari islamici etiopi, la Chiesa cattolica etiope, le Chiese evangeliche, la Chiesa avventista del settimo giorno, la Chiesa evangelica Mekane Yesus e le chiese Kalehiwot, ha indetto uno speciale “Mese di preghiera” per fermare la pandemia da coronavirus nel Paese. Fino al 6 maggio, dunque, la preghiera quotidiana dei rappresentanti dell’Irce è stata trasmessa sui canali della tv nazionale e su alcune stazioni televisive private.
Infine, qualche dato: secondo l’ultimo aggiornamento dell’Unhcr (Alto Commissariato Onu per i rifugiati), al 31 dicembre 2020 i profughi presenti nei campi allestiti in Etiopia erano circa 337mila. Riguardo alla pandemia da coronavirus, invece, ad oggi nel Paese si contano 141mila casi in totale ed oltre 2mila decessi.