Chiesa Cattolica – Italiana

Cammino Laudato si’ in Basilicata: educazione “on the road” all’ecologia integrale

Alessandro Di Bussolo e Debora Donnini – Città del Vaticano

Si ritrovano domenica sera a Castelluccio Inferiore, nell’Appennino lucano meridionale, all’interno del Parco nazionale del Pollino, i 23 partecipanti alla prima route del Progetto Policoro, voluto dalla Conferenza episcopale Italiana nel dicembre 1995 per formare i giovani ad evangelizzare il lavoro e a creare impresa. Tredici seminaristi, sei animatori e animatrici di comunità e quattro membri dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro, tra i quali il direttore don Bruno Bignami, percorreranno in sei giorni 150 chilometri a piedi, da Castelluccio a Policoro, scanditi da momenti di preghiera e riflessione sulle “sette C” della Laudato si’: contemplazione, crisi, conversione, connessioni, cura, comunione, celebrazione.

Le “sette C” dell’Enciclica, da contemplazione a celebrazione

“Si può fare educazione all’ecologia integrale anche ‘on the road’ – chiarisce don Bignami – non rifletteremo sull’Enciclica in modo astratto, ma per immersione. Non con una conferenza che si ascolta e poi si torna a casa, ma vivendo un’esperienza concreta di contemplazione e incontro con il dono del Creato che Dio ci ha fatto e con l’ingegno umano all’opera nel territorio. Attraverso la testimonianza di persone che le ‘sette C’ della Laudato sì le stanno sperimentando all’interno della loro esperienza di lavoro”.

I primi chilometri del cammino Laudato sì dopo Castelluccio Inferiore, sul vecchio tracciato di una ferrovia dismessa

Il 25 anni del Progetto Policoro e il ricordo di don Operti

“In cammino ogni giorno. A piedi con la Laudato si’”, è il nome dato a questa prima route, che vale come campo estivo di formazione per gli animatori del Progetto Policoro, promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, dalla Caritas italiana, dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile e nato dopo il Convegno ecclesiale di Palermo del 1995. Una proposta, ci spiega don Bignami, che è una delle iniziative del 25.mo del Progetto, ma è legata anche alla memoria del torinese don Mario Operti (scomparso nel 2001 a soli 51 anni), allora direttore nazionale dell’Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, capace di convogliare intorno all’iniziativa le migliori energie della Chiesa nel Sud Italia. A condividere il suo sogno, il bresciano don Domenico Sigalini, allora direttore del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile, e il padovano don Giuseppe Pasini, per dieci anni direttore della Caritas italiana, morto nel 2015.

In 130 diocesi e con 180 animatori di comunità

In questi anni il Progetto è cresciuto, arrivando a toccare circa 130 diocesi italiane, con quasi 180 animatori di comunità e il supporto di alcune associazioni. In 25 anni di attività, sono nati più di quattrocento “gesti concreti”: imprese, cooperative, attività commerciali spesso sorte in contesti segnati dalla crisi economica e che hanno preso il via grazie allo strumento del microcredito.

L’incontro con Papa Francesco il 5 giugno 2021

L’evangelizzazione “passa anche attraverso la cura per il lavoro” e per la ripartenza dopo la crisi generata dalla pandemia di Covid-19 serve il coraggio di “sognare insieme”, aveva sottolineato il Papa nel ricevere in udienza, lo scorso giugno, cento giovani delle imprese e cooperative del Progetto Policoro della Cei, che festeggia 25 anni di vita, accompagnati da 20 adulti dell’equipe nazionale e dal cardinale Bassetti. 

ll cammino nella zona di San Giorgio Lucano

Il Cammino Laudato si’, proposta per tutti

Proprio in occasione del venticinquennale del Progetto, si è pensato ad un percorso in terra lucana per tornare alle radici, ma il Covid-19 ha rimandato tutto al 2021. Nonostante questo, dal 24 al 29 agosto 2020, l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei ha sperimentato questo “cammino” delle origini, e ora lo propone come route per seminaristi e animatori. Ma il “Cammino Laudato si’”, creato in collaborazione con la diocesi di Tursi-Lagonegro e il suo vescovo Vincenzo Carmine Orofino, è aperto a tutti i pellegrini, camminatori solitari o in famiglia, parrocchie, gruppi scout, associazioni. L’Ufficio Cei diretto da don Bignami ha preparato un sussidio per la preghiera e la meditazione sui temi della Laudato sì, e l’Ufficio del turismo della diocesi lucana fornisce tutte le informazioni sul percorso e sull’ospitalità.

Dall’Appennino lucano al Mare Ionio

Dall’Appennino in provincia di Potenza porta alla spiaggia ionica di Policoro, nel materano. “Attraversa bellissime cittadine e borghi antichi, custodendo insieme cultura, arte, storia e spiritualità – ricorda don Bruno in un articolo pubblicato nell’ottobre 2020 da L’Osservatore romano – Basti pensare alla figura del beato Domenico Lentini di Lauria, che si incontra nella seconda tappa del percorso”. E descrivendo le bellezze del cammino che ha sperimentato personalmente un anno fa, “150 chilometri di fatica e contemplazione” segnala innanzitutto i primi chilometri, lasciato Castelluccio Inferiore, “che ripercorrono un’antica ferrovia dismessa, oggi trasformata in pista ciclabile, tra buie gallerie, riflessi di luce, fiori, alberi da frutto, aziende agricole e boschi”.

All’orizzonte, il paese di Rotondella, quinta tappa del cammino

Il fascino dei passi, da Lauria a Chiaromonte, fino a Policoro

Poi dal fascino di Lauria, “abbracciata alla montagna, coi ruderi del castello ben in vista”, si passa, attraverso il Valico di Serra Cavallo, a Latronico, rinomato centro termale “nella valle del fiume Sinni, che accompagna il pellegrino fino alla meta”. A Episcopia inizia la salita e la lunga traversata in costa, “nel bosco e con squarci di panorami mozzafiato” fino a Fardella, e alla tappa di Chiaromonte, sede antica del Seminario della diocesi. Il cammino, poi, scende al lago artificiale di Monte Cotugno, risale verso Noepoli e giunge a San Giorgio Lucano. “Da qui, attraverso meravigliosi calanchi appenninici e con un brevissimo passaggio in Calabria, si scollina al passo” dove si trova il rifugio montano Monte Coppolo Valsinni, prima di scendere in mezzo ai boschi fino alla grande fonte che accoglie nel comune di Rotondella, “un borgo gioiello di architettura e di armonia”. L’ultima tappa è in discesa fino alla spiaggia nell’oasi naturalistica di Policoro.

Don Bignami: esperienza viva di contemplazione del Creato

Un’ esperienza “di stupore e contemplazione della natura ma anche delle opere dell’uomo” ci dice ancora don Bignami, che ricorda le parole di Papa Francesco: “Se tu non sai contemplare la natura, sarà molto difficile che saprai contemplare la gente, la bellezza delle persone, il fratello, la sorella”. Di seguito l’intervista che don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, ha rilasciato a Vatican News prima di partire per Castelluccio Inferiore e la route 2021.

Ascolta l’intervista a don Bruno Bignami (Cei – Progetto Policoro)

Don Bruno Bignami, camminare nel creato vivendo 7 giorni dalla contemplazione alla celebrazione. Non c’è modo migliore, forse, per conoscere e interiorizzare la grande Enciclica sull’ambiente di Papa Francesco…

Ci sembrava bello rileggere e riprendere i grandi temi dell’enciclica Laudato si’ dentro un’esperienza concreta di contemplazione, di incontro con il dono del Creato da parte di Dio all’umanità. Quindi da qui nasce questa proposta, nasce l’idea di un cammino intitolato Laudato si’, in memoria anche di don Mario Operti, che è stato il fondatore del Progetto Policoro.

E come si coniuga l’idea di questa route con il Progetto Policoro, che è un progetto molto concreto, di cooperative e esperienze concrete di lavoro?

Tutti gli anni, ogni estate, i giovani del Progetto Policoro sono tenuti a fare un momento di formazione specifica, attraverso campi estivi che vengono proposti da diverse realtà e associazioni che contribuiscono a portare avanti il Progetto stesso. All’interno di queste proposte, noi abbiamo scelto di fare una proposta specifica, per i giovani che lo volevano, sul tema della Dottrina sociale della Chiesa e della Laudato si’ in particolare. Quindi è assolutamente in linea con le proposte che noi facciamo ogni anno anche se è particolarmente impegnativa, sia perché chiede la disponibilità a camminare, sia anche perché è una settimana rispetto ai campi estivi normali che sono solo di 3-4 giorni. È assolutamente in linea con quella che è la nostra proposta di ogni estate: dare l’opportunità di una sorta di full immersion formativa dentro la Dottrina sociale della Chiesa, dentro i temi dell’economia, in maniera da offrire gli strumenti ai giovani, che vogliono crescere all’interno del Progetto Policoro, per accompagnare la nascita di un’impresa.

La discesa da Rotondella verso il mare di Policoro

Una proposta molto impegnativa che però ha suscitato l’interesse e l’attenzione di molti che vi hanno chiesto di partecipare…

Sì, ha riscosso l’interesse di diversi giovani, ma ovviamente noi abbiamo fatto una proposta limitata nei numeri, per i limiti che il Covid oggi ci obbliga ad avere per il distanziamento e per l’impossibilità di utilizzare stanze in comune nei vari luoghi di ospitalità. Però è bello e importante che questa esperienza faccia maturare sempre di più la consapevolezza di come oggi il mondo del lavoro e dell’impresa debba necessariamente avere a cuore i temi dell’ambiente. Cosa che la Laudato si’ ci propone e verso la quale anche la Settimana sociale alla quale ci prepariamo sta in qualche modo disponendoci.

I seminaristi che partecipano al cammino fanno parte di diocesi già coinvolte nel Progetto Policoro o avete allargato l’invito anche alle altre?

Abbiamo allargato l’invito, perché negli anni scorsi, come Ufficio Cei per i problemi sociali e il lavoro, si faceva un convegno estivo per seminaristi, ma negli ultimi anni questa proposta è andata un po’ scemando. E questo non ci sembrava bello, perché è un impoverimento il fatto che i seminaristi non entrino a contatto diretto con la Dottrina sociale della Chiesa. Questo lo vediamo anche nella formazione dei seminari e riteniamo di arricchire questa nostra proposta con questo pezzo mancante. Ai 13 seminaristi coinvolti verrà offerta l’occasione di approfondire la Dottrina sociale della Chiesa e di comprenderne il valore evangelizzatore che mantiene nel contesto del nostro tempo.

Il Cammino Laudato si’ è aperto a tutti i pellegrini

Durante il cammino, come verrà impostata, giorno dopo giorno, la riflessione sulle “sette C” dell’Enciclica?

Con diverse modalità: alcune sono esperienziali, vuol dire che durante il cammino ci fermeremo, per fare momenti particolari, oppure alla fine della tappa. Penso alla veglia alle stelle, penso ad altri appuntamenti molto importanti. Oppure faremo degli incontri, con testimonianze di persone che nei vari luoghi stanno portando avanti quella parola che noi quel giorno proporremo, delle “sette C” dalla Laudato si’. La testimonianza ci aiuterà a capire come quel tema viene già in qualche modo sperimentato, proposto concretamente all’interno di un’esperienza di lavoro. Più che visitare fisicamente delle cooperative, noi abbiamo invitato delle persone e raccontarci la loro l’esperienza. Ci sarà ad esempio un giovane di Matera, Uccio Santochirico, che racconterà la sua bellissima esperienza di una cooperativa sociale che offre opportunità lavorative anche a disabili e attraverso la manualità, attraverso l’esperienza dell’arte, diventa questo un modo per dare opportunità anche a chi normalmente viene messo i margini. Sono esperienze molto concrete che vengono a raccontarci, e noi li ospiteremo dentro il nostro percorso.

Si tratta della prima esperienza di questo tipo, come route per gli animatori del Progetto Policoro. State già pensando al tema per la seconda?

Ci penseremo appena finita questa esperienza: vogliamo fare una verifica, capire come va e poi alla luce di questo anche vedere se si può ripetere. Però ci piacerebbe rifarla, che ci fosse un’opportunità futura di continuare a fare una proposta di questo tipo, che ci pare anche suggestiva, rispetto al modo classico,  “convegnistico”, di vivere le esperienze, che pensiamo abbia fatto un po’ il suo tempo. Cioè quello di sentire una conferenza e poi tornare a casa. Invece qui l’idea è quella, camminando, di aiutarci insieme a raccontare, a condividere e poi a far crescere il desiderio, incontrando gente, di far nascere cose nuove anche dentro i territori, le diocesi, dove il Progetto Policoro è impegnato.

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