Bustillo: il Papa a Marsiglia ha ricordato il Vangelo nel Mediterraneo

Vatican News

Il vescovo di Ajaccio, in Corsica, che riceverà la berretta rossa nel Concistoro del prossimo 30 settembre ripercorre il viaggio di Papa Francesco nella città francese e i forti discorsi del Pontefice sui temi della pace e delle migrazioni. “Se siamo indifferenti gli uni agli altri”, sottolinea, “la nostra umanità decade”

Delphine Allaire – Inviata a Marsiglia

Il Mediterraneo e le sue sfide costituiscono un asse forte del pontificato. In un decennio, il Papa argentino ha compiuto 17 viaggi legati a questo mare: Israele, Turchia, Egitto, Grecia, Cipro, Malta e tanti altri. Ispirandosi questa volta al mare, al porto e al faro della città di Marsiglia, in Francia, il Santo Padre ha delineato un progetto per fare del Mediterraneo “un laboratorio di pace”, aderendo all’idea del cardinale Jean-Marc Aveline di creare una conferenza episcopale del Mediterraneo. Ma è proprio sulla tragedia dei naufragi in mare che il Papa si è soffermato più a lungo, invocando ospitalità e accoglienza dei migranti. Uno dei vescovi francesi presenti a Marsiglia, monsignor François Bustillo, vescovo di Ajaccio in Corsica, che sarà creato cardinale nel corso del prossimo concistoro ordinario del 30 settembre, riflette a Vatican News sugli interventi di Papa Francesco.

A Marsiglia il Papa ha auspicato “un risveglio delle coscienze” per evitare “un naufragio della civiltà” nel Mediterraneo. Come riceve questa chiamata?

Il messaggio di Papa Francesco è stato chiaro, semplice e diretto. Ha parlato di responsabilità, di umanità e ha dichiarato: “Non restiamo indifferenti verso chi soffre”. Mi sembra che in un certo qual modo il messaggio del Papa sia molto diretto perché vuole umanizzare un’umanità che sta perdendo la sua dignità e quasi cadendo nell’animalità. Ricordare certi valori ci spinge verso l’alto. Ciò che dice il Papa può sembrare non molto originale, ma a volte in Francia la gente dice che fa politica, mentre il Papa Francesco ricorda semplicemente il Vangelo: Avevo fame, avevo sete, ero uno straniero, il Buon Samaritano. Ha citato anche i Papi Pio XII e San Paolo VI. Francesco non è un Papa venuto da fuori che inventa cose nuove. Ci ricorda che siamo umani. Se siamo indifferenti gli uni agli altri, la nostra umanità decade. 

La sfida di civiltà del Mediterraneo è stata messa in luce in più occasioni. Qual è la responsabilità della Chiesa in questo luogo geografico e spirituale? 

Il Mediterraneo è un mare il cui lato divertente e da cartolina si vede soprattutto dalla sua sponda settentrionale. Il Mediterraneo è un mare di civiltà. Se troviamo una civiltà capace di generare valori come la fraternità, la pace, la gioia, il dialogo, incontrandosi non in modo giusto, diplomatico o mellifluo, ma in modo vero, penso che l’umanità migliorerà e il nostro Mediterraneo migliorerà.

In Corsica, come si incontrano identità e alterità?

La Corsica è un’isola dalla forte identità e noi ce ne prendiamo cura. È legato a una lingua, a una tradizione religiosa. Ci sono tradizioni locali e credo che sia importante in ogni Paese, in ogni regione, conservare le tradizioni perché ci radicano. È una ricchezza di patrimonio naturale, culturale e spirituale. Non dobbiamo buttarlo dalla finestra, dobbiamo tenerlo. Questo patrimonio deve darci la capacità di dire che abbiamo memoria e radici e che andiamo avanti. Anche noi dobbiamo lasciare un segno nei nostri figli, come i nostri genitori hanno lasciato un segno in noi.

Qual è la sua opinione sull’insegnamento dell’accoglienza di Papa Francesco?

Abbiamo visto le encicliche, il suo modo di parlare, il suo modo di scrivere. Stimola la società a diventare meno robotica, meno meccanica, meno tecnica e a riscoprire la dimensione umana. Da qualche parte ci dice  “Non dimentichiamo che siamo umani, abbiamo un’anima, abbiamo un volto, abbiamo una storia, ognuno ha una sensibilità”. A volte siamo in una logica così violenta e polemica che dimentichiamo che l’altro è un dono. L’altro non è un peso.

Sabato prossimo sarà creato cardinale. Con quale stato d’animo si sta avvicinando a questo concistoro?

Sono rimasto sorpreso dalla nomina, ma siccome non l’ho cercata, non l’ho voluta, penso che l’atteggiamento giusto sia l’accettazione e il distacco. È un regalo. Ho detto di sì. Quando ho cominciato a essere francescano, ho detto sì al sacerdozio, sì all’episcopato. Continuo a dire sì al Signore per servire la Chiesa.