Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Nel nord est del Burkina Faso, l’attacco terroristico di due settimane fa nel villaggio di Solhan, che ha causato 138 morti, uomini, donne e bambini, e una quarantina di feriti, ha fatto salire il numero di persone costrette ad abbandonare le proprie case e che raggiungono i villaggi più sicuri a sud. Sono più di 3300 i nuovi sfollati interni che hanno lasciato le zone più pericolose dopo la strage. L’ Ong delle scuole lasalliane chiamata “Associazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane” (Afec), creata in Burkina Faso tre anni fa, continua a sostenere gli sfollati interni e le tante famiglie che li ospitano e ad accogliere gli studenti profughi nei propri istituti, ma ormai la possibilità di inserire nuovi allievi è molto limitata.
Servono nuove aule per accogliere gli studenti in fuga
A raccontare la situazione a Vatican News è fratel Julien Diarra, 51 anni, burkinabé, visitatore-provinciale del distretto dell’Africa Occidentale (che comprende anche il Niger) del Fratelli delle Scuole Cristiane, che hanno preparato progetti per costruire nuove aule, “e aumentare così la capacità delle nostre scuole situate in aree con alti problemi di sicurezza”. Ma abbiamo bisogno, ci dice, della generosità dei benefattori. Ecco come parla della situazione che si è venuta a creare dopo l’ultimo, terribile, attacco, ad opera di jihadisti legati ad Al Qaeda e allo Stato islamico.
Il Burkina Faso è un Paese multireligioso e multietnico, un tempo noto per la sua coesione sociale, la leggendaria ospitalità e l’allegria degli abitanti. Molte coppie burkinabé sono interreligiose e interetniche. Cioè, la popolazione viveva in tolleranza e pace. Ma dal 2015, il nostro Paese soffre di attacchi terroristici ripetuti, che causano molte vittime (civili e militari), massicci spostamenti di popolazioni, chiusura di scuole e centri sanitari, così come di strutture amministrative. La tragedia di Solhan è l’attacco più sanguinoso che il Paese abbia mai visto, con 138 morti e una quarantina di feriti. Questo ennesimo attacco ha portato desolazione alle famiglie, aggravato la crisi umanitaria, traumatizzato le popolazioni sopravvissute e diffuso la psicosi a livello nazionale, tutte cose che non aiutano la resilienza. Le zone più colpite sono il nord, l’est e il nord-ovest del Paese.
Quali sono le conseguenze di questi attacchi sulla stabilità del Paese e sulla popolazione?
Gli attacchi terroristici hanno causato una crisi umanitaria senza precedenti in Burkina Faso, con una stima di 1.218.754 sfollati interni (Idp), fatta dall’Unhcr. Hanno anche portato alla chiusura di 2.227 scuole, privando circa 303 mila bambini della scuola, e alla chiusura di 76 centri sanitari e al funzionamento minimo di altri 245 centri sanitari, privando quasi 822 mila persone dell’assistenza sanitaria. A questo si aggiunge il trauma dei sopravvissuti e la psicosi generalizzata, oltre al fatto che quasi tutte le regioni del Burkina Faso sono state messe nella “lista nera” dai governi stranieri, che sconsigliano vivamente di venire nel nostro Paese.
Qual è l’impegno delle opere lasalliane per aiutare la popolazione?
La nostra missione come La Salle è un’educazione integrale e di qualità. Negli ultimi tre anni, la nostra Ong chiamata “Associazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane” (Afec) ha sostenuto gli sfollati interni e le famiglie ospitanti, fornendo loro assistenza psicologica, cibo, materiali e prodotti per l’igiene, materiale per dormire, borse di studio per bambini e borse di formazione per giovani e donne. Le nostre varie scuole e centri di formazione, soprattutto quelle situate in aree con alti problemi di sicurezza, accolgono studenti sfollati di cui ci prendiamo cura interamente. Tutta questa assistenza umanitaria è possibile grazie alla generosità dei nostri partner della rete “Lasallian International”, ai quali esprimiamo i nostri ringraziamenti. I terroristi, in nome della loro ideologia, combattono contro l’istruzione. Senza l’istruzione dei giovani, è in gioco il futuro di tutto il Paese. La sfida per noi è quindi quella di continuare ad offrire ai bambini e ai giovani un’educazione di qualità. Tuttavia, di fronte al massiccio afflusso di studenti sfollati, la nostra capacità di accoglierli è al limite. Per questo abbiamo sviluppato un progetto per costruire nuove aule per aumentare la capacità delle nostre scuole situate in aree con alti problemi di sicurezza. Ci auguriamo che questo progetto sia sotenuto dai nostri benefattori.