Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
La Chiesa calabrese si scaglia contro “gli sciagurati piromani”, quegli “assassini ambientali” che ricorrono ad una pratica estranea “ad ogni etica umana e cristiana”. I vescovi della Calabria, e con loro tutta la regione, ancora una volta piangono l’orrore del fuoco che, in pochi giorni, ha distrutto e ucciso. La situazione sembra lentamente migliorare dopo la giornata di ieri, che ha registrato due vittime, nel reggino, dopo le altre due di pochi giorni fa. I roghi sembrerebbero sotto controllo, ma la conta dei danni deve ancora arrivare. Nella zona dell’Aspromonte è ripresa l’attività dei canadair, mentre squadre di soccorso si alternano per combattere il muro di fuoco. Diversi nuclei familiari sono stati evacuati, ieri, anche a Catanzaro, dove è andata perduta una intera pineta, quella di Bosco Li Comuni.
La condanna della Conferenza episcopale
A registrare il bilancio peggiore è l’Aspromonte, con le fiamme che hanno lambito e minacciato le Foreste Vetuste, patrimonio Unesco. Ad essere colpita anche la fascia ionica, in particolare il catanzarese, e la regione Calabria ha chiesto lo stato di emergenza. Ad esprimere il dolore e la condanna della Conferenza episcopale calabra è stato il presidente della Cec, monsignor Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace che, in una nota, scrive di “mano assassina di piromani e di gente che sfrutta le temperature più elevate” per “riaffermare con la violenza del fuoco un dominio sul territorio che si vuole sottratto alla legalità e piegato ad interessi di parte”. Un incendio, prosegue la nota, che “oltre a depredare il corpo vivo della Madre Terra, distrugge migliaia di specie vegetali, rischia di far scomparire per sempre alcune specie animali, dilava il territorio e i corsi d’acqua”. Il vescovo stigmatizza anche “certi atteggiamenti di sufficienza, e talvolta di strafottenza di alcuni cittadini” richiamando ad una coscienza collettiva e ad una più incisiva azione delle istituzioni. “Ricorrere agli incendi – conclude monsignor Bertolone – è del tutto estraneo ad ogni etica umana e cristiana! Il Signore fermi la mano degli sciagurati piromani e dia forza a tutti coloro che stanno lavorando per frenare il disastro”.
Il rettore del santuario di Polsi: c’è una giustizia divina
Parole che trovano conferma in quelle di don Tonino Saraco, rettore del santuario della Madonna di Polsi, nell’Aspromonte, dove le fiamme hanno provocato la chiusura della strada principale.
Molti i fedeli che – racconta don Tonino – hanno dovuto interrompere il pellegrinaggio e tornare a casa. Ad oggi il santuario rimane isolato, ma la situazione è in via di risoluzione. La zona distrutta dell’Aspromonte, spiega don Tonino, è molto vasta, “sono andati distrutti ettari di storia, della nostra storia, della nostra tradizione. Vedere l’Aspromonte bruciare fa veramente molto molto male”, e purtroppo ancora manca la risposta alla domanda di chi sia responsabile di tutta questa tragedia. L’Aspromonte è “un luogo rispettato e amato dalla gente del luogo”, spiega ancora don Tonino che lancia un appello affinché non si abbassi la guardia, per evitare che la situazione peggiori. Secondo il sacerdote, i vescovi calabresi hanno, con la nota, lanciato “quasi una scomunica contro i piromani e il fatto che sono intervenuti significa che la cosa è grave”. Questi reati, conclude don Tonino, “bisogna veramente considerarli dei peccati dinanzi a Dio e all’umanità per cui se anche queste persone riescono a scamparla dinanzi alla giustizia umana, di sicuro dovranno fare i conti con la giustizia divina, perché è un peccato, un peccato”.