È ancora alto l’allarme nello Stato meridionale dove il maltempo ha provocato finora 96 morti, oltre 130 dispersi e centinaia di feriti. L’annuncio di nuove tempeste, a partire da domani, ha messo in allerta le autorità brasiliane che stanno già preparando misure di emergenza
Jessica Jeyamaridas – Città del Vaticano
Rio Grande do Sul sta affrontando la peggiore tragedia ambientale della sua storia, con circa 400 comuni colpiti da un’eccezionale ondata di maltempo e oltre 155 mila persone sfollate, “praticamente la popolazione dell’intero Stato”, ha dichiarato in una conferenza stampa il governatore Eduardo Leite. I meteorologi prevedono che una nuova perturbazione si abbatterà nelle prossime ore sul territorio già martoriato dagli allagamenti. A peggiorare lo scenario c’è la previsione di un brusco calo delle temperature che rappresenta una sfida alla sopravvivenza delle migliaia di famiglie ancora isolate e in difficoltà. Il bilancio delle vittime, intanto, continua a salire: finora si registra la morte di 96 persone.
I soccorsi
Il presidente argentino, Javier Milei, ha annunciato l’invio di aiuti e di attrezzature sanitarie mobili con personale medico nello Stato del Brasile meridionale. “I sindaci del sud avranno un giorno per trasferire le persone dalla zona a rischio, perché tutta l’acqua si propagherà in altre regioni”, ha spiegato Leite. Nel capoluogo, Porto Alegre, il livello del fiume Guaíba rimane sopra i cinque metri e l’aeroporto internazionale Salgado Filho rimarrà chiuso almeno fino alla fine di maggio. Intanto, alla Camera dei deputati è stato approvato il decreto legislativo, deciso dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva, che riconosce lo stato di calamità per tutta la regione colpita dal maltempo.
A rischio i beni di prima necessità
Il Rio Grande do Sul è tra i principali produttori di grano del Brasile. A causa dell’impatto delle inondazioni sui raccolti dello Stato, il Paese potrebbe essere costretto a importare questi prodotti che sono alla base dell’alimentazione locale. A tale scopo, Lula da Silva si è incontrato con il ministro dell’agricoltura, Carlos Fávaro, secondo il quale il governo potrà importare da Paesi come Argentina, Paraguay, Uruguay e Bolivia fino a un milione di tonnellate di riso, per mantenere stabile il prezzo del prodotto sul mercato interno.