Anna Poce- Città del Vaticano
“Non si possono risolvere i problemi con le aggressioni”. Così nella dichiarazione pubblica fatta nei giorni scorsi dal Cbl, l’organismo nazionale della Chiesa boliviana che rappresenta i fedeli laici, in seguito alle proteste di un gruppo di attiviste per l’incoraggiamento dato dalla Chiesa alla bambina di 11 anni di Yapacaní, restata in cinta dopo una violenza perpetrata dal padre del patrigno, a portare avanti la gravidanza. Oggi la bambina è accolta in un centro per madri adolescenti.
Prendersi cura e proteggere la vita
L’organismo ecclesiale ha ricordato al popolo di Dio la vocazione, come laici e ancor più come cittadini, alla cura e alla protezione della vita. “Noi come Chiesa difenderemo sempre la vita dal momento del concepimento, perché è Dio che dà la vita” si legge nel testo. “È imperativo rafforzare i valori umani che ci porteranno a vivere una vita libera dalla violenza, intensificando i nostri sforzi per lottare contro ogni tipo di aggressione nella famiglia e nella nostra società”.
I problemi non si risolvono con la violenza
Ribadendo che non si possono risolvere i problemi con la violenza, il Consiglio ha esortato quindi le istituzioni ad evitare azioni aggressive contro la Chiesa e is uoi membri, invitando al dialogo, ad essere propositivi, aperti all’ascolto, nel rispetto della professione di fede e nella libertà di culto, essendo la Bolivia uno Stato laico.
Essere sale e luce del mondo
Infine, sottolineando come i laici, anche in qualità di cittadini, siano parte attiva della società, e non ci sia in questo una contraddizione, il Cbl ha chiamato tutti i fedeli “ad essere sale e luce del mondo”, e a “fare uno sforzo per essere strumenti di unità e di pace”.
In seguito alle proteste registrate negli ultimi giorni al di fuori delle chiese cattoliche, il presidente della Conferenza episcopale boliviana (CEB) e arcivescovo di Sucre, monsignor Ricardo Centellas dal canto suo, come riporta la stampa locale, si è rivolto alle forze di polizia sollecitandole a proteggere il patrimonio storico, culturale e religioso di Sucre, e ha incoraggiato tutti a seguire la via del dialogo e dell’incontro fraterno.