Sono ripresi in serata i lanci di missili da Gaza dopo la partenza del presidente Usa da Tel Aviv. Biden ha concordato con Israele la possibilità che gli aiuti umanitari a Gaza possano passare dall’Egitto. Rimpallo di accuse tra Israele e Hamas sulle responsabilità del bombardamento dell’ospedale di Gaza in cui sono morte oltre 470 persone. Manifestazioni in Libano, Giordania, Egitto. Sale l’allerta terrorismo in Europa
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Resta altissima la tensione a Gaza da dove questo pomeriggio, subito dopo la ripartenza del presidente degli Stati Uniti Joe Biden dall’aeroporto Ben Gurion, sono ripresi i lanci di razzi sul territorio israeliano. Oggi in conferenza stampa a Tel Aviv l’annuncio del leader Usa: “Israele ha concordato che l’assistenza umanitaria possa iniziare a spostarsi dall’Egitto a Gaza”. “La popolazione di Gaza ha bisogno di cibo, medicine e acqua”, ha aggiunto Biden, sottolineando che “la stragrande maggioranza dei palestinesi non è Hamas”. Da parte sua in una nota il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha fatto sapere che “alla luce della richiesta del presidente americano, Israele non ostacolerà le forniture umanitarie provenienti dall’Egitto, purché si tratti solo di cibo, acqua e medicine per la popolazione civile che si trova nel sud della Striscia di Gaza o che vi si sta spostando, e purché queste forniture non raggiungano Hamas. Qualsiasi rifornimento che raggiunga Hamas sarà ostacolato”. Dure le critiche al provvedimento da parte delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi israeliani che parlano di “un’orribile decisione”.
Biden: aiuti senza precedenti per Israele
Il leader della Casa Bianca ha poi annunciato che questa settimana chiederà al Congresso “un pacchetto di sostegno per la difesa di Israele senza precedenti. Il mondo saprà che Israele è più forte che mai. Se pensate di attaccare Israele”, ha aggiunto il Presidente americano rivolto ai Paesi ostili e promettendo anche aiuti umanitari per la popolazione della striscia di Gaza e in Cisgiordania, pari a 100 milioni di dollari. Secondo Biden Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese, ha commesso atrocità peggiori a quelle dell’Isis e l’attacco del 7 ottobre è equivalente a quanto subito dagli Usa l’11 settembre: la priorità, ha precisato, è garantire il ritorno degli ostaggi vivi.
Strage Ospedale: Israele e Hamas si accusano a vicenda
Il Capo di Stato ha messo anche in guardia Israele dal commettere gli stessi errori che gli Stati Uniti hanno commesso dopo il 2001, quando la rabbia per l’accaduto condizionò le strategie di Washington. Sulla strage di ieri all’ospedale di Gaza, basandosi sui dati del Pentagono, Biden ha dichiarato: “Da quello che ho visto sarebbe stato fatto dall’altra parte e non da Israele”. Hamas continua ad accusare Israele, mentre secondo l’esercito israeliano l’ospedale sarebbe stato colpito da un razzo malfunzionante sparato dalla Jihad Islamica. “I nostri radar – ha detto alla Cnn il tenente colonnello Peter Lerner, portavoce delle forze armate israeliane – hanno tracciato dieci razzi sparati per uccidere gli israeliani e uno non ha funzionato ed è caduto sull’ospedale. Nella comunicazione che abbiamo intercettato uno dei due interlocutori dice che la Jihad islamica palestinese ha lanciato i razzi e uno di questi è caduto subito. Il fatto che anche gli Stati Uniti, con la loro intelligence, lo hanno confermato è incoraggiante, ma noi eravamo certi di quello che sappiamo”. In giornata il ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas ha diffuso il bilancio delle vittime degli attacchi sulla Striscia di Gaza dall’inizio dei combattimenti: 3478 morti. 471 i decessi provocati nell’attacco all’ospedale.
Annullato il viaggio ad Amman, in seguito al rifiuto del presidente palestinese Mahmoud Abbas e del Ministero degli Esteri della Giordania di partecipare al vertice, Biden questa sera parlerà al telefono con il primo e con il presidente egiziano al-Sisi. Intanto gli Stati Uniti hanno posto il veto su una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva una “pausa umanitaria” nel conflitto tra Israele e Hamas, poichè il testo, secondo quanto dichiarato dall’ambasciatore statunitense, “non rispettava il diritto di Israele a difendersi”. Dodici dei 15 membri del Consiglio hanno votato a favore della risoluzione presentata dal Brasile e negoziata per diversi giorni, mentre la Russia e il Regno Unito si sono astenuti. Sempre di oggi è la decisione del Tesoro americano di sanzionare 10 membri di Hamas e una dozzina di individui e otto entita’ per il loro coinvolgimento nello sviluppo dei programmi missilistici e di droni dell’Iran.
Manifestazioni e scontri
Nel frattempo sale la tensione internazionale: secondo il presidente iraniano Ibrahim Raisi gli Stati Uniti sono “complici nei crimini” di Israele a Gaza. “Decine di migliaia di combattenti di Hezbollah sono pronti alla guerra” ha detto oggi in un comizio alla periferia di Beirut un alto rappresentante del Partito alleato dell’Iran. Nel pomeriggio scontri e violenze si sono verificate nei pressi dell’ambasciata degli Stati Uniti nella capitale del Paese dei Cedri dove si è svolta una manifestazione di protesta. L’ambasciata dell’Arabia Saudita in Libano ha invitato i suoi cittadini a “lasciare immediatamente il territorio libanese”. Lo riferisce Al Arabiya. In migliaia hanno protestato anche in diverse città dell’Egitto dove sono stati dichiarati tre giorni di lutto “per le vittime innocenti del bombardamento dell’ospedale di Gaza”. Questa mattina il presidente Abdel Fattah al-Sisi aveva avvertito: “Se chiedo al popolo egiziano di scendere in piazza, saranno milioni”. Manifestazioni si sono svolte anche in Iran, Giordania, Libia, Marocco, Tunisia e Yemen. In Turchia oggi le moschee di tutto il Paese hanno intonato dagli altoparlanti la ‘sela’, il richiamo all’unione e al raccoglimento di tutti i fedeli dinanzi un evento grave, a una minaccia incalzante. Dall’Iraq arriva invece la notizia di un attacco di droni sventato contro la base aerea di Harir, che ospita le forze americane nel nord Paese.
9 Paesi Ue sospendono Schengen
È allerta terrorismo in Europa. 9 Paesi hanno notificato alla Commissione il temporaneo ripristino dei controlli alle frontiere con la sospensione della libera circolazione prevista da Schengen. Oltre all’Italia con i confini sloveni, ci sono Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia. Oggi minacce per la presenza di ordigni sono giunte negli aeroporti francesi di Lille, Lione e Tolosa, evacuati per verifiche. Per la terza volta in cinque giorni, un’allerta bomba ha coinvolto anche la Reggia di Versailles. Il governo francese ha presentato una versione più restrittiva della sua legge sull’immigrazione, che sarà dibattuta in Senato dal 6 novembre. Tensione sempre alta anche in Belgio dove è stato fatto sgomberare l’aeroporto di Ostenda, mentre questa mattina in Germania una sinagoga di Berlino è stata attaccata con bombe molotov. A Roma invece nel quartiere del Ghetto ebraico si è svolta un’esercitazione con prove di evacuazione nella scuola della comunità.