Dal 4 al 14 maggio, per celebrare il trentesimo anniversario del Consiglio locale delle Chiese cristiane della città lagunare, il primo in Italia, si tiene una lettura integrale dal Libro della Genesi all’Apocalisse, che coinvolge più di mille lettori, in diversi luoghi del centro storico e della terraferma, non solo nelle chiese di tutte le confessioni cristiane, ma anche in ospedale e in carcere, in fabbrica e nei parchi pubblici
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Una “maratona” della Parola, con la lettura integrale, a voce alta, della Bibbia, dal primo capitolo Genesi all’ultimo dell’Apocalisse, in dieci giorni, nei luoghi della vita quotidiana, dal mercato alla fabbrica, dall’ospedale ai parchi pubblici, accanto ad un cinema e in chiesa. E’ “Bibbia in città”, l’iniziativa proposta dal Consiglio locale delle Chiese cristiane di Venezia per celebrare i suoi primi 30 anni di vita, nella quale ha coinvolto mille e cento lettori e altrettanti testimoni, che li possono sostituire in caso di difficoltà e per garantire un ascolto anche negli orari di minor partecipazione. Aperta a tutti, anche ai non cristiani e non credenti, già si sono prenotati lettori di queste “categorie”, si svolge dal 4 al 14 maggio, dalle 8.30 alle 22, perché la Bibbia ha qualcosa da dire “anche a chi è curioso delle Scritture o se ne interessa per motivi culturali”, spiega il pastore valdese e metodista di Venezia e Treviso Fabio Traversari, presidente di turno del Consiglio.
Dall’Emporio della solidarietà al Petrolchimico di Marghera
Per i cristiani di tutte le confessioni è l’occasione per ascoltare la Bibbia, non solo la domenica mattina o durante le celebrazioni, “ma nei diversi contesti nel quali viviamo – scrive Traversari nella presentazione dell’iniziativa – ed è rivolta alla società civile e alla città, così da assumere un significato rilevante per la nostra vita”. Dopo l’esordio nell’Emporio della solidarietà di Venezia, nel monastero delle Carmelitane, il giardino del convento dei Carmelitani e la chiesa ortodossa copta, la “Bibbia in città” è dalle 8.30 alle 15,30 di sabato 6 maggio nella sala del Petrolchimico di Marghera, cuore pulsante della Venezia produttiva del secolo scorso, oggi in via di riconversione. E poi sarà anche in ospedale e giovedì 11, per due ore, dalle 15.30 alle 17.30, nel carcere di Santa Maria Maggiore. Il calendario completo degli appuntamenti è su
Il pastore valdese Fabio Traversari, mentre introduce la prima lettura della “Bibbia in città”
Lettura anche in carcere e dibattito finale il 24 maggio
“Solo in questo punto di lettura ci saranno delle limitazioni – chiarisce il pastore valdese – perché nella sezione maschile potranno entrare solo alcuni esponenti del Consiglio delle Chiese che leggeranno insieme ai detenuti”. Martedì 9 maggio, inoltre, nella Chiesa di San Benedetto a Martino, alla lettura seguirà il concerto gospel del coro Joy Singer. L’iniziativa si chiuderà il 14 maggio ma avrà un’appendice il 24, quando al Centro culturale Kolbe di Mestre, alle 17.30, ci sarà un incontro di riflessione sul tema “Perché leggere la Bibbia? La lettura della Bibbia in una società multiculturale”. Interverranno il teologo cattolico Brunetto Salvarani e Yann Redaliè docente emerito di Nuovo Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma.
Il pastore valdese: ascoltare la Parola di Dio insieme ci unisce
“Sarà l’occasione – sottolinea Traversari – per interrogarsi su quali sono, e se ci sono, le diverse prospettive di lettura, oltre a quella credente”. E ai cristiani, questa lettura integrale vuole ricordare, conclude, “che pur nella diversità di stile e riferimenti storici, la Bibbia è un tutt’uno inseparabile, è tutta testimonianza della Parola di Dio e della relazione tra il Signore e il suo popolo”. Le diverse Chiese “hanno spesso diverse interpretazioni della Bibbia, alcune volte queste sono trasversali alle confessioni stesse, ma l’ascoltarla insieme ci unisce”.
Nel 2013 “Bibbia senza sosta” e nel 2018 “Bibbia in cammino”
L’iniziativa si riallaccia a due eventi realizzati per il ventesimo anniversario del Consiglio locale delle Chiese Cristiane di Venezia, nel 2013, con la “Bibbia senza sosta”, lettura continua della Bibbia 24 ore su 24 ore, giorno e notte, che poi si trasformò per i 25 anni, nel 2018, nella “Bibbia in cammino”, una lettura di tutti i libri della Bibbia in chiese di diverse confessioni, in tutta la città di Venezia, centro storico e terraferma. I Consigli, sono organismi che riuniscono rappresentanti delle diverse comunità cristiane presenti sul territorio, e promuovono insieme iniziative ecumeniche a livello locale.
Anna Urbani: la Bibbia non è importante solo per i cristiani
Quello di Venezia è stato il primo a nascere in Italia, nel dicembre del 1993, seguito poi da Milano nel 1998. Ne sono poi seguiti altri 15 in tutta Italia. Nato – spiega nell’intervista Anna Urbani, medico e membro della delegazione cattolica nel Consiglio di Venezia, e in passato presidente dell’organismo – sulla spinta della crescente sensibilità ecumenica ed ispirandosi al modello internazionale del Cec (il Consiglio ecumenico delle Chiese) e dei Consigli ecumenici delle Chiese in sede nazionale. Lo Statuto si apre così: “Il Consiglio è una comunità di Chiese che confessano il Signore Gesù Cristo come Dio e Salvatore secondo le Scritture e per questo cercano insieme di adempiere alla comune vocazione alla gloria di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo”.
Come è nata l’idea di festeggiare questo anniversario, i trent’anni del Consiglio locale delle Chiese cristiane di Venezia, con la “Bibbia in città”?
Perché già da quando il Consiglio locale delle Chiese cristiane di Venezia ha compiuto vent’anni, abbiamo cominciato a leggere integralmente la Bibbia prima giorno e notte poi, per il 25.mo anniversario labbiamo letta nelle diverse chiese che compongono il Consiglio, con la “Bibbia in cammino”. Quest’anno abbiamo deciso di portarla anche in spazi laici, che non sono ecclesiali che non sono delle Chiese. All’interno del Consiglio, parlando fra di noi abbiamo immaginato e pensato che la Bibbia è molto importante per i cristiani, ma è un libro che va conosciuto e va diffuso anche al di là delle Chiese cristiane per la ricchezza di contenuti, di suggerimenti, di storia, di tradizione, e perché può essere una possibilità di dialogo all’interno del mondo cristiano ma non solo. L’idea per quest’anno, per il 30.mo anno della fondazione del Consiglio, è stata quella di farlo durante il giorno, dalla mattina alla sera, in diversi luoghi della città. Quindi Venezia, Mestre, Marghera, Campalto, in chiese ma non solo.
Avete scelto luoghi simbolici della vita quotidiana: il petrolchimico, le carceri, i parchi pubblici…
Ma anche un ospedale, una sede culturale, che è questo centro Candiani, dove c’è anche un circuito cinematografico, che si trova al centro di Mestre. E, come sempre, questa esperienza ha portato a degli incontri prima di tutto con le persone che ci hanno offerto questi spazi, e poi nella faticosa ricerca dei lettori, perché ce ne vogliono più di 1100 per leggere tutta la Bibbia, dal primo versetto all’ultima. E poi ci vogliono almeno altrettanti ascoltatori, perché la Bibbia la leggiamo a voce alta e la leggiamo perché qualcuno ascolti, quindi ci deve sempre essere una platea. Questo per far circolare ovviamente questa parola speciale.
Da organizzatrice che esperienza è stata questo portare la Parola in uscita, come vuole anche Papa Francesco, e cercare questi lettori?
E’ stata da un lato faticosa, perché appunto servono tanti lettori, e però dall’altra è sicuramente arricchente, anche per noi Chiese, per noi cristiani, perché ti rivolgi a tutti e a tutte, non soltanto ai cristiani, alle cristiane, ma cerchi gli studenti che possono essere credenti oppure no, i vicini di casa, cerchi i tuoi parenti, cerchi proprio dappertutto. In fondo sono 5 minuti che chiediamo, perché vogliamo che sia un’esperienza condivisa. Le suore carmelitane da cui siamo andati a leggere alcuni capitoli della Genesi, erano molto contente – loro che sono di clausura – di partecipare anche loro come comunità ospitante di questo piccolo pezzetto di maratona e di percorso che facciamo quest’anno.
Ma chi sono i lettori che hanno risposto alla vostra chiamata?
Quest’anno verrà il patriarca a San Marco, viene anche il presidente della municipalità di Favaro e qualcuno in rappresentanza anche del Sindaco di Venezia, che in questi giorni non ha potuto partecipare ma che abbiamo invitato, perché abbiamo allargato l’invito anche alle istituzioni. Non c’è limite rispetto al fatto di credere o non credere, e io so di persone che conosco, che non sono credenti e che sono comunque venute a leggere la Bibbia. Abbiamo un concerto martedì sera, un concerto gospel e alla fine della lettura di quella giornata per dire che anche attraverso la musica ci parla la Parola di Dio.
E poi c’è anche l’incontro di chiusura del 24 maggio, sul tema de “La lettura della Bibbia in una società multiculturale”…
Sì, in tutte e tre le edizioni abbiamo accompagnato la lettura con un incontro di approfondimento, perché la Bibbia non è sufficiente leggerla: come tutti i libri va anche studiata, capita, approfondita, interpretata, situata nel suo contesto, ripensata e, appunto, riletta nel contesto di oggi. E quindi ci teniamo anche a dire che bisogna anche chiedersi perché, per chi, come e dove. L’incontro di approfondimento serve sicuramente a suscitare altre domande, ma anche a cominciare a dare qualche piccola risposta. Insomma, ai lettori che hanno letto e a tutti quelli che vorranno ascoltare verranno Brunetto Salvarani e Yann Redaliè, che sono un teologo cattolico e un professore valdese di esegesi biblica.
Veniamo al “festeggiato”, cioè il Consiglio locale delle Chiese cristiane di Venezia. Come e perché questa esperienza è partita trent’anni fa proprio da Venezia?
Difficile dirlo in sintesi. Ma penso che Venezia abbia avuto da un lato una tradizione legata ad alcune persone, e probabilmente anche al suo contesto, di essere questo ponte tra Oriente e Occidente e di aver avuto la fortuna e la benedizione di avere come suoi cittadini persone come Maria Vingiani, don Germano Pattaro e il pastore Renzo Bertalot. Queste figure si collocano all’origine di una particolare attenzione che c’è stata in città per l’ecumenismo e il dialogo. Venendo a cosa è accaduto trent’anni fa, anche lì ci sono state molte persone coinvolte. Ne cito solo due: il pastore Eugenio Stretti, della Chiesa valdese di Venezia, e don Giuseppe Visentin, all’epoca vicario generale del patriarcato della Chiesa cattolica. Queste due persone si sono incontrate e grazie probabilmente al terreno che c’era e agli altri fratelli e alle altre sorelle delle stesse loro Chiese e delle altre Chiese cristiane, hanno immaginato che si potesse dar seguito all’esperienza che già si faceva, attraverso il Sae (Segretariato Attività Ecumeniche), il Centro Pattaro, il Centro culturale Cavani. Tante esperienze che si facevano, ma mancava in qualche modo una formula, un pò più istituzionale, che nelle Chiese locali è più facile fare, piuttosto che a livello universale. È stata fatta questa proposta e ci sono state le prime adesioni, che si sono concretizzate nella firma dello Statuto, avvenuta in realtà a dicembre del 1993. Il primo articolo dello Statuto riprende la confessione di fede del Consiglio ecumenico delle Chiese. Oggi ci vediamo circa una volta al mese e curiamo alcuni eventi come la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, la Pentecoste, la preghiera contro la violenza sulle donne. Molte iniziative che noi facciamo sono nate nei contesti confessionali, e a Venezia sono state assunte dal Consiglio locale delle Chiese, di volta in volta. Abbiamo fatto iniziative anche in situazioni purtroppo dolorose, come è successo l’anno scorso con la guerra in Ucraina.