Chiesa Cattolica – Italiana

Belgio, dimesso dallo stato clericale il vescovo Vangheluwe per abusi

Emerito di Bruges, 87 anni, è colpevole di abusi su minore. La Nunziatura di Bruxelles: “Emersi nuovi gravi elementi riportati alla Dottrina della Fede. Il caso riesaminato, ascoltata la difesa del prelato”. La documentazione poi presentata al Papa che ha approvato la pena proposta. L’ex presule ha chiesto di risiedere in un luogo di ritiro, senza contatti col mondo esterno, in penitenza e preghiera

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Si conclude con la dimissione dallo stato clericale il caso, lungo decenni, del vescovo belga Roger Vangheluwe, 87 anni, emerito di Bruges colpevole di abusi sessuali su minore. Papa Francesco – come informa una nota della Nunziatura a Bruxelles – ha inflitto oggi, 21 marzo, la pena al vescovo emerito di Bruges, dimessosi dalla guida della Diocesi ad aprile 2010 dopo essere stato accusato di abusi in passato. Egli stesso aveva ammesso, in particolare, l’abuso su un nipote. I reati a lui imputati erano tuttavia caduti in prescrizione.

Nuovi elementi sul caso

Come informa la nota della Nunziatura di Bruxelles, nel corso degli ultimi mesi, sono emersi “nuovi elementi gravi” riguardanti la vicenda dell’ex presule, “che sono stati riportati al Dicastero per la Dottrina della Fede, rendendo necessaria un riesame del caso”. In seguito a una nuova indagine, il Dicastero ha quindi deciso di ascoltare la difesa del prelato; una volta esaminata, l’8 marzo 2024, la Dottrina della Fede “ha presentato la documentazione al Santo Padre, proponendo la dimissione dallo stato clericale, in conformità all’articolo 26 delle norme Sacramentorum sanctitatis tutela”. Ovvero il motu proprio di Giovanni Paolo II del 2001 sui “delitti più gravi” riservati all’allora Congregazione per la Dottrina della Fede, aggiornato nel 2010 da Benedetto XVI e poi nel 2021 da Francesco.

La decisione del Papa

Durante l’udienza concessa al cardinale Victor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, l’11 marzo – informa ancora la nota della Nunziatura – “Papa Francesco ha accettato la richiesta, ordinando che la pena proposta fosse imposta”. Ieri, 20 marzo, la misura è stata quindi “notificata all’interessato che, prendendo atto della decisione, ha chiesto di poter risiedere in un luogo di ritiro, senza più alcun contatto con il mondo esterno, al fine di dedicarsi alla preghiera e alla penitenza”. Nello stesso comunicato si legge che Papa Francesco “ribadisce la sua vicinanza alle vittime di abusi e il suo impegno affinché questo flagello sia sradicato dalla Chiesa”.

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