Antonella Palermo – Città del Vaticano
I lavori della sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente – che proseguirà fino a mercoledì a Roma – si sono aperti con l’Introduzione del cardinale presidente Gualtiero Bassetti il cui primo pensiero è andato alle vittime della pandemia e ai loro familiari, nonché ai poveri e agli emarginati. I temi posti all’ordine del giorno ruotano tutti attorno alla dimensione dell’ascolto, tanto più che sono i giorni immediatamente successivi alla Domenica della Parola – come ricorda il porporato – istituita per alimentare un ascolto delle Scritture “per praticare la misericordia” (AI, n. 13).
Il cammino sinodale genera entusiasmo nelle comunità
Ricordando l’invito del Papa a uscire dal cortile dell’individualismo per avviarsi insieme verso gli orizzonti grandi della fraternità, Bassetti afferma che “occorre rivolgere orecchie e cuore a Gesù e ai fratelli. È il profilo del credente – spiega – da far maturare in un tempo fortemente caratterizzato dalla paura verso un virus, verso gli altri e, persino, verso la storia”. Cita san Paolo VI e avverte dell’urgenza di testimoni credibili, che nelle relazioni si pongano in ascolto reciproco sincero. Questa è la traccia a cui sta spingendo il cammino sinodale che – rileva Bassetti – “sta generando sempre più entusiasmo nelle comunità”: essere di più in ascolto dei fedeli, siano essi presbiteri, religiosi o laici. “Anche tra loro vediamo annidarsi e talvolta manifestarsi, in modo scomposto, il segno tangibile della paura”, osserva Bassetti. Gli spaesati sembrano soprattutto i giovani – constata – preoccupati per la salute pubblica, per l’economia e, più in generale, per la tenuta sociale del Paese.
Fede, speranza e carità per vivere questo tempo
“Come vivere questo tempo?”: è la domanda diffusa e che il capo dei vescovi raccoglie e fa sua, rispondendo che è necessario farsi forza sui tre capisaldi della fede cristiana: fede, speranza e carità. Sono le tre virtù che servono per non affliggersi per ciò che ci si attendeva e che invece manca; per ciò che avremmo voluto fare e non possiamo più fare; per ciò che abbiamo sempre fatto e ora ci è impedito. “Il nostro ‘ascolto per la misericordia’ deve partire dai suoni e dai rumori che ci sono, cioè dalla realtà concreta, che è sempre abitata dallo Spirito”, ricorda Bassetti.
Accompagnare e sostenere i giovani
Il richiamo alla condizione dei giovani trova appiglio in ciò che espresse il Presidente Mattarella nel messaggio di fine anno, laddove disse loro: ‘non fermatevi, non scoraggiatevi, prendetevi il vostro futuro perché soltanto così lo donerete alla società’. A questo proposito, il cardinale auspica che la proclamazione, da parte dell’Unione europea, del 2022 Anno europeo dei giovani infonda slancio e imprima una inversione di tendenza all’impoverimento delle famiglie e alla denatalità. “Oltre l’80% delle diocesi segnala la prevalenza di povertà e bisogni legati al mondo giovanile”, precisa Bassetti. Non è però venuta meno la voglia di partecipazione e di impegno solidale con migliaia di nuovi volontari, sotto i 34 anni, nelle reti Caritas. Da qui si può far leva per un cambiamento. Ricordando l’appuntamento in programma a Roma il 18 aprile prossimo per l’incontro di Papa Francesco con gli adolescenti italiani, il porporato raccomanda: “A noi il compito di accompagnarli e sostenerli”.
Il grazie a Mattarella e l’auspicio per un nuovo Presidente che unisca il Paese
Il Presidente CEI, ricordando che l’ascolto della realtà non è disincanto o esercizio astratto, ma è un dovere che interpella direttamente anche le responsabilità della politica, non manca di far riferimento alle votazioni, che oggi cominciano, per eleggere il Capo dello Stato. L’auspicio è che il Parlamento in seduta comune colga il desiderio di unità espresso dal Paese. “Lo spirito unitario che anima la stragrande maggioranza degli italiani ha trovato finora un interprete coerente e disinteressato nella persona di Sergio Mattarella, il cui esempio di uomo e di statista si pone ora come un limpido punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione”, scandisce.
L’esempio di David Sassoli
Bassetti, inoltre, ricorda con affetto il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, prematuramente scomparso, in cui “il desiderio comune di dialogo e di solidarietà” ha trovato esemplare manifestazione nell’azione politica. “Sarebbe un’imperdonabile superficialità non dare ascolto a questo sentimento collettivo che trova il suo fondamento nel lascito umano e ideale di Sassoli. Nel suo impegno professionale e come uomo delle istituzioni europee, egli si è sempre speso per una società più solidale e più attenta ai bisogni dei giovani e degli ultimi, sostenendo in ogni sede la necessità di abbattere muri e costruire ponti”, dichiara il porporato.
La preoccupazione per l’Ucraina
Bassetti si mostra molto preoccupato per gli scenari di guerra che si sono fatti “vicini” e pensa in particolare all’Ucraina dove “la situazione geopolitica sta precipitando”. La Chiesa italiana, riunita in modo collegiale, vivrà mercoledì 26 gennaio la giornata di preghiera voluta appositamente dal Papa. Alla luce dei venti di guerra fa appello affinché non si ceda “all’illusione di poterci difendere chiudendoci nei nostri confini, né pensiamo che ciò che accade nel bacino del Mare Nostrum sia qualcosa di cui possiamo disinteressarci”.
L’impegno per la fratellanza nell’Incontro sul Mediterraneo, a Firenze
Manca un mese esatto all’Incontro sul Mediterraneo che riunirà a Firenze, dal 23 al 27 febbraio, vescovi e sindaci di Paesi del Mare Nostrum, a due anni dalla prima edizione svoltasi a Bari. Bassetti ricorda che l’obiettivo va proprio nella direzione di una rinnovata attenzione e di un impegno di dialogo, fondamentali per costruire percorsi di fratellanza. “Non possiamo voltarci dall’altra parte – scandisce – perché la questione ci riguarda: gesti decisivi, come la firma del Trattato contro le armi nucleari, possono aprire grandi orizzonti”.
Le Istituzioni tutelino i redditi medio-bassi
L’attenzione si sposta poi alle questioni economiche della penisola italiana, in sofferenza se si pensa all’inflazione in crescita che “sta suscitando tanto allarme sociale anche perché, se non la si contiene entro limiti fisiologici, essa può diventare una forma occulta e iniqua di tassazione che colpisce soprattutto i redditi medio-bassi, i più esposti all’aumento dei prezzi al consumo”. Bassetti invoca “che le Istituzioni mettano in campo i rimedi possibili a tutela dei più deboli, tanto più a fronte del vistoso incremento delle disuguaglianze provocato dalla pandemia”.
I vaccini ai Paesi poveri siano ‘dono autentico’
Nell’Introduzione del cardinale Bassetti, si menziona anche il rischio che la ‘cultura dello scarto’ crei “il terreno favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi giuridici a difesa della vita umana. Preoccupa – afferma – l’iniziativa referendaria che punta a liberalizzare l’omicidio del consenziente facendo leva su situazioni che richiederebbero ben altro tipo di risposte. È in queste situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita”. E, pensando alla diffusione dei contagi a causa del coronavirus e all’importanza dei vaccini, dichiara che “ciascuno deve farsi carico responsabilmente della salute di chi non può accedere a questo strumento di salvaguardia. È necessario quindi operare congiuntamente affinché, da un lato, si contribuisca ad estendere la copertura vaccinale personale; dall’altro ci si impegni per inviare i vaccini là dove mancano, con un meccanismo di dono autentico ai Paesi poveri”.
“Non possiamo stare a guardare”
In un tempo di “luci e ombre”, il capo dei vescovi avverte i presuli: “non possiamo stare a guardare”. E lancia la sfida: ora serve un qualcosa di più, da trovare nella collegialità. Il suo è, comunque, un grazie commosso verso tanti sacerdoti che hanno prestato conforto e prossimità agli ammalati di Covid-19. E poi c’è anche il grazie ai medici impegnati in trincea per liberare l’umanità dalle sofferrenze, per l’azione di tanti laici e consacrati che sperimentano ogni giorno una reale sinodalità e che infondono speranza. “Bisogna considerare questo momento come tempo di grazia – conclude Bassetti – per aprire le nostre chiese e diventare cellule di vita sulle strade del mondo.