Barbagallo (ASIF): “Nuovi passi in avanti, non dobbiamo abbassare la guardia”

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È stato pubblicato il rapporto dell’ASIF, l’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria, l’istituzione della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano per la supervisione in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e per l’informazione finanziaria. Ne discutiamo con il presidente, Carmelo Barbagallo.

Nell’introduzione al rapporto lei spiega che il 2021 è stato “un anno di consolidamento”. Può spiegare perché e farci degli esempi?

Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da diversi rilevanti cambiamenti per l’Autorità che ho il privilegio di presiedere dal novembre 2019. Cambiamenti che hanno riguardato l’organizzazione interna dell’ASIF, attraverso l’approvazione da parte del Santo Padre di un nuovo Statuto che prevende un’articolazione interna più funzionale, in tre Uffici (Ufficio Vigilanza, Ufficio Informazione Finanziaria e Ufficio Regolamentazione e Affari Legali), nonché una maggiore adesione ai principi organizzativi della Curia Romana. E cambiamenti che hanno riguardato la composizione del Consiglio, la nomina di una nuova autorevole Direzione e il rafforzamento dell’organico. Estremamente rilevante è stata anche la sottoscrizione di significativi accordi di collaborazione con altre autorità. A coronamento di tutti questi cambiamenti è intervenuta la valutazione della giurisdizione vaticana da parte di Moneyval, con esito ampiamente positivo. Era necessario consolidare tutti questi cambiamenti ed è quello che è accaduto nel 2021 e che continua ad accadere. Ne sono esempi l’assestamento delle procedure lavorative, la piena integrazione delle nuove risorse, con l’intento di una sempre maggiore valorizzazione di tutti i colleghi, il contributo sempre più professionale degli Uffici.

Quanto è importante la valutazione di Moneyval e a che punto siamo del cammino intrapreso per contrastare i fenomeni del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo?

La valutazione di Moneyval si inserisce nel circuito mondiale di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo ed è di fondamentale importanza ai fini dell’agibilità e della reputazione finanziaria delle giurisdizioni che vi aderiscono. Una eventuale valutazione negativa si sarebbe ripercossa sul percorso di trasparenza intrapreso da tempo dalla Santa Sede, rischiando anche di complicare i rapporti finanziari di entità come lo IOR e l’APSA con le controparti estere. Viceversa, il grande lavoro fatto in anni precedenti e, soprattutto, in quelli più recenti ha impedito che ciò accadesse. Non è consentito, però, “abbassare la guardia” in termini di efficacia dell’azione di prevenzione e contrasto, perché è imprescindibile un’azione continua di affinamento, che – anche secondo gli standard internazionali – prevede frequenti momenti di verifica. Va in questa direzione l’attività di coordinamento della giurisdizione nell’implementazione delle raccomandazioni ricevute da Moneyval che l’ASIF sta conducendo, in raccordo con il Comitato di Sicurezza Finanziaria.

Come definirebbe i rapporti tra l’ASIF e le diverse autorità e dicasteri della Santa Sede?

La collaborazione tra l’ASIF, le autorità e i dicasteri della Santa Sede è essenziale ai fini della piena efficacia dell’azione di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo. Consapevole di ciò, l’ASIF è costantemente impegnata a mantenere un dialogo fattivo con tutti i soggetti coinvolti in tale azione, nel rispetto delle prerogative e dei ruoli assegnati dalla normativa interna e in coerenza con gli standard internazionali. Negli ultimi anni sono state intensificate le occasioni di confronto e di lavoro in comune. Cito, ma solo a titolo di esempio, gli incontri sistematici con l’Ufficio del Promotore di Giustizia, la Gendarmeria e l’Ufficio del Revisore Generale.

Quali passi sono stati fatti per migliorare il lavoro di intelligence finanziaria, in particolare attraverso le relazioni internazionali con altri organismi omologhi?

Lo sviluppo della rete di collaborazione internazionale e il suo rafforzamento sono obiettivi costanti e prioritari dell’ASIF. Ciò è particolarmente importante per una giurisdizione come quella vaticana e data la presenza capillare della Chiesa nel Mondo. Uno degli strumenti utilizzati dall’ASIF al riguardo è la sottoscrizione di protocolli d’intesa. Nel 2021 ne abbiamo sottoscritto ulteriori tre. In tale ambito l’ASIF ascrive una peculiare rilevanza alla sua partecipazione al gruppo Egmont, strumento essenziale ai fini dell’intensificazione dei rapporti con le analoghe autorità estere.

L’unico intermediario finanziario vigilato dall’ASIF è l’Istituto per le Opere di Religione: come giudica il lavoro svolto dallo IOR e quali passi sono ora da compiere?

Lo IOR ha da tempo intrapreso un percorso virtuoso che lo distingue in misura netta e significativa da taluni tristi eventi del passato. A ciò ha concorso una positiva azione di riorganizzazione, tuttora in via di realizzazione, finalizzata a rendere sempre più efficace, efficiente ed affidabile la gestione dell’Istituto. Inoltre, sul fronte della prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo, il migliore attestato della positiva azione fin qui svolta è dato dal giudizio espresso da Moneyval in occasione della recente valutazione, che è stato pienamente favorevole sia riguardo ai presidi posti in essere dall’Istituto sia riguardo alla supervisione da parte dell’ASIF. La strada è dunque tracciata. Si tratta ora di continuare a percorrerla convintamente, nella consapevolezza dell’importanza per la giurisdizione di un ente finanziario come lo IOR e nella certezza che l’ASIF continuerà a seguire l’ente vigilato con la massima attenzione e incisività.

Nel 2021 l’ASIF ha ricevuto 104 segnalazioni di attività sospetta: che cosa ci può dire al riguardo?

L’analisi e la valutazione delle segnalazioni di attività sospette sono tra i compiti più significativi e delicati assegnati all’ASIF. Una porzione importante delle analisi effettuate confluisce verso le autorità inquirenti per gli ulteriori accertamenti dei possibili profili penali. Andando nel merito della composizione delle segnalazioni, rileviamo che la maggior parte di esse proviene tradizionalmente dallo IOR. Segnaliamo inoltre nel rapporto una costante tendenza al miglioramento della loro qualità, in atto dal 2017. Vi concorrono l’intensificazione delle misure preventive intraprese dallo IOR e una sempre più consapevole attuazione di un approccio basato sul rischio.