Anna Poce – Città del Vaticano
L’Unicef si dice” profondamente rattristato” e si dichara “al fianco delle migliaia di rifugiati Rohingya colpiti dall’incendio scoppiato nei campi profughi il 9 gennaio a Cox’s Bazar, in Bangladesh”. Così il responsabile dell’organizzazione delle Nazioni Unite nel Paese, Sheldon Yett, ha espresso, in un comunicato diffuso oggi sul web, il suo dolore per l’incendio che nei giorni scorsi ha travolto il campo 16, bruciando 300 rifugi, danneggiandone altri 500, e colpendo la comunità ospitante adiacente ad esso. Il comunicato precisa che anche due centri per l’apprendimento per bambini rifugiati Rohingya, sostenuti dall’UNICEF, e quasi 200 strutture WASH, sono stati danneggiati.
Garantire sicurezza e protezione ai bambini
Yett raccontando come “l’Unicef e le organizzazioni partner stiano lavorando sul terreno da domenica scorsa per garantire i bisogni immediati e urgenti dei bambini e delle famiglie” cioè cibo, acqua, servizi igienici, vestiario e un riparo per le famiglie colpite che hanno perso i loro beni nell’incendio, ha ringraziato le autorità locali, i soccorritori in prima linea e tutti i partner, il cui instancabile lavoro ha permesso di tenere sotto controllo l’incendio. Il responsabile dell’Unicef ha precisato che ora la preoccupazione è quella di garantire sicurezza e protezione ai bambini sfollati dai rifugi a causa del fuoco ed evitare altri potenziali rischi in questo momento di crisi. “L’Unicef e i suoi partner – ha ribadito – sono impegnati a garantire che i bambini siano protetti dai rischi per la salute e dalle ferite, e a fornire il necessario sostegno psicosociale”. Yett ha concluso assicurando che l’organizzazione dell’ONU rimarrà vigile per prevenire ulteriori rischi per i bambini nella zona, compreso il lavoro minorile per la raccolta di detriti e le attività di ricostruzione.