Si terranno alle 15 di oggi, 17 aprile, nel duomo di Oderzo, in provincia di Treviso, i funerali della giovane mamma di 33 anni, morta il 13 aprile scorso a causa di un tumore al seno. Una recidiva scoperta quando era incinta di Antonio, il bimbo che oggi ha 8 mesi. “Una pagina di Vangelo”: sottolinea il vescovo Corrado Pizziolo. “Una vita che ha sempre seminato amore”, ricorda don Pierpaolo Bazzichetto, il sacerdote che l’ha seguita fin dal matrimonio
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Quando Antonio, il bambino di Azzurra Carnelos, un giorno su internet cercherà la storia di sua mamma forse sentirà un sussulto nel cuore. “Rifiuta le cure per salvare il figlio”, “Sceglie di morire per portare avanti la gravidanza”: sono i titoli più ricorrenti in questa vicenda e forse anche quelli più approssimativi o almeno quelli che non tengono conto del peso che simili parole comportano soprattutto nell’animo di un bambino. Magari non sarà così ma qui bisogna scrivere una storia diversa, fatta di pagine di Vangelo, e che nascono da una unica certezza: l’amore di una mamma salva, non lascia morire.
La stessa Azzurra probabilmente ne era convinta, così come suo marito Francesco, sposato ad Oderzo nel 2022 dopo la dura prova del tumore al seno, scoperto anche grazie ad un sogno in cui la nonna, a cui era legata e che era morta per un cancro sempre al seno, le era apparsa. Nel 2019, dopo la laurea in Economia e Commercio a Udine, Azzurra inizia le cure sempre con il desiderio di mettere su famiglia.
Il grande amore per Maria, la madre
“Azzurra era una giovane donna molto semplice, molto capace, intelligente, con un suo percorso formativo solido, con i sogni più belli di un amore sponsale, di poter diventare mamma, di avere una bella famiglia”: così la ricorda monsignor Pierpaolo Bazzichetto, parroco del duomo di Oderzo. “Io l’ho conosciuta nel 2019, quando sono comparsi i primi segni della malattia, una malattia che fin da subito è sembrata essere molto aggressiva”. Sia Azzurra che Francesco mettono in stand-by il matrimonio e si lanciano con fiducia nel percorso di guarigione. “Un percorso – spiega don Pierpaolo – che lei ha sempre accompagnato da una continua preghiera, un grande amore a Maria, un grande affidamento al Signore, alla sua misericordia”. “Francesco, il suo sposo, è sempre stato accanto a lei in tutto il percorso, anche nella fase della malattia traspariva sempre la capacità di Azzurra di amare, di voler bene, di ringraziare tutti. La sua forza era proprio l’amore per Francesco, per la sua famiglia e per il Signore”.
Le cure per tutelare il bambino
A giugno 2022 si celebra il matrimonio e nel cuore di Azzurra c’è il timore che le cure pesanti abbiano compromesso l’idea di una maternità. Non è così, scopre invece di aspettare un bambino che Francesco vuole chiamare Antonio, come il santo di Padova, una delle città oltre a Treviso dove Azzurra è stata curata. È una grande gioia per tutti in famiglia anche se a metà della gravidanza riappare il tumore e sempre in una forma aggressiva. “Lei fin da subito – racconta don Pierpaolo – ha deciso di non mettere in pericolo il bambino”. La sua non è una decisione da sprovveduta ma di una donna che protegge quello che le è più caro. Come santa Gianna Beretta Molla e la venerabile Chiara Corbella Petrillo, anche Azzurra decide di curarsi ma sempre tutelando il piccolo. Francesco, il marito, lascia il lavoro per starle accanto. “Se in tutto questo emerge qualcosa, certamente emerge un grande amore, un grande amore – sottolinea il sacerdote – che hanno saputo vivere come coppia e come famiglia, una grande testimonianza di amore verso tutti e in primis verso il bambino”.
Una donna semplice
Antonio nasce e viene battezzato l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione, è il totale affidamento alla Vergine. Azzurra lo consegna nelle sue braccia accoglienti e fidate, riprende le terapie ma ormai è troppo tardi. “Era una persona molto semplice, normale e ha sempre vissuto così anche la sua preghiera, c’era il Rosario quotidiano, amava molto anche recitare la coroncina della Divina Misericordia ma era tutt’altro che una preghiera ossessiva, quasi bigotta. Era una preghiera che aveva respirato in casa e che ha fatto sua, davvero un grande sostegno in tutti i passaggi”, spiega il parroco, suo amico.
La pagina del Vangelo
“Una pagina di Vangelo”, definisce invece la vicenda di Azzurra il vescovo della diocesi di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo. “Abbiamo bisogno di fatti come questi per dare concretezza al Vangelo e questa storia è proprio un esempio. So che Azzurra ha vissuto tutto nella luce del Signore e solo una mamma può fare una scelta di questo tipo”. Una fiducia e una speranza nella vita eterna che, ricorda il vescovo, le ha donato una serenità sorprendente fino alla fine.
Un messaggio di primavera
A don Pierpaolo Bazzichetto il compito di celebrare i funerali di Azzurra. “Siamo in un tempo pasquale e vorrei che questa Santa Messa avesse davvero un messaggio di speranza, un messaggio di primavera dentro al dramma di questa morte di Azzurra. Un messaggio di amore grande – aggiunge – che Azzurra lascia come il seme fecondo di bene che entra nei cuori di tutti noi e che può germogliare attraverso altrettanti gesti di amore, di attenzione, di cura reciproca che è quello che può risanare questo nostro mondo”.