Avvento: cattolici chiamati ad occuparsi dei malati di Covid-19

Vatican News

Anna Poce – Città del Vaticano

“Preghiamo non perché Dio agisca per noi, ma perché operi in noi e con noi. I cristiani pregano non per consegnare tutto il loro lavoro a Dio, ma per appellarsi a lui affinché offra loro amore, saggezza e forza per trasformare la storia”. Così si è espresso – riporta UCA News – monsignor Joseph Nguyen Nang, arcivescovo di Ho Chi Minh City, in occasione dell’inizio dell’Avvento e in vista del Natale, stagione di luce, gioia e speranza, portatrice di nuova vita nei cuori delle persone. “Dio non fa miracoli per porre fine alla pandemia in un istante – ha aggiunto -, ma concede la grazia affinché le persone trovino cure per i malati e unite in solidarietà aiutino i poveri”. Il presule ha invitato i fedeli a vivere sempre nella speranza e a credere nell’amore di Dio, espresso nel mistero del Natale. Dio, infatti, ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unico figlio per salvarlo attraverso di lui.  L’arcivescovo di Ho Chi Minh City ha infine informato che la Chiesa continuerà, anche nel nuovo anno, a prendersi cura dei malati di Covid-19 e degli orfani.

Mostrare solidarietà in tempo di Avvento

Anche il direttore di Caritas Vietnam, padre Joseph Ngô Sĩ Đình, OP, da parte sua, ha parlato in questi giorni dei molti malati di Covid e del loro bisogno di cure mediche, delle numerose famiglie tenute in isolamento, sofferenti per la mancanza di cibo, di forniture mediche e a causa delle restrizioni. Per questo motivo, ha esortato la popolazione locale a pregare con fervore Dio, affinché le vittime della pandemia, le famiglie e i loro parenti riescano a superare i momenti difficili. Ha quindi chiamato i fedeli a “mostrare solidarietà, amore e servizio in questo tempo”, condividendo il loro cibo e altri prodotti di prima necessità con i più bisognosi.

Lavorare con Dio per rendere il mondo un posto migliore 

Monsignor Joseph Nguyen Chi Linh, arcivescovo di Hue e presidente della Conferenza episcopale vietnamita, ricordando come in un primo momento il numero dei contagi fosse diminuito nel Paese e come ora improvvisamente abbia ricominciato a crescere, ha sottolineato la necessità in questo tempo, in tutti i cattolici, di non dimenticare coloro che hanno bisogno di aiuto e di continuare a donare, come già fatto nei mesi scorsi, nei prossimi giorni. “Questo è l’unico modo che abbiamo – ha affermato – per ribaltare gradualmente il corso delle cose”. Il presidente dell’Episcopato ha auspicato che Dio venga presto a salvare l’umanità colpita da pandemie, guerre e disastri naturali e che salvi il popolo vietnamita, che si trova a vivere un momento di grande sofferenza. “Confidiamo che solo Dio abbia il potere di ristabilire la nostra pace” ha precisato. “Siamo completamente impotenti a cambiare la storia – ha detto -, ma possiamo lavorare con Dio per rendere il mondo un posto migliore ogni giorno. Il segreto del successo sarà alla nostra portata, se sapremo portare lo spirito di sinodalità del Sinodo dei Vescovi nella nostra vita personale, familiare, sociale ed ecclesiale”, ha concluso.

Ad ottobre, tutte le chiese di Ho Chi Minh City hanno ripreso le celebrazioni liturgiche, con una presenza limitata dei fedeli, per contenere la diffusione del virus. Il 28 novembre, il Vietnam ha registrato 12.928 contagi e 190 morti. Da quando la pandemia ha colpito il Paese, all’inizio del 2020, ha riportato 1.209.373 casi e 24.882 morti.