Fausta Speranza – Città del Vaticano
L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha dato il via libera all’immissione in commercio condizionata nell’Ue del vaccino anti-Covid Nuvaxovid, prodotto da Novavax. Lo ha deciso il Comitato tecnico per i medicinali a uso umano dell’Ema dopo una riunione straordinaria. È il quinto vaccino contro il virus del Covid autorizzato in Europa. Nuvaxovid – spiega Ema in una nota – è un vaccino a base di proteine e i dati esaminati dall’Agenzia Ue soddisfano i criteri previsti per efficacia, sicurezza e qualità. Novavax viene somministrato nelle persone dai 18 anni in su, tramite due iniezioni, di solito nel muscolo della parte superiore del braccio, a distanza di tre settimane l’una dall’altra.
Due gli studi più significativi
Il primo studio sul vaccino della casa Novavax, condotto in Messico e negli Stati Uniti, ha riscontrato una riduzione del 90,4 per cento del numero di casi sintomatici di Covid-19 da 7 giorni dopo la seconda dose. Anche il secondo studio, condotto nel Regno Unito, ha mostrato una riduzione simile del numero di casi sintomatici di Covid-19, con l’efficacia del vaccino all’89,7 per cento. Presi insieme, prosegue Ema, “i risultati dei due studi mostrano un’efficacia del vaccino per Nuvaxovid di circa il 90 per cento”. “La sicurezza e l’efficacia del vaccino – conclude la nota – continueranno a essere monitorate man mano che viene utilizzato attraverso il sistema di farmacovigilanza dell’Ue e ulteriori studi da parte dell’azienda e delle autorità europee”.
Difficile valutare l’impatto sulla variante Omicron
Gli studi principali su cui Ema si è basata per valutare il Nuvaxovid, studi in cui il vaccino mostrava un’efficacia del 90 per cento, sono su ‘vecchie’ varianti. Lo rende noto l’Ema. “Il ceppo originale di SARS-CoV-2 e alcune varianti preoccupanti come Alpha e Beta erano i ceppi virali più comuni in circolazione quando gli studi erano in corso – si legge in una nota dell’Agenzia – attualmente sono disponibili dati limitati sull’efficacia di Nuvaxovid contro altre varianti preoccupanti, incluso Omicron”.
Tipologia tradizionale
Armando Genazzani, professore ordinario di Farmacologia all’Università del Piemonte Orientale e rappresentante italiano nel comitato per l’approvazione dei farmaci dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) spiega che si tratta di un vaccino “tradizionale” costituito dalla proteina e non dall’mRna che la codifica. Si inietta solo la proteina, dunque, secondo la modalità adottata per gli altri vaccini in uso da trent’anni. Quando l’organismo la riconosce si scatena una risposta anticorpale. La proteina viene introdotta con un adiuvante che facilita la risposta del sistema immunitario. La proteina in questione è la spike del virus, che – ha sottolineato Genazzani – “infetta le nostre cellule e che l’organismo deve imparare a riconoscere”.