Chiesa Cattolica – Italiana

Autismo, la socialità “diversa” sale sul palco e si racconta

Al Teatro degli Eroi di Roma, sabato 18 novembre alle 21 e domenica 19 novembre alle 17, in scena l’opera “Noi2, tra pesci d’argento e coralli rossi”, storia di un cammino di vita tra una mamma e il proprio figlio affetto da disturbo del neurosviluppo

Luca Collodi – Città del Vaticano

“In famiglia conviviamo con autismo da vent’anni. Poi ad un certo punto ho sentito l’esigenza di raccontare questa esperienza e di condividerla”. ‘Noi2 tra pesci d’argento e coralli rossi’, è lo spettacolo che sarà in scena il 18 e 19 novembre al Teatro degli Eroi di Roma, per la regia di Pier Luigi Nicoletti. Con Francesca Nunzi, la madre, e Lorenza Guerrieri, la coscienza. Lo spettacolo, spiega Paola Nicoletti, presidente dell’associazione ‘Siamo delfini – Impariamo l’autismo’, è tratto dal libro ‘Raccontami il mare che hai dentro. Vivere con un figlio autistico’. 

“Come una coreografia”

“Ho scritto un libro – spiega Nicoletti a Vatican News – e poi qualche anno dopo abbiamo pensato di cambiare strumento di comunicazione e ne abbiamo tratto una piece teatrale”. Portare l’autismo in teatro è una scelta difficile da rappresentare. “Non ce la siamo sentita – prosegue – di rappresentarlo come una persona perchè tutto rischiava di essere al limite, rappresentando alla fine un’imitazione non riuscita”. Viceversa “abbiamo fatto la scelta di affidarla ad una coreografia con filmati, foto, immagini e musica interpretata dal ballerino Saverio Santangelo”, per capire meglio i comportamenti ed il mondo dell’autismo”. Che, soggiunge, “non è una malattia. Non c’è una cura. Si può forse identificare – prosegue la presidente dell’associazione ‘Siamo delfini’ – come un problema relazionale, di funzionamento diverso di socialità”. “Poi ci sono situazioni più complesse legate all’emotività”. 

Col linguaggio del cuore 

“Quando si vive accanto ad una persona autistica, come mio figlio – prosegue Nicoletti – si trova la via di capirsi. L’ assenza del linguaggio è un ostacolo enorme ma si può superare con le immagini. Il disegno è fondamentale per le comunicazioni pratiche, tipo se preferisci la pizza o il supplì”. Rimane invece più complessa la comunicazione emotiva, e in quel caso, conclude, “ci si affida di più al cuore, all’amore e alla cura per la persona. Sono infatti persone che non conoscono le nostre brutture umane. E per superare la difficoltà della comunizaione bisogna dedicare molto del nostro tempo a loro”.

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