Trasmesso dalla Chiesa australiana al Dicastero per la Dottrina della Fede un report di circa 200 pagine sulle accuse di aggressioni e molestie che il pastore emerito di Broome avrebbe commesso a danno di 71 giovani aborigeni. Il presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Costelloe: “Accuse gravi e angoscianti. Opportuno che vengano indagate a fondo”
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Un rapporto di circa 200 pagine è stato trasmesso dalla Chiesa australiana al Dicastero per la Dottrina della Fede circa le accuse di abusi sessuali e molestie su minori e giovani aborigeni mosse contro monsignor Cristopher Saunders, 73 anni, vescovo emerito di Broome, diocesi in una regione dell’Outback dell’Australia nord-occidentale popolata da circa 50 mila abitanti, dalla quale si era dimesso nel 2021. Alla guida della diocesi era stato nominato un amministratore apostolico, il vescovo Michael Morrissey.
Le accuse
L’“Investigation Report”, con data di aprile 2023, è stato al centro di due servizi televisivi dal canale australiano 7 News che ha mostrato anche la copertina dove si vede un riferimento a Vos Estis Lux Mundi, il motu proprio di Papa Francesco del 2019 (confermato e ampliato nel 2023) circa le procedure per il contrasto degli abusi. Del rapporto, destinato a uso riservato, sono state mostrate in tv anche alcune pagine del documento che riporta gli abusi che il vescovo avrebbe compiuto a danno di quattro giovani aborigeni e presunti adescamenti e molestie verso altri 67 giovani uomini non identificati. Raggiunto dalle telecamere di 7 News, Saunders ha negato ogni addebito nei suoi confronti.
Le dichiarazioni del presidente dei vescovi
Sul caso del pastore emerito di Broome aveva già indagato la polizia australiana che aveva condotto due inchieste tra il 2018 e il 2020, riferendo che i pubblici ministeri non aveva trovato tuttavia prove sufficienti per formulare accuse. Ora è la Chiesa ad esaminare il caso, come riferito in uno statemente dall’arcivescovo di Perth, monsignor Timothy Costelloe, presidente della Conferenza Episcopale cattolica australiana: “L’indagine della Chiesa cattolica sulle accuse rivolte al vescovo Saunders non è potuta iniziare fino a quando la polizia dell’Australia occidentale non ha concluso le sue indagini”, si legge nella nota. “La successiva indagine della Chiesa, istituita dalla Santa Sede lo scorso anno, è stata supervisionata dall’arcivescovo di Brisbane Mark Coleridge, ma affidata a un’organizzazione investigativa specializzata, esperta e indipendente”.
Conclusione “giusta e autorevole”
Costelloe ha confermato che il Dicastero per la Dottrina della Fede prosegue le indagini: “Rispetteremo la natura confidenziale di questo processo e non commenteremo le accuse specifiche che sono state sollevate. Il vescovo Saunders, che ha sostenuto la sua innocenza, è in grado di rispondere al rapporto comunicando direttamente con la Santa Sede”, recita il comunicato. “A tempo debito, la Santa Sede prenderà le sue decisioni. Si spera che ciò non venga indebitamente ritardato. Dopo un processo lungo e doloroso per tanti, è importante che si giunga a una conclusione giusta e autorevole”.
La Western Australia Police Force ha reso noto intanto di aver richiesto una copia del rapporto inviato in Vaticano, assicurando l’apertura di eventuali altri fascicoli qualora emergeranno ulteriori informazioni.