Isabella Piro – Città del Vaticano
Un disegno di legge che offre “un’espressione positiva della libertà religiosa” e che costituisce “un importante passo avanti verso la parità con altre leggi anti-discriminatorie in vigore in Australia”: così, in una nota, l’arcivescovo Peter Comensoli, presidente della Commissione episcopale nazionale per la vita, la famiglia e l’impegno pubblico, definisce il “Religious Discrimination Bill”, presentato nei giorni scorsi, in Parlamento, dal primo ministro Scott Morrison.
Discriminazioni religiose ancora poco riconosciute
“La legislazione federale e statale in materia – sottolinea il presule – protegge gli australiani dalle discriminazioni in una vasta gamma di settori”, tranne in quelli “del credo e dell’attività religiosa”, dove le discriminazioni sono “poco riconosciute” e le tutele “inconsistenti”. Di qui, il richiamo di monsignor Comensoli al fatto che “tutti i cittadini australiani, indipendentemente dal loro credo o attività religiosa, dovrebbero essere in grado di partecipare pienamente alla nostra società”. In quest’ottica, essi “devono avere diritto all’uguale ed effettiva protezione della legge”, senza alcuna discriminazione “nella vita pubblica”.
Tutti devono avere diritto di esprimere la loro fede
In preparazione da tempo, il testo del ddl ha iniziato il suo cammino nel 2017 ed ha visto susseguirsi, negli anni, diverse bozze. Quella presentata al Parlamento il 23 novembre contiene “miglioramenti significativi” rispetto ai testi precedenti, spiega ancora monsignor Comensoli, ma non esaudisce tutti gli auspici della Chiesa cattolica in materia di tutela della libertà religiosa. “Tuttavia – afferma il presule – pensiamo che questo disegno di legge sarà un importante riconoscimento, per le persone che hanno una fede religiosa, del loro diritto di esprimerla ed impegnarsi in attività ad essa collegate”.
Sostegno al ddl sia “bipartisan”
Centrale, inoltre, per l’arcivescovo australiano, le disposizioni del ddl che tutelano la possibilità, per le organizzazioni religiose, incluse le scuole, di assumere personale in linea con la loro fede e i loro valori: “Vogliamo avere la libertà di assumere persone per il bene della nostra missione, proprio come fanno le altre organizzazioni non basate sulla fede – ribadisce il presule – Il valore delle organizzazioni religiose per i singoli individui e per la società in generale, infatti, consiste proprio nella loro missione religiosa e nella loro capacità di incarnarla e perseguirla”.
Auspicando, infine” un sostegno bipartisan” a tale proposta normativa, monsignor Comensoli esorta il Parlamento a “non ritardare l’approvazione di una legge che proteggerà la libertà di tutti gli australiani di avere ed esprimere sia un credo religioso che nessun tipo di credo”.