Antonella Palermo – Città del Vaticano
Tra coloro che accompagnano la visita di Francesco nelle tappe del suo Viaggio apostolico in Slovacchia, c’è monsignor Jozef Halko, vescovo ausiliare di Bratislava. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente durante l’attesa a Presov per la celebrazione della Divina Liturgia. Sottolinea quanto si veda che “il Santo Padre, attraverso la scelta dei luoghi che sta visitando e attraverso i gesti e le parole che sta usando, costruisce davvero ponti” e offre un modello. “Lo fa con le diverse fasce sociali della popolazione, nell’incontro con gli ebrei, nel rapporto con le altre confessioni cristiane, dentro la Chiesa e verso i lontani da essa e da Gesù Cristo”.
I giovani cercano un appoggio nell’offerta pastorale della Chiesa
Il presule si sofferma sul dinamismo che sta vivendo la Slovacchia in questo tempo. Precisa che si tratta di uno sviluppo di mentalità che riguarda per esempio l’uso delle tecnologie e dei social. Da qui, l’appello a guardare alla modernità entrando in questi ambiti anche per poter lì offrire il Vangelo. “Penso che i giovani percepiscano la visita del Papa molto in profondità – spiega – e anche in aeroporto, per esempio ce n’erano tanti. In Slovacchia, io ritengo, c’è un grande potenziale tra i giovani. Cercano il senso della propria vita, la strada da percorrere. Molti – osserva – non hanno vissuto una esperienza edificante con la propria famiglia e cercano punti di appoggio anche in ciò che offre la Chiesa”.
Il Papa incontra una Chiesa vitale molto attiva nel sociale
La grande vitalità religiosa che ha caratterizzato il Paese nella fase post-comunista è tuttora presente. Negli anni ’90 c’è stato un vero e proprio boom delle ordinazioni sacerdotali che ha permesso un ricambio generazionale nel clero, il grande attivismo dei fedeli laici, la nascita di nuove comunità cristiane e la fioritura delle pubblicazioni cattoliche. La Chiesa è oggi libera di operare nel settore educativo e sanitario e di fare sentire la sua voce anche attraverso i suoi media (Radio Lumen e Tv Lux, prima stazione televisiva cattolica del Paese ad ottenere, nel 2008, licenza di trasmissione).
La Chiesa è inoltre molto attiva nell’apostolato sociale, in particolare attraverso la Caritas Slovacchia, che con oltre 1500 dipendenti e centinaia di volontari è il più grande fornitore non governativo di servizi assistenziali e sociali nel Paese. L’organismo gestisce quasi 300 istituti che offrono assistenza a più di 20mila persone ogni anno, soprattutto ad anziani, malati incurabili, persone disabili o senza fissa dimora, madri sole con bambini. Un’attività che si è intensificata a causa della pandemia, con tantissime persone in prima linea tra cui sacerdoti e comunità religiose.
L’insegnamento del Papa per una Chiesa aperta
Monsignor Halko torna sul passaggio del discorso del Papa ai vescovi, religiosi e sacerdoti quando ha detto che la Chiesa non deve essere una fortezza. “Certo, questo concetto si situa a diversi livelli: intanto è qualcosa che ciascuno deve sentire su di sé, non deve isolarsi ma stabilire sempre relazioni con l’ambiente in cui si trova. Per quanto riguarda le istituzioni – conclude – certamente bisogna essere sempre più aperti. Penso che in Slovacchia siamo su questa strada. C’è per esempio un rapporto molto positivo nell’ambito del dialogo interreligioso ed ecumenico. E il Santo Padre ci ha incoraggiato a fare ancora di più”.