La città a sud della Striscia di Gaza è stata sotto i colpi di artiglieria per tutta la notte. Violenza anche in Cisgiordania: 14 i corpi recuperati finora, al terzo giorno di raid sul campo di di Nur Shams
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
Per tutta la notte Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, è stata sotto gli attacchi aerei e di artiglieria israeliani che, secondo fonti sanitarie palestinesi, avrebbero ucciso 18 persone, tra cui 14 bambini. Tra le vittime, anche una donna in stato di gravidanza che i medici sarebbero però riusciti a far partorire, salvando il bimbo. La città, dove hanno trovato rifugio dai combattimenti oltre due milioni di abitanti di Gaza, subisce raid quotidiani. Finora i morti da parte palestinese sarebbero oltre 34mila, circa l’80 per cento della popolazione ha abbandonato le proprie case per rifugiarsi in altre zone che, seppur al riparo dai raid, non lo sono dalla carestia che sta devastando tutta Gaza.
Le vittime in Cisgiordania
La tensione sta crescendo anche in Cisgiordania, dove le truppe israeliane hanno ucciso due palestinesi che, secondo i militari, nella mattinata di oggi, domenica, avrebbero attaccato un posto di blocco nei pressi di Hebron, armati di un coltello e di una pistola. Il Ministero della Sanità palestinese ha dichiarato che i due, appartenenti allo stesso nucleo familiare, avevano 18 e 19 anni. Quattordici invece i corpi recuperati finora dopo un raid israeliano nel campo profughi urbano di Nur Shams, a Tulkarem, sempre in Cisgiordania, iniziato giovedì scorso, quello che viene indicata come una delle più grandi operazioni dell’esercito isrealiano nella Cisgiordania occupata dallo scoppio della guerra a Gaza. L’esercito israeliano ha dichiarato di aver ucciso 10 militanti nel campo e di aver arrestato otto sospetti. Ed è sempre il Ministero della Sanità palestinese ad indicare in circa 470 i palestinesi uccisi da soldati e coloni israeliani in Cisgiordania dall’inizio del conflitto a Gaza, scatenata da un’incursione senza precedenti nel sud di Israele il 7 ottobre, durante la quale Hamas e altri militanti hanno ucciso circa 1.200 persone, per lo più civili, e rapito circa 250 ostaggi, cento dei quali, secondo cifre fornite da Israele, sarebbero ancora nelle mani di Hamas
L’intervento di Iran e Oman
Intanto, Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian e il suo omologo dell’Oman, Sayyid Badr Al-Busaidi, secondo quanto riportato dall’agenzia ufficiale iraniana Irna, avrebbero chiesto di intensificare gli sforzi internazionali per stabilire un cessate il fuoco immediato a Gaza e inviare aiuti umanitari.