Chiesa Cattolica – Italiana

Attacco Israeliano su Beirut, dubbi sulla morte di Faud Shukr

Continua a salire la tensione in Medio Oriente. L’esercito israeliano ha condotto un nuovo raid su Beirut, dove, secondo quanto riportato dalle forze di difesa israeliane, sarebbe rimasto ucciso il numero due di Hezbollah, Fuad Shukr. Inizialmente il gruppo filoiraniano aveva dichiarato fallito l’assalto, ma al momento ancora non si hanno notizie certe sull’uccisione. La comunità internazionale lavora per evitare una deflagrazione del conflitto

Silvia Giovanrosa – Città del Vaticano

Una potente esplosione, avvenuta nel tardo pomeriggio di ieri, martedì 30 luglio, ha colpito la zona intorno al quartiere di Haret Hreik, a sud di Beirut, a poca distanza dalla sede del Consiglio della Shura di Hezbollah, l’organo decisionale supremo su questioni religiose, militari e strategiche. L’obiettivo del raid, che Israele ha definito “mirato”, era Fuad Shukr, uno dei principali collaboratori del segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, considerato a capo del progetto missilistico dell’organizzazione sciita e accusato da Israele di essere uno dei responsabili della strage dei bambini drusi nel Golan. ll ministero della Salute libanese ha reso noto che nell’attentato sarebbero morte 3 persone, tra cui due bambini. Ancora incerta la sorte di Shukr, di cui ancora non si hanno notizie.

Hezbollah: Faud Shukr era nell’edificio durante l’attacco

Il movimento sciita libanese ha fatto sapere di attendere l’esito delle operazioni di ricerca della protezione civile che, attualmente, sta scavando sotto le macerie dell’edificio. Inizialmente, fonti vicine a Hezbollah avevano dichiarato che Shukr era sopravvissuto all’attacco. Il gruppo filoiraniano, dopo l’attentato, ha minacciato Israele di ritorsione per un attacco “in un’area interamente civile

Usa: Israele ha il diritto di difendersi

Dagli Stati Uniti arriva il sostegno ad Israele, che la Casa Bianca si dice pronta a difendere da tutte le minacce, comprese quelle degli Hezbollah libanesi. Tuttavia, gli Stati Uniti continuano a lavorare per trovare una soluzione diplomatica che ponga fine agli attacchi. 

La condanna dell’attacco Israeliano

Il governo libanese si riserva “il diritto di prendere misure per scoraggiare l’ostilità israeliana”, così come dichiarato dal premier libanese, Najib Mikati, che ha qualificato il raid su Beirut come “atto criminale”. Intanto, da Beirut continua a giungere la richiesta ad Hezbollah di rispondere con moderazione a quanto accaduto. L’attacco israeliano è stato condannato anche da Hamas e dagli Houthi dello Yemen. La Russia e l’Iraq hanno accusato Israele di aver violato il diritto internazionale. Secondo Teheran l’azione offensiva di Israele non fermerà “la resistenza del Libano” nella sua azione a sostegno dei palestinesi.

Exit mobile version
Vai alla barra degli strumenti