Sulla maglia dell’associazione sportiva dedicata alla competizione in programma il 2 novembre nella metropoli americana l’incoraggiamento del Papa per uno sport che “costruisca ponti, abbatta barriere, favorisca la pace”
Giampaolo Mattei
Con la scritta pace davanti e una frase di Papa Francesco dietro. Roberto Di Sante, l’autore del best seller Corri. Dall’inferno a Central Park, domenica 3 novembre tornerà a correre, dopo dieci anni, la maratona di New York. E lo farà indossando una maglia speciale di Athletica Vaticana con su scritto un pensiero di Papa Francesco: «Lo sport costruisca ponti, abbatta barriere, favorisca la pace».
Una grande emozione per il giornalista-autore che, proprio grazie al sogno di prendere parte alla maratona di New York, lui che non aveva mai corso in vita sua, riuscì ad aggrapparsi a un filo luminoso per uscire dal buio della depressione ritornando alla vita. La sua storia, tramite il libro diventato anche uno spettacolo teatrale, è stata di ispirazione per tantissime persone che hanno ricominciato a “correre” verso i loro sogni.
Un ritorno sulle strade di New York con una maglietta “speciale”. «Perché — risponde Di Sante che quest’anno con Corri ha vinto il premio Alda Merini per la narrativa — ho capito che io sono niente, i miei dolori sono niente di fronte alla vera disperazione e alle vite spezzate, soprattutto di bambini, causate da guerre senza pietà nemmeno per i più deboli. Così ho voluto lanciare il mio piccolo e umile grido lungo le strade di New York. E ringrazio Athletica Vaticana che mi ha dato la possibilità di farlo con la loro maglia e le parole del Santo Padre. Perché non bisogna mai smettere di sognare. Soprattutto un mondo di pace».
«Nel momento buio che stiamo vivendo lo sport potrebbe essere un’opportunità di pace» spiega Athletica Vaticana. L’autentico spirito sportivo è «un antidoto per non cadere nella tragedia della guerra e per riscattarsi ponendo fine alle violenze» come afferma il Papa nella prefazione del libro Giochi di pace, dal quale è presa la frase stampata sulla maglietta “speciale” per la maratona di New York. Di più, «lo sport può essere un originale canale diplomatico per saltare ostacoli apparentemente insormontabili». Ed è proprio «con questo spirito che, attraverso il linguaggio popolare della maratona-metafora della vita, accompagniamo il fraterno amico Roberto in questa corsa a New York per dire “no” a ogni guerra, ovunque si combatta, anche lontano dai riflettori del mondo».
Sabato 2 novembre, alle 17.30, alla vigilia della gara a New York, sarà celebrata la “Messa del maratoneta” nella cattedrale di San Patrizio dove, nel 2007, è iniziata l’esperienza — oggi sostenuta da Athletica Vaticana in particolare a Roma, Firenze e Venezia — di celebrare l’Eucaristia coinvolgendo i podisti. Recitando la “Preghiera del maratoneta” e con la benedizione degli atleti ci si impegnerà, in particolare, a far sì che lo sport sia sempre più esperienza di pace.