Tommaso Chieco e Amedeo Lomonaco – Assisi
“Mi chiamo Jean Fabre, ho studiato fisica. Ho lavorato in una multinazionale come assistente di un professore all’università. Però, le ricerche che facevamo venivano presentate all’esercito. Ad un certo punto ho pensato: tutto questo non è possibile. Io non sono nato per aiutare ad uccidere più velocemente, più rapidamente e più precisamente altre persone”. A pronunciare queste parole davanti alla telecamera di Vatican News è l’ex vicedirettore del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo. “Sono nato – spiega – per contribuire a rendere più unita la famiglia umana. Attualmente, faccio parte di un gruppo di lavoro all’Onu che si occupa di promuovere un’economia sociale e solidale. Realtà molto vicina ai principi di Economy of Francesco. Così, quando Papa Francesco ha lanciato questo appello ai giovani e mi è stato chiesto di partecipare come ‘senior’ per aiutare i ragazzi nelle riflessioni, ho accettato perché questa iniziativa è molto positiva”.
Il cambiamento è possibile
Ripensare l’economia è la missio di The Economy of Francesco, movimento internazionale nato su impulso del Papa. “Noi dobbiamo veramente cambiare l’economia. Ci sono delle persone buone e persone cattive. Questo dappertutto, ma bisogna ispirarsi al buono e adoperarsi affinché si sviluppino buone iniziative. Tutto questo – sottolinea Fabre – è possibile ovunque”. “Le scelte che dobbiamo fare sono scelte quotidiane. Noi dobbiamo impegnarci, dobbiamo cambiare la situazione e, soprattutto, dobbiamo capire che lo possiamo fare. Non è vero che il cambiamento è impossibile. Possiamo fare tutto e tutto è a portata di mano. Dobbiamo avere fede. É questo che Gesù Cristo ci ha insegnato nel Vangelo. A questo Papa Francesco ci richiama ogni giorno: a compiere il nostro dovere di cristiani. Inoltre, qualunque sia la tua religione, abbi fede, abbi fede in te stesso e negli altri e compi gesti d’amore. Dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri. Così si costruisce la pace, la giustizia e il benessere per tutti”.