Chiesa Cattolica – Italiana

Assegnati i Premi Caravella al termine del Festival di Otranto

Tra i premiati, a conclusione della XV edizione del Festival dei giornalisti del Mediterraneo, anche suor Angela Bipendu, religiosa-medico, e monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo

Fabio Colagrande – Otranto

In un’epoca in cui l’informazione passa attraverso i canali sempre più veloci dei social, mescolandosi con fake news e gossip, il ruolo del buon giornalismo – che permette di approfondire e meditare una notizia – è ancora più prezioso. Con questa riflessione, di cui si è fatto interprete il sindaco di Otranto, il senatore Francesco Bruni, si è chiusa, sabato 9 settembre, nel comune del leccese, la XV edizione del Festival dei Giornalisti del Mediterraneo, ideato dal giornalista Tommaso Forte.

Giornalisti, ma non solo

La serata finale, condotta da Vincenzo Sparviero della Gazzetta del Mezzogiorno, sul palco allestito a Largo Porta Alfonsina, teatro delle quattro giornate del Festival, è stata dedicata alla consegna dei Premi Caravella 2023 a sette rappresentanti del mondo della comunicazione, ma non solo. La manifestazione, infatti, è incentrata da sempre sulla promozione dei valori umani e sociali incarnati da una terra accogliente e geograficamente votata al dialogo tra Oriente e Occidente come il Salento.

“Non fermiamo il racconto di questa guerra”

A poche decine di metri dall’Adriatico, davanti a un pubblico che occupava completamente la bella piazza di Otranto, davanti alla porta che risale al periodo aragonese, si sono alternati i brevi dialoghi tra i vincitori del premio – rappresentato da una caravella bianca in pietra leccese – e altri colleghi che li sollecitavano a riflettere sui temi delle loro inchieste o della loro attività. Così, Niccolò Zancan, inviato de La Stampa, tra i premiati, ha sottolineato come i giornalisti debbano rimettersi in discussione perché non hanno saputo, in questi anni, dare nome e cognome ai morti nel Mediterraneo e raccontare le loro storie, restando schiacciati da una violenza informativa che narra le cose in modo arido e impersonale. Chiara Proietti D’Ambra, reporter italo-greca, collaboratrice di Piazza Pulita-La7, ritirando il premio è tornata sulla sua inchiesta televisiva sui CPR italiani (Centri di permanenza per i rimpatri) che ha purtroppo mostrato come i migranti siano spesso sottoposti a violenze inaudite prima di essere rimpatriati. Alice Martinelli, invita de Le Iene, ha spiegato la genesi di un suo servizio dedicato all’abbrutimento che porta gli utenti social a riprendere scene di violenza con il proprio smartphone, senza intervenire in soccorso delle vittime. Angelo Macchiavello, storico inviato delle Reti Mediaset, ha spiegato come la sua passione per il mestiere di reporter lo spinga a raccontare i fatti al di là di ogni strumentalizzazione politica. Infine, Corrado Zunino, inviato di guerra de La Repubblica, ha dedicato il suo premio a Bogdan Bitik, il suo collaboratore ucraino, morto a Kherson nell’aprile scorso, in un attacco dei cecchini russi in cui lui stesso è rimasto ferito. “Con la speranza che la pace arrivi presto, non possiamo fermare il racconto di questa guerra”, ha concluso il reporter. “Soprattutto in un momento in cui c’è un calo di attenzione per le sorti del popolo ucraino”.

Il sindaco di Otranto, Francesco Bruni, saluta il pubblico, dal palco di Largo Porta Alfonsina

La suora-medico che accoglie i migranti

Tra i premiati anche due personalità del mondo cattolico, una religiosa-medico e un sacerdote esperto di cinema e comunicazione.  Ha ricevuto il premio infatti suor Angela Bipendu, religiosa congolese che oggi opera come medico di base a Bergamo, in passato volontaria del Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta sulle navi della Guarda costiera italiana che pattugliavano il Mare Nostrum, mettendo in salvo i migranti.

Il cinema che fa sognare e sperare

E una Caravella l’ha ricevuta anche monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente della Fondazione MAC – Memorie Audiovisive del Cattolicesimo. Assente per altri impegni, il sacerdote critico cinematografico ha salutato il pubblico attraverso un video in cui ha ricordato il ruolo sociale e spirituale del cinema che, dal Neorealismo e Ken Loach, ha saputo raccontare le storie degli ultimi. “Dedico il premio – ha detto – a tutti gli uomini e le donne che cercano con diritto una vita migliore, scappando da guerre e povertà, lungo le rotte del Nord o il pericolo delle attraversate del Mediterraneo, coltivando sogni grandi di vita e di salute, di sicurezza e di democrazia”. “Anche Abele, sono certo, abita nel cuore di ognuno di noi”, ha aggiunto sottolineando come cultura e comunicazione debbano farsi sempre portatori di speranza.

Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana – Vatican News

Proporre sguardi di bene

Alle sue parole si è ricollegato Massimiliano Menichetti, responsabile di Radio Vaticana-Vatican News, ritirando il premio a nome di mons. Viganò. Menichetti ha sottolineato come il Festival di Otranto, fin dalla sua fondazione, abbia sempre promosso il giornalismo che “non cede a una visione negativa dei fatti che racconta”, ma si sforza di “proporre soluzioni e sguardi di bene” e non accetta mai che “il male sia ineluttabile”. “Un giornalista – ha aggiunto – non deve mai prevaricare l’altro, ma mettersi in ascolto, senza dimenticare la sua funzione di servizio e imparando a parlare con il cuore, come ci ha chiesto Papa Francesco, e soprattutto a raccontare anche il bene”.

La postazione della Radio Vaticana a Largo Porta Alfonsina

Anche quest’anno la serata finale è stata presentata e commentata in un podcast radiofonico di Radio Vaticana – Vatican News, disponibile sul nostro sito.

Ascolta la cronaca della serata finale del Festival di Otranto

https://media.vaticannews.va/media/audio/s1/2023/09/11/15/137302919_F137302919.mp3

 

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