Arte, artisti e diplomazia pontificia: un rapporto ricco, costruito nel tempo

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Maria Milvia Morciano –  Città del Vaticano

Un ampio confronto tra specialisti internazionali sul ruolo delle arti e degli artisti nella rete della diplomazia pontificia, indagato nei suoi molteplici aspetti e in relazione ai diversi contesti socio-politico-culturali. Questo vuole essere il Convegno organizzato per il 15 e il 16 ottobre dalla Facoltà di Storia e Beni Culturali della Chiesa della Gregoriana, dal Corso dottorale di ricerca in Storia dell’Arte della Sapienza, dall’Instituto Español de Historia Eclesiástica, e dal Centro Studi Cultura e Immagine di Roma. Nella giornata odierna saranno presi in considerazione i profili di singoli artisti nelle dinamiche diplomatiche, mentre ieri in apertura dei lavori e nel corso del pomeriggio, lo sguardo è andato al contesto globale con riferimento a strategie e pratiche della diplomazia culturale con mecenati, committenti e agenti, e poi all’intreccio di valori religiosi, politici e culturali che ha contraddistinto gli scambi di doni diplomatici.  

Quando i papi e i cardinali erano prìncipi

“La sovranità temporale obbligò il Papa e i cardinali – concepiti come prìncipi – ad essere protagonisti nelle politiche culturali e nel mecenatismo delle loro corti, mettendo in campo una intraprendenza di respiro internazionale”, spiega nella prima giornata di lavori don Roberto Regoli, direttore del Dipartimento di Storia della Chiesa della Gregoriana. “L’idea – continua – è quella di trattare un tema classico, quale è la diplomazia pontificia, attraverso la prospettiva delle opere d’arte, degli artisti e delle politiche culturali tanto di Roma verso l’esterno, quanto delle altre corti verso Roma”. 

Lo sguardo di Roma sull’intero mondo

Al dettaglio storico  e alla particolarità di questo appuntamento si riferisce invece l’intervento di Ilaria Fiumi Sermattei, docente di Storia dell’Arte cristiana contemporanea presso la Pontificia Università Gregoriana: “Nel passato le vicende storiche e artistiche in rapporto alle relazioni internazionali sono state già affrontate, ma solo nei rapporti bilaterali di Roma rispetto agli altri Stati. In questo convegno, invece – chiarisce –  Roma è al centro di un panorama che si apre a 360° sull’intero mondo.  L’obiettivo che ci guida è quello di capire se esiste una specificità della diplomazia culturale pontificia nell’arco cronologico che va dalla prima età moderna alla prima età contemporanea, più o meno dalla metà del Quattrocento fino alla Restaurazione pontificia. E questo analizzando da un lato il ruolo dei committenti, dei mecenati, degli agenti e degli ambasciatori, quindi di personaggi che rivestivano ruoli importanti nelle politiche diplomatiche e insieme avevano degli interessi culturali. In secondo luogo analizzando il ruolo dell’artista, riconsiderato proprio dalla visuale della diplomazia pontificia come ambasciatore di cultura. Infine lo scambio dei doni e non tanto guardando alla preziosità di un oggetto in sé ma come portatore di significati religiosi, politici e culturali”.   

Un convegno interdisciplinare

Il confronto e il dialogo tra la storia dell’arte e la storia della diplomazia pontificia offre l’occasione – si è detto a più voci – di una visione più ampia, l’occasione di pensare insieme il fenomeno della diplomazia, impiegando contemporaneamente le vie metodologiche della Storia dell’arte, della Storia della Chiesa e della Storia delle Relazioni internazionali. L’obiettivo non è quello di parlare di mecenatismo o di collezionismo fine a se stesso, ma di come gli artisti e le opere si inseriscano nelle maglie della diplomazia intrecciandosi ad esse. “L’occasione odierna è  – ha ribadito la professoressa Sermattei intervenuta con il professor Roberto Regoli direttore del Dipartimento di Storia della Chiesa alla Gregoriana –  quella di allargare lo sguardo sull’intero sistema delle arti nel caleidoscopio delle relazioni internazionali della corte pontificia, nei suoi molteplici aspetti e in rapporto ai diversi contesti socio-politico-culturali. La riflessione ci permette di superare l’assunto scontato che vede l’arte al servizio della diplomazia, o viceversa, della diplomazia che facilita gli scambi artistici e culturali. Occorre indagare come, attraverso quali meccanismi e con quali diversificati esiti, le vicende storico artistiche si intreccino a quelle della politica internazionale, e come tale intreccio incida nella definizione del ruolo dell’artista, nella produzione e nella committenza, nelle dinamiche delle trame diplomatiche”. 

Ricordiamo che anche oggi è possibile seguire gli interventi attraverso il canale YouTube della Pontificia Università Gregoriana.