Fausta Speranza – Città del Vaticano
Monsignor Michael Landau, presidente di Caritas Europa accompagnato da monsignor Andrij Waskowycz, presidente della Caritas ucraina, ha appena svolto una visita di tre giorni in Ucraina a capo di una delegazione. A conclusione ha lanciato un appello ad assicurare l’accesso “senza impedimenti” degli aiuti umanitari a tutte le persone bisognose in Ucraina orientale e il rispetto dei diritti della popolazione civile. “Le recenti violazioni del cessate il fuoco e la diffusione del Covid-19 hanno ulteriormente accentuato la vulnerabilità delle persone bisognose, mettendo a rischio la loro vita, la salute e il benessere”, ha dichiarato monsignor Landau, che ha visitato la città di Kramatorsk e altre aree limitrofe dove la Caritas locale assiste la popolazione e gli sfollati interni con aiuti alimentari, servizi sanitari e programmi di supporto psicologico. Si tratta di zone presidiate dall’esercito di Kiev lungo la linea di confine con i territori sotto il controllo di indipendentisti.
La preoccupazione per mezzo milione di persone
Nel comunicato dell’organizzazione, che riunisce 49 agenzie umanitarie cattoliche europee, si legge della preoccupazione per la nuova escalation di tensioni: c’è il “rischio che il conflitto che ora coinvolge oltre mezzo milione di persone residenti nelle immediate vicinanze dei combattimenti si estenda a un’area molto più ampia con un impatto esponenziale su molte più persone. Molte di queste persone, anziane o appartenenti ad altri gruppi vulnerabili, già subiscono bombardamenti regolari e sparatorie e sono esposte al rischio di mine. A causa del conflitto e della mancanza di prospettive di lavoro, molti giovani hanno lasciato la zona, lasciando indietro gli anziani. Una nuova escalation del conflitto rischia di colpire proprio queste persone più vulnerabili.
L’appello per gli aiuti umanitari
Di qui l’appello ai belligeranti a permettere l’accesso delle organizzazioni umanitarie: “Garantire un accesso sicuro e senza ostacoli a tutte le persone bisognose è un principio fondamentale del diritto internazionale umanitario. Chiediamo a tutte le parti di rispettare tali diritti e la dignità umana di persone che non hanno fatto nulla di male, ma hanno la sfortuna di abitare in case che si trovano in quella ora è diventata una zona di combattimento”.
L’impegno della Caritas locale
Il presidente di Caritas Europa ha espresso parole di sentito apprezzamento per il lavoro svolto dalla Caritas locale, per la sua “opera instancabile a favore della popolazione civile”. Ha poi chiesto alle nazioni europee di incrementare i fondi per gli aiuti umanitari sottolineando che “serviranno a salvare vite umane e a garantire i mezzi di sussistenza in Ucraina”.
Il duro confronto nel Donbass
Nel Donbass è scoppiato un conflitto nella primavera del 2014, in concomitanza con la critica situazione in Crimea annessa alla Russia dopo il referendum del 15 maggio di quell’anno. Nei territori del Donetsk e del Luhansk, dove la popolazione è in netta maggioranza russofona, si sono costituite due repubbliche indipendentiste. E’ stato un crescendo di scontri armati, costati la vita a migliaia di persone, per lo più civili, fino agli Accordi di Minsk, sottoscritti il 5 settembre 2014 dai rappresentanti di Ucraina, Russia, Repubblica Popolare di Doneck e Repubblica Popolare di Lugansk. Da allora però resta alta la tensione.