Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Non solo i Giardini e le Cappelle viventi Laudato Sì, ma anche diocesi con tutte le parrocchie alimentate ad energia solare, come nelle Filippine, e una piccola Chiesa come quella del Bangladesh, con 400 mila cattolici, che in un anno ha piantato 700 mila alberi, quasi due a battezzato. Sono i primi, visibili frutti dell’Anno dell’Anniversario speciale Laudato Sì, organizzato dal 24 maggio del 2020 dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che si chiude in questi giorni con la Settimana Laudato Sì 2021.
Il frutto più bello? La Piattaforma di iniziative Laudato Sì
Con tanto entusiasmo le Chiese locali, le associazioni e i movimenti, hanno risposto all’appello di Papa Francesco nell’enciclica pubblicata nel maggio 2015, per prenderci cura della nostra casa comune. Lo assicura don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero e responsabile dell’Anno Speciale Laudato Si’, slesiano di 55 anni, originario del Kerala, in India. Che a Vatican News cita però come “frutto più bello e provvenziale” di questo anno che si chiude la Piattaforma di iniziative Laudato Sì, che sarà inaugurata il 25 maggio, per diffondere ancora di più il “Vangelo della Creazione”.
Cammino per rendere concreta la conversione ecologica
In collaborazione con il Global Catholic Climate Movement, Renova+, Unioni Internazionali delle e dei Superiori Generali, Caritas internationalis, CIDSE, Compagnia di Gesù e frati francescani, il Dicastero vaticano propone un cammino “per rendere questa conversione ecologica più concreta, più permanente”. A nome di Papa Francesco, spiega don Josh “invitiamo tutte le comunità, dalle famiglie alle imprese, dalle parrocchie agli ordini religiosi, in 7 anni, a realizzare 7 obiettivi per diventare sostenibili, nello spirito dell’ecologia integrale”.
Don Josh: i 700 mila alberi dei cattolici del Bangladesh
Al responsabile dell’Anno Speciale Laudato Si’, chiediamo un primo bilancio di quest’ iniziativa che si chiude con questa Settimana, alla quale ieri al Regina Coeli Papa Francesco ha invitato a partecipare “per educarci sempre di più ad ascoltare il grido della Terra e il grido dei poveri”.
R.- E’ provvidenziale che abbiamo iniziato quest’Anno Laudato Sì con una settimana Laudato sii e adesso lo chiudiamo con un’altra settimana. Guardando quest’anno siamo veramente pieni di gioia e di gratitudine. Di gioia perché c’è tanto entusiasmo: l’invito di Papa Francesco nell’enciclica Laudato Sì, di prenderci cura della nostra casa comune risuona in tutto il mondo. Penso alla Chiesa nelle Filippine, in Bangladesh, in Nigeria, in Colombia, in tutto il mondo. Il bilancio è molto positivo, per questo c’è anche questo senso di gratitudine. Veramente ci sono state tantissime iniziative: abbiamo proposto di creare i giardini Laudato Sì, e voglio ricordare qui la Chiesa in Bangladesh. E’ un piccolo gregge, sono 400 mila cattolici, ma avevano deciso che durante l’Anno Laudato sì avrebbero piantato almeno un albero per ogni cattolico. Ha cominciato il cardinal Rozario, ma poi tutti, a partire dai catechisti, e alla fine sono arrivati a piantare 700 mila alberi. Per dire che dove c’è entusiasmo e passione si può fare tanto.
Questo è un bel esempio! Quindi quest’anno sono stati compiuti dei passi significativi nel cammino di “conversione ecologica” della Chiesa e delle comunità cristiane? Ci può fare qualche altro esempio concreto?
R. – Mi viene in mente la Chiesa nelle Filippine. Il 24 maggio dell’anno scorso qui a Roma, nell’orto botanico, abbiamo creato e benedetto la prima Cappella Laudato Sì e la seconda cappella è stata creata nelle Filippine, e più di una cappella. Quella delle Filippine è una delle Chiese leader in questo campo, con tantissime iniziative: c’è una diocesi, per esempio, nella quale tutte le parrocchie usano l’energia solare. Ed è anche provvidenziale perché quest’anno festeggiano i 500 anni dell’evangelizzazione delle Filippine e in questo anno giubilare vogliono proprio dedicarsi alla Laudato Sì. E la cosa più bella è che si tratta di un movimento dal basso: sono soprattutto i laici, i catechisti, i leader e i giovani che hanno questo “Living Laudato Sì”, che è un movimento di giovani ispirato all’enciclica, che stanno facendo tantissimo per la cura della Casa comune.
Alla fine della Settimana presenterete il nuovo strumento della “Piattaforma di iniziative Laudato Sì”. Di che cosa si tratta?
R.- E’ forse il frutto più bello e provvidenziale dell’Anno Laudato Sì. Siamo stati ispirati a proporre un cammino per rendere questa conversione ecologica più concreta, più permanente. A nome di Papa Francesco, la Chiesa invita tutte le comunità, di sette settori: le famiglie, poi le parrocchie e le diocesi, le scuole e le università, gli ospedali e i centri di assistenza sanitaria, le imprese e sesto settore i gruppi, le ong, le fondazioni e i centri di comunicazione. Infine settimo settore gli ordini religiosi. Queste comunità sono invitate a intraprendere di nuovo, un cammino di 7 anni. Siamo un po’ giocando su questo numero biblico giubilare di sette. In sette anni dovranno diventare noi diciamo, sostenibili, ma nello spirito dell’ecologia integrale. Allora abbiamo proposto 7 obiettivi “Laudato Sì”, un po’ come i 7 obiettivi dello sviluppo sostenibile. Il primo: rispondere al grido della Terra, per esempio usare energia rinnovabile, prenderci cura della biodiversità, assicurare acqua per tutti. Il secondo: rispondere al grido dei poveri, e metterli al centro: possono essere i migranti, le comunità indigene. Cominciare da loro e farli protagonisti di questa conversione ecologica. Terzo obiettivo: cambiare il nostro paradigma economico, per una nuova economia. Quarto: cambiare i nostri stili di vita, nella vita di ogni giorno, nel nostro piccolo. Il quinto e sesto obiettivo sono un po’ i pilastri delle Laudato Sì, l’educazione e la spiritualità. Tutto questo ci aiuta ad educarci, come ci ha invitato ieri Papa Francesco al Regina Coeli, “ad ascoltare meglio il grido della terra e dei poveri”. Il sesto obiettivo è la spiritualità: la fonte di tutto questo è la nostra fede, è il nostro rapporto col Creato, anche nella liturgia. Stiamo, come dice Papa Giovanni Paolo II, in armonia con il Creatore, ma anche con il Creato. E infine il settimo obiettivo: che facciamo tutto questo come comunità, non tanto come singoli, perché come Chiesa siamo comunità. Questo è il programma della Piattaforma di iniziative Laudato Sì, che verrà lanciata proprio alla fine dell’Anno celebrativo, il 25 maggio.
Questa Settimana avrete molti appuntamenti in webinar, proprio per questo lavoro di educazione all’ascolto del grido della Terra che chiede il Papa. Questa sera alle 19, il primo sulle speranze di cambiamento politiche in linea con l’ecologia integrale, che posso venire dagli appuntamenti internazionali di questo 2021: Cop26 per il clima e Cop15 sulla biodiversità. Che speranze ci sono da parte del dicastero?
R. – Abbiamo veramente tanto speranza, perché dopo l’accordo di Parigi nel campo del clima del 2015 il vertice di Glasgow di quest’anno sarà quello più importante, perché dovrà articolare nel concreto cosa significa il cambiamento che dobbiamo intraprendere per arrestare i cambiamenti climatici. C’è tanta attesa sulla Cop 26 e altrettanto sulla Cop 15 sulla biodiversità, perché entrambe sono collegate. Questo ci dice anche la Laudato Sì, che il clima non è una cosa a parte e questo vale anche per la biodiversità. Dicono alcuni scienziati che se riusciamo a piantare un trilione di alberi, potremmo rispondere alla crisi climatica per quasi un terzo. E la biodiversità è importante per la sicurezza alimentare, per la salute dell’ecosistema. Allora noi auspichiamo una risposta nello spirito dell’ ecologia integrale e poi ci auguriamo di poter creare un’alleanza tra le Nazioni, tra i vari settori della società, tra la politica, l’economia, l’educazione, i leader religiosi, perché anche le religioni possono giocare un ruolo importante, i giovani, le donne, i bambini e le comunità indigene. Nelle varie Cop, forse un errore che abbiamo fatto, è aver lasciato tutto il lavoro soltanto ai capi di Stato, ai politici. No! La Terra, come dice Papa Francesco, è la Casa comune di tutti. E quindi è un po’ la responsabilità e la vocazione di tutti noi, di prenderci cura di questa Casa comune. Comunque resta molto importante la leadership politica, perché la politica è al servizio del bene comune. E’ una speranza che non possiamo deludere! Mi colpisce sempre la domanda di Papa Francesco nella Laudato Sì, paragrafo 160: “Che tipo di monto vogliamo lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti e alle future generazioni?”. E’ una speranza per la quale dobbiamo lottare: auspichiamo tanto che questi due vertici del 2021 siano fruttosi.