Ancora un sacerdote ucciso in Nigeria

Vatican News

Lisa Zengarini – Città del Vaticano

Ancora un sacerdote ucciso in Nigeria. Si tratta di padre Ferdinand Fanen Ngugban, vice-parroco della parrocchia di San Paolo di Aye-Twar, nella diocesi di Katsina-Ala situata nello Stato nigeriano di Benue. Il sacerdote è stato ucciso nella mattina del 30 marzo insieme ad altre sei persone da un gruppo di uomini armati che ha attaccato la comunità incendiando le case. Secondo quanto riferito dal cancelliere della diocesi di Katsina citato dall’agenzia Aciafrica, il giovane sacerdote aveva appena celebrato la Messa e si stava preparando per la Messa Crismale in cattedrale insieme ai confratelli quando, attirato dal rumore è uscito dalla chiesa. Il suo corpo è stato poi ritrovato esanime, ad ucciderlo un colpo di arma di fuoco alla nuca. La polizia si è messa sulle tracce degli assalitori.

L’insicurezza nel Paese

L’omicidio di padre Ngugban è avvenuto a pochi giorni dal rilascio di un altro un sacerdote cattolico della diocesi Warri, padre Harrison Egwuenu, rapito da uomini armati il 15 marzo mentre tornava al college di San Giorgio a Obinomba. L’ennesimo rapimento di un sacerdote, che si aggiunge alla lunga lista di sequestri e omicidi in un Paese in cui l’insicurezza provocata da bande criminali, dalle razzie dei pastori Fulani e dai terroristi dei Boko Haram regna sovrana. Tra le vittime anche diversi sacerdoti, religiosi e religiose, nonostante la disposizione emanata da diversi anni dalla Conferenza Episcopale nigeriana di evitare di pagare i riscatti.

Servono azioni incisive

I vescovi, insieme alle altre Chiese cristiane hanno più volte denunciato questa situazione, chiamando in causa le autorità nigeriane. Nei giorni scorsi, dopo un attacco perpetrato dal Movimento dei Fulani contro il governatore dello Stato del Benue, Samuel Ortom, nella sua residenza a Makurdi l’Associazione cristiana della Nigeria (Can) ha nuovamente puntato il dito contro l’incapacità delle istituzioni di garantire la sicurezza ricordando che la difesa della vita e della proprietà dei cittadini responsabilità primaria del governo. Secondo i vescovi nigeriani “la Nigeria rischia di sgretolarsi”.