Quattro giorni ricchi di relazioni, dialogo e testimonianze sulla missione delle famiglie e la formazione. Il webinar con oltre 350 delegati di pastorale familiare, organizzato dal Dicastero per i Laici la Famiglia e la Vita, si era aperto mercoledì scorso con il videomessaggio di Papa Francesco e oggi si chiude con le conclusioni del cardinale Kevin Farrell, prefetto dello stesso Dicastero, che aveva anche introdotto l’incontro nella prima giornata. L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito dell’Anno “Famiglia Amoris Laetitia”, ha come titolo: “A che punto siamo con Amoris Laetitia? Strategie per l’applicazione pastorale dell’Esortazione di Papa Francesco”. Nell’intervista il sottosegretario del Dicastero, Gabriella Gambino, racconta l’importanza delle testimonianze di progetti realizzati dalle famiglie stesse:
Ascolta l’intervista a Gabriella Gambino
Il Forum è suddiviso in sette sezioni, ciascuna delle quali articolata con una relazione principale su un tema fondamentale di Amoris laetitia per porre quelli che potrebbero essere i criteri pastorali di fondo per sviluppare quella tematica, per esempio la formazione degli accompagnatori, una preparazione alla vita matrimoniale… Poi, in ogni sezione, ci sono due testimonianze con esperienze pastorali consolidate in campo internazionale, che si potrebbero riprodurre in qualsiasi parte del mondo, ovviamente se applicate con flessibilità ed elasticità, in modo da adattarle alle esigenze culturali di ogni area geografica. Queste testimonianze in fondo erano ciò che tutti aspettavano: sono stati i progetti pastorali realizzati dai laici, dalle famiglie, e in essi la bellezza è che si esprime tutta l’identità battesimale e sponsale delle famiglie, mostrandoci davvero come si può declinare la creatività pastorale di cui parla Papa Francesco. Ad esempio, molto interessante il progetto dell’accademia per matrimonio e famiglia, partito dalla Germania, che ora lavora in 10 Paesi europei e in Brasile con un percorso di catecumenato al matrimonio che dura 2 anni oppure sono state molto belle le esperienze per accompagnare i genitori nella grande sfida dell’educazione dei figli. Escuela de Familias, per esempio, dell’arcidiocesi di Toledo è un progetto che è stato concepito come un modo per avvicinarsi alle famiglie lontane dalla Chiesa o in difficoltà, per far loro scoprire che la Chiesa è madre e può accompagnarle in questa grande sfida dell’educazione.
Centrale nel videomessaggio che il Papa ha indirizzato al Forum i richiami a affiancare ai pastori, nella pastorale familiare, famiglie con figli, quali “soggetti attivi di evangelizzazione” e aiutare le famiglie a diventare consapevoli del grande dono che hanno ricevuto nel Sacramento, da cui nasce il desiderio di condividerlo con altre famiglie. A che punto siamo con la ricezione di queste due importanti inviti del Papa?
Il punto centrale del cambiamento pastorale necessario per evangelizzare oggi le famiglie è proprio vivere la corresponsabilità tra sposi e pastori. Il Papa, per esempio, nel suo videomessaggio ha usato la metafora molto bella della trama e dell’ordito: sposi cristiani e presbiteri chiamati insieme a tessere la Chiesa. La formazione degli sposi cristiani, da un lato, è un ambito sul quale dobbiamo investire l’energia della pastorale familiare perché la mancanza di formazione si traduce in una mancanza di consapevolezza, proprio delle famiglie, della loro missione ecclesiale: le famiglie hanno una missione inscritta nel Sacramento del matrimonio. E anche si traduce poi in un numero ridotto di famiglie disponibili a collaborare con la parrocchia o con la comunità alla missione di accompagnare altre famiglie. Dall’altra parte però c’è anche il problema della formazione dei pastori nei seminari e il loro continuo aggiornamento per essere all’altezza delle sfide che le famiglie oggi pongono alla Chiesa: è importante ribadire che le famiglie cristiane hanno una soggettività pastorale scritta nel Battesimo, nel Sacramento del matrimonio, che le legittima a prendere l’iniziativa, per esempio nelle case per evangelizzare, avviare camini di accompagnamento di altre famiglie. E anche se non ci sono sacerdoti disponibili, perché ci sono alcune zone del mondo dove la disponibilità dei sacerdoti è poca proprio per una grandezza delle aree geografiche di alcune diocesi. Questo aspetto è molto importante: ribadire che i laici nella Chiesa sono chiamati ad occuparsi della formazione degli altri laici, possono prendere l’iniziativa per avviare progetti pastorali concreti, superando anche quello status quo che il Santo Padre in tutti i modi ci sta chiedendo di abbandonare per risvegliare proprio il protagonismo dei laici.