Chiesa Cattolica – Italiana

America Latina, Assemblea ecclesiale: coraggio e creatività per Chiesa in uscita

Isabella Piro – Città del Vaticano

Sfide e speranze: sono questi gli assi portanti del messaggio finale della prima Assemblea ecclesiale dell’America Latina e dei Caraibi che, dal 21 al 28 novembre, si è tenuta a Città del Messico. L’evento si è posto nel cammino che porterà, nel 2023, al Sinodo generale in programma in Vaticano. Il documento episcopale, intitolato “Tutti siamo discepoli missionari in uscita”, chiama in primo luogo la Chiesa del continente ad una “conversione missionaria” che sia accompagnata da una “maggiore responsabilità pastorale”. Vera “esperienza di sinodalità”, di “ascolto reciproco e discernimento comunitario”, l’Assemblea, sottolineano i vescovi, ha rivolto il suo cuore alle diverse realtà della regione, “ai suoi dolori e alle sue speranze”.

Le drammatiche conseguenze della pandemia

Di qui, la forte denuncia che i presuli fanno “della miseria e dell’ingiustizia” patite dai poveri e dai vulnerabili; della distruzione del Creato; della “cultura dell’usa e getta” che colpisce soprattutto donne, migranti, rifugiati, anziani e popoli indigeni. I vescovi si dicono addolorati anche per le conseguenze della pandemia da Covid-19 che ha fatto aumentare ulteriormente “le disuguaglianze sociali” del continente, “compromettendo anche la sicurezza alimentare di gran parte della popolazione”. Altrettanto sentita è la denuncia contro “il clericalismo e l’autoritarismo” nella Chiesa, che portano “all’esclusione dei laici, specialmente delle donne”, dai processi decisionali sulla missione. E questo – sottolinea il messaggio – rappresenta “un grande ostacolo alla sinodalità”.

Vicinanza agli esclusi

Ma il documento finale dell’Assemblea ecclesiale trabocca anche di grandi speranze, prima fra tutte quella per una “effettiva solidarietà con i più poveri e vulnerabili”, in secondo luogo per una vita religiosa che sappia davvero “testimoniare e vivere la Buona Novella” ed infine per un sinodo che sia “uno spazio significativo di incontro e di apertura per la trasformazione delle strutture ecclesiali e sociali”, in modo da consentire “un rinnovato slancio missionario e la vicinanza agli esclusi”.

Tutela della vita da concepimento a morte naturale

Le sfide, tuttavia, non mancano e i presuli latinoamericani le ricordano, partendo dalla necessità dell’evangelizzazione “per un rinnovato incontro di tutti con Gesù Cristo”. Centrale anche il richiamo ad “accompagnare e promuovere il protagonismo dei giovani”, così come ad “un’adeguata attenzione alle vittime degli abusi nei contesti ecclesiali”, coadiuvata da “un impegno nella prevenzione” di tali crimini. Reiterati, inoltre, gli inviti a promuovere “la partecipazione attiva delle donne nei ministeri e nei processi decisionali ecclesiali”, così come “la promozione della vita umana dal concepimento alla morte naturale” ed il maggior coinvolgimento “dei laici negli spazi di trasformazione culturale, politica, sociale ed ecclesiale”.

Sinodalità è essenza della Chiesa, non moda passeggera

Ulteriori sfide richiamate dal messaggio riguardano la maggiore attenzione da dare “all’ecologia integrale, al valore dei popoli nativi, all’inculturazione, all’ interculturalità e a tutto ciò che contribuisce ad una adeguata formazione alla sinodalità”, che “non è una moda passeggera o uno slogan vuoto”, bensì “l’essenza stessa” della Chiesa. Il documento si conclude con l’affidamento alla Vergine di Guadalupe, Patrona d’America, affinché accompagni “con coraggio e creatività” la Chiesa del continente, rendendola sempre più “Chiesa in uscita, sinodale e missionaria”.

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