Marco Guerra – Città del Vaticano
Sebbene al termine del periodo degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (2000-2015), il 91% della popolazione mondiale faceva ricorso a fonti di acqua potabile migliorate, ad oggi 2,2 miliardi di persone ancora devono affrontare problemi relativi ad un adeguato approvvigionamento idrico e 4,2 miliardi subiscono le ripercussioni di questo fenomeno sui servizi igienico sanitari. I dati forniti dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite su “Acqua e cambiamenti climatici” dicono che resta molto da fare sul fronte della gestione delle risorse idriche e dei conseguenti impatti sulla salute umana.
Giornata 2021: Valorizzare l’acqua
La governance globale, impegnata nell’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, è chiamata anche ad una sfida culturale volta a sensibilizzare tutte le popolazioni. Per questo motivo la Giornata mondiale dell’acqua, istituita dalle Nazioni Unite nel 1992 e che si celebra ogni 22 marzo, quest’ anno ha avuto come tema “Valorizzare l’acqua”, allo scopo di accresce la consapevolezza della crisi idrica globale e sostenere il raggiungimento dell’obiettivo di sviluppo sostenibile (SDG) 6: acqua e servizi igienico-sanitari per tutti entro il 2030. “Il valore dell’acqua è molto più del suo prezzo – si legge sul sito dell’Unesco – l’acqua ha un valore enorme e complesso per le nostre famiglie, il cibo, la cultura, la salute, l’istruzione, l’economia e l’integrità del nostro ambiente naturale. Se trascuriamo qualcuno di questi valori, rischiamo di gestire male questa risorsa finita e insostituibile”.
L’iniziativa Water of Africa
In questa cornice, Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale specializzata nella lotta contro le cause e gli effetti della fame e della malnutrizione infantile, ha organizzato un’iniziativa tesa a scuotere le coscienze e a riaccende i riflettori sulla carenza di acqua potabile. L’Ong ha introdotto in alcuni punti vendita un marchio fittizio di acqua, “Water of Africa”, che rappresenta l’acqua che milioni di persone, in Africa ma anche in altre aree del pianeta, raccolgono un po’ dovunque pur di dissetarsi. Il suo colore è giallo paglierino, talvolta marrone o rossastro. La bottiglia che la contiene dispone di un’etichetta che, anziché elencare le proprietà benefiche delle nostre acque “minerali”, annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo con il suo consumo. In pratica è stata messa in scena una candid camera, con l’acqua contaminata provocatoriamente in vendita in store e nei supermercati partner dell’iniziativa. In questi luoghi sono stati predisposti distributori di acqua. Gli ignari clienti, certi di prelevare una normale bottiglia d’acqua da mezzo litro, si sono ritrovati davanti “l’acqua che mai avrebbero bevuto”.
Bambini vittime di acqua contaminata
La provocazione lanciata da Azione contro la Fame (documentata con alcuni video) vuole mostrare gli effetti dell’acqua contaminata, che rischia di essere bevuta quotidianamente da 319 milioni di persone solo nell’Africa Subsahariana. Il fenomeno della contaminazione delle fonti è infatti particolarmente diffuso in questa area del mondo dove molte famiglie non hanno accesso all’acqua nelle proprie case e non dispongono di un pozzo vicino al luogo in cui vivono. Si dissetano, spesso, attraverso fonti d’acqua non trattata e, di conseguenza, finiscono per mettere a dura prova organismi già indeboliti dall’assenza di cibo e nutrienti essenziali alla salute. Secondo i dati riportati dalla Ong, decine di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni. Circa 180mila minori sotto i 5 anni muoiono ogni anno – circa 500 al giorno – nell’Africa subsahariana a causa di malattie diarroiche legate a inadeguatezze idriche e igieniche.
Garroni: 780 milioni di persone senza acqua potabile
“Ciò che noi diamo per scontato non lo è per tantissime persone, nel mondo ci sono circa 780 milioni di persone che non dispongono di un servizio di acqua potabile, se leghiamo questo discorso ai servizi igienici parliamo di miliardi di persone che ovviamente non hanno garanzie sulla salute, con conseguenze sociali molto pesanti dovute al tempo necessario speso per raggiungere le fonti”, così a VaticanNews il direttore di Azione contro la fame, Simone Garroni, offre una fotografia del mancato accesso alle risorse idriche.
Gli interventi in Africa
Alla luce della loro esperienza sul campo, Garroni sottolinea che circa la metà delle popolazioni che non hanno accesso all’acqua vive nell’Africa Subsahariana: “L’incidenza del fenomeno qui riguarda il 40% della popolazione, è l’area prioritaria dove intervenire, senza dimenticare le altre, sia sugli effetti che sulle cause”. Nei cinquanta Paesi dove opera, Azione contro la fame interviene sia con interventi infrastrutturali sia con soluzioni di emergenza, “scaviamo pozzi, costruiamo reti idriche – spiega ancora Garroni – ma anche interventi più semplici come fornire pastiglie per la potabilizzazione che consentono di eliminare la parte nociva dell’acqua già disponibile”.
Acqua contaminata e malnutrizione
Il direttore di Azione contro la fame racconta poi le reazioni alla campagna Water of Africa: “Le persone convolte nella candid camera hanno manifestato il loro stupore, la loro indignazione e qualcuno si è anche commosso, un bambino si è rivolto alla mamma chiedendole perché i suoi coetanei in Africa siano costretti a bere acqua sporca”. Garroni infine evidenzia il nesso tra acqua contaminata e malnutrizione infantile: “Le malattie intestinali, provocate dai batteri presenti nell’acqua, innescano vomito e diarrea che portano i bambini, già indeboliti, in uno stato di malattia e poi di morte”. Il monito lanciato tutto il mondo è quindi quello di non sprecare risorse idriche, “se pur indiretto il nostro consumo eccessivo di acqua impatta sul sistema”.