All’iniziativa, organizzata da diverse università pontificie e dalla Cattolica di Avila, hanno preso parte alcuni rappresentanti dei Dicasteri delle Cause dei Santi, per la Cultura e l’Educazione e per l’Evangelizzazione che hanno riflettuto sul tema “Donne nella Chiesa: artefici dell’umano”
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Donne sante, donne esempio di vita cristiana: sono state loro le protagoniste della “Giornata celebrativa. Donne nella Chiesa: artefici dell’umano” che si è svolta questo pomeriggio alla Pontificia Università Urbaniana in preparazione al convegno internazionale che, sullo stesso tema, si terrà fra un anno, il 7 e l’8 marzo. L’evento è stato voluto dall’ateneo specializzato nella formazione del clero missionario insieme all’Università Cattolica di Avila (UCAV), alla Pontificia Università della Santa Croce, alla Pontificia Facoltà Teologica Teresianum e all’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, con il patrocinio dei Dicasteri delle Cause dei Santi, per la Cultura e l’Educazione e per l’Evangelizzazione – Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo. Ad aprire i lavori il rettore dell’Urbaniana, padre Leonardo Sileo, che ha evidenziato la necessità, oggi, di riconoscere la presenza di tanti santi e sante nell’intera famiglia umana e il bisogno di imparare a vivere consapevolmente e fruttuosamente dalla vita dei santi e dalla santità femminile in particolare. María del Rosario Sáez Yuguero, rettore dell’Università Cattolica di Avila, tornando sulla figura di Teresa d’Avila, maestra di vita spirituale, modello di donna del nostro tempo e dalla quale si impara che non si può incontrare la felicità se non si sperimenta Dio nella propria vita, ha ripreso le fila del convegno interuniversitario “Donne Dottori della Chiesa e Patrone d’Europa in dialogo con il mondo d’oggi” organizzato un anno fa, sempre all’Urbaniana, e che avrà il suo seguito in quello pensato per il prossimo anno.
Un pellegrinaggio giubilare dedicato alle donne dottori della Chiesa
Di “Santità e Giubileo del 2025” ha parlato monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto della Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo del Dicastero per l’Evangelizzazione, che ha annunciato l’inserimento fra i pellegrinaggi giubilari di un cammino dedicato alle donne patrone e dottori della Chiesa evidenziando che il tema della santità assume un interesse maggiore alla luce del cammino che la Chiesa sta compiendo, soprattutto rileggendo i tratti di quei “santi della porta accanto” che Papa Francesco descrive nella sua Esortazione Apostolica Gaudete et Exultate. Monsignor Fisichella ha spiegato che la vita di santità si esprime nella vita della sequela e che la via della santità è legata alla natura stessa della Chiesa, dove nessuno è escluso da questa chiamata. “La santità è l’impegno di vita per i credenti – ha aggiunto – con un richiamo a uno stile di vita coerente, che al primo posto pone l’ascolto della Parola di Dio”. Richiamando poi al motto scelto da Francesco per il Giubileo del 2025, “Pellegrini di speranza” il presule ha chiarito che “la chiamata alla santità impone un pellegrinaggio che comporta la conversione del cuore” e che “la via della santità non è chiusa in sé stessa, ma produce, a sua volta, santità e santifica”.
I diversi aspetti della santità al femminile
Ha offerto una panoramica delle cause di canonizzazione al femminile il segretario del Dicastero per le Cause dei Santi, monsignor Fabio Fabene, precisando che durante il pontificato di Francesco sono state canonizzate 26 donne, ne sono state beatificate 130 mentre per 151 è stato aperto l’iter. “Le donne sante offrono un esempio di capacità e perseveranza” ha detto monsignor Fabene rimarcando che il contributo fondamentale che la donna riporta nel tessuto ecclesiale è quello della tenerezza, richiamato spesso dal Papa, e che la chiave di volta della santità al femminile è quella volontà di perfezionarsi e prodigarsi per gli altri. Il sottosegretario del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, Antonella Sciarrone Alibrandi, ha offerto a sua volta un esempio di “Santità femminile ed educazione” tracciando il ritratto di Armida Barelli, cofondatrice dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha speso la sua vita perché la cultura fosse aperta a tutti e soprattutto alle donne. Quanto alla santità nella famiglia e nel matrimonio Gabriella Gambino, sottosegretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, ha citato diversi esempi partendo da Gregorio e Nonna fino ai coniugi Beltrame Quattrocchi. “Oggi la Chiesa sta acquisendo la consapevolezza di tante famiglie della porta accanto che hanno lasciato una traccia di vita cristiana” ha osservato, facendo notare che quello delle coppie è un cammino insieme verso il cielo, dove la santità consiste nell’intrecciare la dimensione orizzontale e verticale della vita, ma ricordando che oggi ci sono anche tante famiglie al femminile, dove donne eroiche, rimaste sole, cercano di salvare i legami familiari.
Donne artefici dell’umano
A Vatican News Cristina Reyes, vice-rettore della Pontificia Università della Santa Croce, che ha illustrato i contenuti del convegno sulle donne in programma nel 2024, ha precisato che l’idea è quella di riflettere su persone reali, storie reali, fatti e parole di donne che hanno vissuto la loro esperienza cristiana con pienezza. Il prossimo anno le donne “artefici dell’umano” di cui si parlerà sono 10, di diverse parti del mondo. Tra loro Madeleine de Jésus, dalla Francia, Elizabeth Ann Seton, dagli Stati Uniti, Mary MacKillop dall’Australia, Laura di Santa Caterina da Siena, dalla Colombia, Madre Teresa di Calcutta, dall’Albania. Sono tutte religiose, ognuna ha la propria spiritualità, la propria testimonianza di vita”, riflette Reyes che evidenzia la profondità, anche, di queste donne nel vivere la sofferenza. L’obiettivo del prossimo convegno è l’evangelizzazione, dice al nostro microfono la professoressa Lorella Congiunti, docente alla Pontificia Università Urbaniana e membro della segreteria organizzativa “farci strumento di questa missione che abbiamo come donne, come battezzate”. “In tutto il mondo ci sono tante piccole figure che hanno contribuito tantissimo alla edificazione di un mondo migliore, all’edificazione delle Chiese locali – conclude la professoressa Congiunti – hanno illuminato e ci possono illuminare ancora”.