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Papa Francesco ha nominato nunzio apostolico presso l’Unione Europea mons. Aldo Giordano, 66 anni, piemontese, arcivescovo titolare di Tamada, finora nunzio in Venezuela. Succede a mons. Alain Paul Lebeaupin che aveva concluso il suo incarico nel novembre dell’anno scorso. La nomina avviene proprio alla vigilia della Giornata dell’Europa che ricorre domenica 9 maggio.
Monsignor Aldo Giordano è nato il 20 agosto 1954 a Cuneo. Ordinato sacerdote nel 1979, ha ottenuto il Baccellierato presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e la Licenza in Filosofia alla Pontificia Università Gregoriana. Per la ricerca di dottorato si è dedicato al pensiero di Nietzsche. Durante il periodo degli studi a Roma ha collaborato come vice-parroco nella Parrocchia del SS. Sacramento sulla Prenestina.
Dal 1982 al 1996 è stato professore di filosofia presso lo Studio teologico interdiocesano e la Scuola Superiore di Scienze religiose di Fossano (Cuneo). A livello diocesano ha insegnato per alcuni anni storia della filosofia nel liceo classico del seminario, ha tenuto corsi di etica alla scuola di teologia per laici, ha collaborato come vice-parroco nella parrocchia di S. Pio X a Cuneo e ha seguito la pastorale diocesana per gli ambiti della politica, economia, medicina e cultura. Le ricerche e le pubblicazioni sono dedicate in particolare alla filosofia contemporanea, all’etica e al tema Cristianesimo ed Europa.
Il 15 maggio 1995 è stato eletto segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) e si è trasferito nella sede del segretariato a St. Gallen (Svizzera). Ha svolto questo incarico a servizio della comunione e collaborazione con i vescovi europei per 13 anni. È stato nominato cappellano di Sua Santità nel 2002 e prelato di Sua Santità nel 2006. Nel 2008 è stato nominato osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa di Strasburgo e nel 2013 nunzio in Venezuela, anno in cui è stato consacrato vescovo. Nel settembre 2013 ha pubblicato il libro: Un’altra Europa e possibile, Ideali cristiani e prospettive per il vecchio Continente, in cui ha raccolto le esperienze e le riflessioni dei quasi 20 anni di servizio alla Chiesa in Europa. Conosce il francese, l’inglese, il tedesco e lo spagnolo.
“La Chiesa – aveva sottolineato monsignor Giordano in una intervista alla Radio Vaticana – è interessata al fatto che l’Europa sia più unita. Siamo interessati ad un processo di unificazione, ad un processo che dia maggiore stabilità al nostro continente, sempre in una prospettiva mondiale. La Chiesa ha sempre un orizzonte molto grande, l’interesse è per tutta l’umanità e per tutti i Paesi. Desideriamo un’Europa più unita e più stabile, perché in questa maniera è più capace di contribuire alle altre regioni della terra, in uno scambio di doni”.
Nello stesso tempo rifletteva sulla questione dei valori: “Quando facciamo l’elenco dei valori noi siamo facilmente d’accordo, siamo ancora tutti d’accordo che la dignità della persona umana, la libertà, la fraternità, l’uguaglianza, il diritto delle minoranze siano riconosciuti come valori. Ma la questione emerge nel momento in cui noi vogliamo dare un contenuto ai valori. A questo punto ci troviamo spesso a mani vuote, perché lo stesso valore noi lo possiamo usare per discorsi molto diversificati o anche contrari l’uno con l’altro. La dignità della persona umana è citata oggi in tantissimi discorsi, per discorsi che sono per la vita o discorsi che sono contro la vita. Allora, il problema è il contenuto, il problema è anche il fondamento dei valori. Credo che la Chiesa e i cristiani possano dare un grosso contributo al fondamento, all’interpretazione, al contenuto dei valori. In una prospettiva globale abbiamo un bisogno molto urgente di avere valori universali, che vadano al di là del relativismo delle singole culture o addirittura dei governi, dei legislatori o anche delle religioni. Questo mi sembra un contributo importante della Chiesa”.