Isabella Piro – Città del Vaticano
Digiuno fino a mezzogiorno o, per chi può, fino a sera, e partecipazione quotidiana ai momenti di preghiera e alla celebrazione della Messa: così la maggioranza dei cristiani dell’Iraq si prepara a vivere la così detta “Resurrezione di Ninive”, una tre giorni di digiuno e preghiera che avrà inizio oggi, 25 gennaio, dando vita ad una sorta di anticipazione della Quaresima. Come spiega in una nota il Patriarca di Babilonia dei Caldei, Cardinale Louis Raphaël Sako, il nome dell’iniziativa fa riferimento all’episodio biblico di Giona: inviato da Dio nella città di Ninive per predicare alla popolazione, egli si rifiuta di obbedire perché Ninive è una città non ebraica. Travolto da una tempesta marina, Giona viene inghiottito da una balena: terrorizzato e pentito, implora il perdono di Dio ed ha salva la vita. Questo episodio, sottolinea il Cardinale Sako, dimostra che “Dio è misericordioso, è un Padre compassionevole che si prende cura di tutti i suoi figli e figlie che ha creato e desidera la loro salvezza”.
Dalla sofferenza un’opportunità di grazia e bontà
Inoltre, Ninive fu al centro di una drammatica pestilenza che colpì la Mesopotamia nel VI secolo: una situazione simile a quella di oggi, ribadisce il porporato, in cui la pandemia da Covid-19 ha colpito “la vita di milioni di persone”. “Si tratta di una catastrofe globale sotto tutti i punti di vista – scrive ancora il Patriarca caldeo – con conseguenze negative per la salute delle persone, le attività sociali, culturali, economiche e religiose”. Ma come la peste del passato è stata superata, così “anche noi possiamo trasformare questa dolorosa esperienza della pandemia in un’opportunità di grazia e di bontà, attraverso la solidarietà spirituale e sociale”. “Pentiamoci dei nostri peccati – è l’esortazione del Cardinale Sako – preghiamo per la salvezza dal coronavirus, contempliamo il significato della nostra esistenza, assumiamoci le nostre responsabilità nei confronti dei nostri fratelli e sorelle ed esprimiamo la solidarietà a tutti i malati, a chi ha perso il lavoro e il sostentamento: tendiamo loro la mano”.
Una preghiera speciale per il Papa
Dal porporato arriva anche un forte invito a “pregare per il ritorno della pace, della sicurezza e della stabilità nel Paese e nella regione, dopo tutte le guerre e i conflitti che le hanno consumate”. Un’orazione speciale è richiesta, infine, affinché si possa realizzare la visita di Papa Francesco in Iraq, prevista dal 5 all’8 marzo prossimi, con tappe a Bagdad, alla piana di Ur, legata alla memoria di Abramo, alla città di Erbil, così come Mosul e Qaraqosh nella piana di Ninive. Da ricordare che, a tal proposito, il Patriarca caldeo ha composto un’apposita supplica che la Chiesa locale recita da domenica scorsa, 17 gennaio.
E la tanto attesa visita del Pontefice è stata al centro anche della riunione del Consiglio dei vescovi cattolici iracheni, svoltasi martedì 19 gennaio presso la sede del Patriarcato caldeo ad Al-Mansour nella capitale, Baghdad. A presiedere i lavori è stato il cardinale Sako; vi hanno partecipato i vescovi Jean Soliman, John Boutros Moshe, Ephrem Youssef Aba, Mikha Makdisi, Bashar Warda, Youssef Touma, Habib Al-Nawfali, Basileus Yeldo, Mikhail Naguib, Robert Gerges, Nathanael Nizar Samaan, Felix Shabi, Athanasios Firas Dardar e Monsignor Joseph Narcis. Presente anche il Nunzio apostolico in Iraq, Monsignor Mitja Leskovar.