Ministero della Cultura e Regione Veneto hanno siglato un’intesa con la Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo per la valorizzazione dei reperti audiovisivi su Giovanni Paolo I e Pio X. Un progetto che ha l’obiettivo di incrementare la conoscenza di queste figure a partire dalla ricerca dei materiali presso archivi e cineteche in Italia e nel mondo
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Ci sono i reperti audiovisivi su Giovanni Paolo I e Pio X al centro dell’accordo firmato stamattina a Venezia dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto e dalla Fondazione Memorie Audiovisive del Cattolicesimo (MAC). Quest’ultima ha definito un progetto all’insegna del recupero delle fonti che – secondo una nota diffusa al termine della cerimonia avvenuta a Palazzo Barbi – si articola su un doppio binario tra archivi e cineteche in Italia e nel mondo.
Patrimonio da raccogliere
Da un lato, c’è la mappatura delle fonti audiovisive (fiction e non fiction) sui due Pontefici e, dall’altro, la ricognizione di scritti e discorsi sul rapporto tra queste due figure e l’universo dei media prima e dopo la loro elezione al soglio pontificio. Il patrimonio raccolto verrà opportunamente digitalizzato e quindi messo a disposizione di chiunque attraverso la Digital Library MAC, che il frutto di una linea di azione continuamente sollecitata da Papa Francesco e che vede impegnati diversi player accademici e tecnici a cominciare dall’Università Telematica Internazionale Uninettuno.
Divulgare ai più giovani
L’obiettivo dell’iniziativa sui Papi Veneti è di incrementare la conoscenza attorno a queste due importanti figure con particolare attenzione alle nuove generazioni. Gli strumenti che si prevede di impiegare sono differenti. Si parte dalla realizzazione di materiale divulgativo (non solo di natura audiovisiva) per arrivare alle attività di promozione dei materiali prodotti attraverso enti, istituzioni scolastiche, soggetti pubblici e privati. In mezzo c’è la competenza nella ricerca e nel trattamento dei reperti audiovisivi, grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie a disposizione sul fronte del restauro. Tutto questo, appunto, per assicurare una adeguata diffusione e per rendere fruibili tali prodotti alla più vasta platea di interlocutori.
ASCOLTA L’AUDIO DI MONSIGNOR VIGANO’
Il Papa “invisibile”
Dialogando con i giornalisti a margine della firma, il presidente della Fondazione MAC, monsignor Dario Edoardo Viganò, ha parlato del paradosso di Pio X. “È il Papa ‘invisibile’”, ha detto. “Perché appena sale al soglio pontificio pone il divieto di riprendere l’effigie del Santo Padre e così avremo di lui molti documentari solo a partire dal 1954, anno della sua canonizzazione. Sebbene, per la verità, noi abbiamo conoscenza di tre ‘vedute’ (riprese n.d.r) che vennero realizzate tra il 1941 e il 1915. Tuttavia, ad oggi, le ricerche nei vari archivi non hanno prodotto alcun ritrovamento”.
Luciani e Roncalli
Anche in merito ad Albino Luciani c’è molto da fare. Come noto, a causa della breve durata del suo pontificato, sono relativamente poche le fonti audiovisive su quel periodo. Tuttavia, le ricerche si concentrano a livello locale ripercorrendo la sua azione pastorale in qualità di vescovo. Viganò, ha sottolineato come questo progetto della Fondazione MAC possa affiancarsi all’importante lavoro sul magistero di Papa Luciani svolto dalla Fondazione Giovanni Paolo I, guidata dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. L’iniziativa – ha annunciato inoltre Viganò – prevede di dedicare uno sguardo particolare anche a Roncalli, sebbene tecnicamente non sia un Papa veneto. Eppure – ha spiegato – “la storia audiovisiva dei suoi anni da patriarca di Venezia sono importanti per comprendere il futuro Giovanni XXIII”.
Proteggere la memoria
“La Regione non poteva sottrarsi dal prendere parte a questo progetto”, ha dichiarato il presidente del Veneto Luca Zaia, sottolineando il legame fra queste due figure e il territorio. “Abbiamo aderito con grande orgoglio sapendo che proteggere e rendere fruibile la memoria diretta è fondamentale per conoscere la nostra storia e il valore di due così importanti personaggi”, ha proseguito. “La storia del Cattolicesimo in Veneto – sono ancora parole di Zaia – concorre fortemente alla nostra identità e cultura: è un perno fondamentale della nostra società. Vogliamo che sia ancor più conosciuta, non solo negli aspetti di fede, ma anche dal punto di vista storico e degli accadimenti”.