Chiesa Cattolica – Italiana

Al Papa i due orologi Amatrice

di Giampaolo Mattei

Ci saranno due orologi sulla nuova torre civica, divenuta ancor più simbolo di speranza per Amatrice dopo il devastante terremoto del 24 agosto 2016 che ha causato 239 morti su 2.500 abitanti.

«Un orologio scandirà il passare del tempo e l’altro i tempi della ricostruzione»: è con progetti di speranza e con il dolore della memoria che  il sindaco di Amatrice, Giorgio Cortellesi, si è presentato stamani a Papa Francesco, all’udienza generale. Accanto a lui il vescovo Domenico Pompili, particolarmente vicino a quelle popolazioni terremotate.

Un incontro sulla scia della visita che il Pontefice ha compiuto, domenica scorsa, a L’Aquila tra le crepe e le speranze dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Amatrice e L’Aquila sono vicine, non solo geograficamente, nell’impegno per una ricostruzione che non lasci indietro nessuno.

«Ricordiamo la visita del Papa il 4 ottobre, pochi giorni dopo il terremoto» dice il sindaco di Amatrice. «Ma la vera questione — fa presente — è la ricostruzione morale prima ancora che materiale. Sono passati sei anni e la nostra gente si sente sradicata. Costretta a vivere in container o tendopoli, con tutti i doverosi aiuti e sostegni, ora sta faticando a ritornare a una vita ordinaria». Eppure è il passo decisivo, persino urgente, da compiere per provare a rivivere, quanto prima, una esperienza quotidiana di “normalità”.

«Abbiamo davanti a noi una grande sfida: costruire il futuro, armonizzando tradizione, memoria, identità e modernizzazione» rilancia il sindaco. «Dobbiamo rivitalizzare una comunità che deve scegliere una terra dove si possa vivere bene, mettere su famiglia, investire. Per questo ci vogliono servizi efficienti, infrastrutture di qualità e occasioni produttive serie».  Insomma «non una città dormitorio, ma una città vivibile».

Riguardo alla ricostruzione materiale del paese, il sindaco parla di cantieri attivi e altri che, invece, devono ancora essere aperti. E poi c’è, appunto, la torre civica. Lunedì 1° agosto sono partiti i lavori di consolidamento e restauro. Si prevede la fine in circa 8 mesi. Posta all’incrocio tra le due direttrici principali della città — via Roma e Corso Umberto — è da sempre un elemento cardine del sistema urbano storico di Amatrice. Danneggiata solo in parte dal sisma con il crollo della cella campanaria, e divenuta simbolo del terremoto del 24 agosto 2016, rappresenta oggi, con il suo cantiere, davvero un particolare segno concreto di ripartenza.

Al Papa che non ha mai fatto mancare «vicinanza e preghiera», spiega Cortellesi, «siamo venuti a parlare di speranza» per Amatrice certo, ma anche per la gente di Accumoli e di Arquata del Tronto duramente colpite dal sisma e ora alle prese con le stesse dinamiche di ricostruzione morale e materiale.

Francesco ha incoraggiato anche l’attività di ricostruzione morale attraverso lo sport testimoniata, ormai da 30 anni, dalla “Scopigno cup Rieti”, torneo internazionale di calcio under 17 “Città di Rieti e Amatrice”. Le partite si stanno giocando proprio in questi giorni. Il torneo sostiene anche progetti contro tumori e leucemie infantili e l’attività della casa famiglia “L’arcobaleno” per bambini orfani.

Particolarmente festosa la partecipazione all’udienza di 250 ragazzi della diocesi di Chiavari che stanno vivendo l’esperienza del pellegrinaggio diocesano con il loro vescovo Giampio Devasini. «Dopo due anni di stop, dovuto all’emergenza sanitaria, i ragazzi che hanno ricevuto la cresima quest’anno, insieme a catechisti e accompagnatori, hanno trascorso tre giornate insieme, rinnovando le promesse della loro fede sulla tomba di San Pietro» spiega il vescovo. È «una tradizione significativa che si rinnova», fa presente. Particolarmente sentita la celebrazione della messa all’altare della Cattedra della Basilica Vaticana e la visita all’ospedale pediatrico  Bambino Gesù.

Con entusiasmo hanno “abbracciato” Francesco i cinquanta ragazzi (tra i 6 e i 12 anni) che danno vita al “Piccolo coro arcobaleno” della parrocchia di San Giovanni Battista e San Rocco a Costa di Rovigo. Accompagnati dal parroco, don Silvio Baccaro, hanno cantato Pace sia, Pace a voi  (Gen Rosso e Gen verde), proprio per sostenere l’impegno del Pontefice per la pace.

Durante l’udienza generale, al Papa è stato presentato il film Mother Theresa: no Greater Love , prodotto dai Cavalieri di Colombo in collaborazione con le Missionarie della carità, che sarà distribuito, il 3 e 4 ottobre, in oltre 900 sale negli Stati Uniti d’America e in Canada. Il 5 settembre si ricorderanno i venticinque anni della morte di madre Teresa.

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