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La seconda e ultima giornata del vertice in corso a Liverpool sotto la presidenza britannica, in cui si ritrovano i ministri di Esteri e Sviluppo dei Grandi della Terra, lascia spazio alle tematiche relative a vaccini e sicurezza sanitaria globale, e alla promozione e alla protezione dei diritti delle donne e all’emancipazione femminile. Eccezionalmente nelle sessioni plenarie si uniscono oggi ai lavori anche i capi della diplomazia di quattro Paesi dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (Asean), con uno sguardo particolare agli equilibri nella regione Indo-Pacifica, in primo luogo in Myanmar.
Ucraina, Russia e Cina al centro del dibattito
A tenere banco però, ieri come oggi, è ancora la questione della sicurezza internazionale e la geopolitica, e arrivano le prime dichiarazioni congiunte. In primo piano la strategia occidentale in rapporto all’influenza di Cina e Russia nelle aree balcaniche e in Ucraina, e poi la situazione in Afghanistan, Iran e Corea del Nord insieme all’ondata migratoria tra Mediterraneo e Balcani. L’appello a fare fronte comune contro “gli aggressori che cercano di limitare il campo della libertà e della democrazia” era stato lanciato in avvio dei lavori dalla ministra britannica Liz Truss che ha invitato i partner a riflettere su come rafforzare “l’architettura della sicurezza” occidentale. La tensione è cresciuta nelle ultime settimane soprattutto sul fronte ucraino per le accuse, smentite da Mosca, di una possibile invasione. Gli Stati Uniti sono per “una risposta ferma” e “sanzioni forti” nel caso di una escalation, ma tengono aperta la porta del dialogo. Prevista infatti per il 13 dicembre una missione dell’emissario Usa per l’Europa Donfried, in Russia e in Ucraina per spingere sulla strada dei progressi diplomatici.
Dai lavori del G7 resta ferma la convinzione della sovranità territoriale dell’Ucraina e del suo diritto a determinare il proprio futuro. A Mosca il messaggio unanime a ridurre le azioni di forza e a perseguire canali diplomatici nella consapevolezza che ogni azione di forza avrebbe “massicce conseguenze e gravi costi”.
Aperto anche il capitolo Cina. Sempre la ministra britannica Truss ha affermato che l’Occidente deve lavorare per porre fine alla “dipendenza strategica” da Pechino da parte di un numero crescente di Paesi a basso e medio reddito, in vari settori. A tal proposito Londra ha chiesto ai partner di fornire a quei Paesi più finanziamenti infrastrutturali e tecnologici, per offrire “un’alternativa al debito insostenibile delle economie non di mercato”, come appunto la Cina.