Chiesa Cattolica – Italiana

AI Ethics for Peace, Paglia: la tecnologia favorisca la pace e la riconciliazione tra i popoli

È iniziata oggi, 9 luglio, a Hiroshima, in Giappone, la due giorni che riunisce leader religiosi di tutto il mondo che ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale. Tra i diversi interventi quello del presidente della Pontificia Accademia per la Vita che ha rimarcato la necessità di un’azione comune. Domani la firma della Rome Call, documento con il quale si vuole sottolineare l’importanza dell’approccio multireligioso

Vatican News

“Tutte le religioni sono chiamate a lavorare assieme per il bene dell’umanità che abita questo pianeta, e per la salvaguardia del pianeta stesso, casa comune di ogni essere vivente. Questo riguarda ogni aspetto della nostra vita, e quindi anche ogni nuovo strumento che il progresso tecnologico ci mette a disposizione”. Con queste parole l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha salutato oggi, 9 luglio, a Hiroshima, in Giappone, la prima delle due giornate di “AI Ethics for Peace”, evento attraverso il quale le principali religioni del mondo intendono impegnarsi per un’etica dell’intelligenza artificiale, promosso dalla Pontificia Accademia della Vita, da Religions for Peace Japan, dall’Abu Dhabi Forum for Peace degli Emirati Arabi Uniti e dalla Commissione per le relazioni interreligiose del Gran Rabbinato di Israele. Attraverso questa iniziativa, si vuole evidenziare l’importanza cruciale delle religioni nel dare forma a una società nella quale lo sviluppo tecnologico tuteli la dignità di ogni singolo essere umano e dell’intero pianeta e che domani, 10 luglio, vedrà sedici leader religiosi firmare la Rome Call for AI Ethics.

L’appello per la pace

Nel suo intervento, monsignor Paglia si è soffermato sull’intelligenza artificiale, “grandioso strumento con illimitate possibilità di applicazione” che “può e deve essere guidato affinché le sue potenzialità siano al servizio del bene sin dal momento della sua progettazione”. “È questa la nostra comune responsabilità – ha aggiunto -, e in questo sforzo condiviso possiamo scoprire una reale fratellanza. A Hiroshima, un luogo di altissimo valore simbolico, invochiamo con forza la pace – ha detto ancora – e chiediamo che la tecnologia sia driver di pace e di riconciliazione tra i popoli”. Ritrovandosi insieme si vuole dire “a gran voce che stare assieme ed agire assieme è l’unica possibile soluzione”, ha concluso il presule.

L’impegno delle diverse religioni

Nei discorsi di apertura, parole significative sono state pronunciate anche dai leader degli altri partner organizzatori. “La nostra missione, come Religions for Peace Japan, è quella di fornire sostegno e guida agli sforzi per migliorare l’uguaglianza e il rispetto reciproco per gli individui e le istituzioni in tutta la società, sulla base dei nostri obiettivi spirituali comuni”, ha dichiarato il monaco buddista Yoshiharu Tomatsu, presidente di Religions for Peace Japan, aggiungendo che “i recenti progressi dell’intelligenza artificiale (IA) hanno portato alla nascita di nuovi potenti strumenti che possono potenzialmente aiutare tali sforzi o, se usati per altri scopi, minarli notevolmente”. Di fronte a queste sfide, l’impegno è quello di “promuovere l’inclusività e il rispetto reciproco per tutti”. Shaykh Abdallah Bin Bayyah, musulmano, presidente del Forum per la Pace di Abu Dhabi e presidente del Consiglio degli Emirati Arabi Uniti per la Fatwa, ha, invece, sottolineato, quanto siano necessari “la cooperazione, la solidarietà e il lavoro comune” per poter “affrontare gli sviluppi dell’intelligenza artificiale, in cui si mescolano interessi, danni e benefici, per garantire che i suoi sistemi e prodotti non siano solo tecnicamente avanzati ma anche moralmente validi”, ma questo richiede “uno sforzo collettivo e un lavoro continuo”. “Come persone di fede, abbiamo la responsabilità unica di infondere nella nostra ricerca sull’IA chiarezza morale e integrità etica” ha rimarcato rabbi Eliezer Simha Weisz, membro della Commissione del Gran Rabbinato d’Israele per le relazioni interreligiose, facendo notare che l’IA viene utilizzata “non solo come strumento di progresso, ma anche come mezzo per approfondire il nostro legame con il divino e rafforzare il nostro cammino spirituale”, oltreché per far progredire “la ricerca medica, migliorare l’accesso all’istruzione e affrontare le sfide della società con un rinnovato senso di scopo e convinzione”.

La necessità di una governance etica

Di rilievo l’intervento di padre Paolo Benanti, professore di Etica della Tecnologia presso la Pontificia Università Gregoriana, che ha presentato l’Addendum di Hiroshima sull’IA generativa, documento che evidenzia la necessità di una governance etica dell’IA generativa – un processo continuo e iterativo che richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti affinché il suo potenziale sia utilizzato per il bene dell’umanità. Dell’applicazione dei principi della Rome Call alla realtà del mondo tecnologico e della responsabilità che i produttori di IA condividono hanno parlato i leader delle big tech presenti. Brad Smith, vice chair e presidente di Microsoft, uno dei primi firmatari della Call, ha affermato che “Hiroshima funge da sfondo emozionante per contribuire a garantire che una tecnologia creata dall’umanità sia al servizio di tutta l’umanità e della nostra casa comune”, mentre Dario Gil, IBM senior vice president e director of research, ha fatto notare che “l’IA è una tecnologia che ha implicazioni in ogni Paese, settore e sistema di valori” e che “i suoi benefici dovrebbero avere un impatto sull’intera umanità” per questo, “attraverso iniziative come l’IA Alliance”, allo scopo di “far progredire in modo trasparente un’IA sicura e responsabile, radicata nell’innovazione aperta” si stanno “unendo sviluppatori, ricercatori, leader del settore e sostenitori”. Nostra ambizione “è quella di utilizzare l’IA per contribuire ad alimentare un futuro inclusivo per tutti”, ha puntualizzato, poi, Dave West, president of Asia Pacific, Japan, and Greater China di Cisco.

Gli interventi dei rappresentanti dell’Onu

Sui rischi e benefici dell’IA ha offerto la sua riflessione anche Amandeep Singh Gill, inviato del segretario generale delle Nazioni Unite per la tecnologia, osservando che “la Rome Call for AI Ethics incarna lo spirito necessario per una governance globale dell’IA” ed “è in linea con gli sforzi del segretario generale delle Nazioni Unite per assicurare che la governance dell’IA sia globale, inclusiva e dedicata alla promozione della pace e della dignità umana per tutti”. Eriko Hibi, direttrice dell’Ufficio di collegamento FAO in Giappone, ha spiegato, a sua volta che l’intelligenza artificiale è anche “un’opportunità cruciale per accelerare la trasformazione dei sistemi agroalimentari e raggiungere uno sviluppo sostenibile attraverso l’ottimizzazione delle pratiche agricole, il miglioramento dell’efficienza della catena di approvvigionamento e la responsabilizzazione dei piccoli agricoltori con innovazioni e approcci basati sui dati”.

La firma della Rome Call

La firma della Rome Call da parte dei leader delle religioni mondiali, domani, si svolgerà dopo la testimonianza di un sopravvissuto alla bomba atomica. I partecipanti si recheranno a piedi al Parco della Memoria, visiteranno il cenotafio e deporranno corone di fiori in memoria delle vittime; proseguiranno quindi verso il luogo della cerimonia, passando per la Luce della Pace e la Statua dei Bambini della Bomba Atomica. Un intermezzo musicale, proposto dal quartetto di flauti della “Elisabeth University of Music” di Hiroshima, introdurrà, infine, la cerimonia della firma della Rome Call, nella quale un membro di ciascuna delle religioni mondiali coinvolte farà una breve dichiarazione.

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