Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Mentre la crisi umanitaria in Afghanistan assume proporzioni sempre più drammatiche e le cancellerie del mondo sono al lavoro per mitigare il caos nel Paese, si svolge oggi, venerdì 20 agosto, la riunione straordinaria virtuale dei ministri degli Esteri della Nato. L’appuntamento è stato convocato dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che lo ha annunciato via Twitter affermando di volere questo incontro “per continuare lo stretto coordinamento e la discussione sull’approccio comune per l’Afghanistan”.
Il G7: garantire il passaggio sicuro di cittadini afghani e stranieri
Si è concluso intanto il G7 dei ministri degli Esteri, i quali, in un comunicato diffuso dalla presidenza britannica del summit, si sono rivolti direttamente ai talebani chiedendo loro di “assicurare che l’Afghanistan non diventi un rifugio per minacce terroristiche alla sicurezza internazionale”. “I talebani devono garantire la sicurezza di chi intende lasciare l’Afghanistan dopo la loro presa di Kabul”, si legge ancora nella nota dei ministri che si impegnano a lavorare con altri “partner” internazionali per sostenere “una soluzione politica inclusiva” per il futuro del Paese, invocando la fine delle violenze e il rispetto dei diritti umani, inclusi quelli “delle donne, dei bambini, delle minoranze”.
Dal G7 anche l’assicurazione di star facendo tutto il possibile per evacuare le persone vulnerabili dall’aeroporto di Kabul: i talebani devono “garantire il passaggio sicuro ai cittadini stranieri e afghani che vogliono partire”, affermano i partecipanti al summit, che informano di aver “discusso dell’importanza di una stretta ed efficace cooperazione tra loro per consentire l’evacuazione”.
Proseguono le operazioni di evacuazione
E non si fermano infatti i voli di trasporto dei cittadini afghani fuori da Kabul. Jet armati americani stanno sorvolando la capitale per garantire la sicurezza delle operazioni di evacuazione dall’aeroporto, controllato dai soldati Usa.
Alle 00.50 di oggi sono atterrati in Italia, come previsto, intorno 194 afghani all’aeroporto di Roma Fiumicino a bordo di un velivolo dell’Aeronautica militare. Erano stati evacuati la scorsa notte da Kabul. Sono oltre 18mila, secondo fonti Nato, le persone evacuate finora dalla presa di potere dei talebani di Kabul. Quello della scorsa notte in Italia è il quarto volo arrivato nell’ambito del ponte aereo predisposto dalla Difesa. Il ministro Lorenzo Guerini aveva ringraziato per lo “straordinario lavoro” delle forze armate italiane che stanno conducendo la complessa e delicata operazione “Aquila Omnia” attraverso la realizzazione di un ponte aereo umanitario. Guerini aveva ricordato inoltre che la Difesa in soli quattro giorni è riuscita a evacuare già 600 afghani; un lavoro svolto in collaborazione con il Ministero degli Esteri e degli Interni.
Solidarietà da tutto il mondo per i profughi
In tutto il mondo emerge intanto un grande moto di solidarietà verso le persone in fuga, pur nei rischi e nelle difficoltà che questo comporta. L’Irlanda si è detta pronta ad accogliere 150 profughi afghani, tramite l’ambasciatore irlandese all’Onu che, intervenendo al Consiglio di sicurezza sulla crisi, ha chiesto che venga garantito un accesso sicuro degli aiuti umanitari alla popolazione. E non ha mancato di far sentire la sua voce anche Pax Christi che, rivolgendosi alla comunità internazionale, in particolare agli Stati Uniti, alle Nazioni Unite e agli altri organismi multilaterali, ha fatto appello perché venga garantita “la protezione dei diritti umani e provvedere all’evacuazione sicura delle popolazioni afghane vulnerabili e al rilascio di visti ovunque, anche in Europa e negli Stati Uniti”. È inoltre necessario, ha affermato l’organismo, fornire “aiuti immediati” ai Paesi vicini che ospiteranno i rifugiati, incrementare l’assistenza umanitaria in Afghanistan, garantire la partecipazione delle organizzazioni della società civile afghana alle decisioni sugli aiuti umanitari e sul reinsediamento dei rifugiati.
Caritas Pakistan in prima linea
In prima linea per l’accoglienza c’è la Caritas del vicino Pakistan che si sta preparando a fornire assistenza umanitaria ai profughi. Più di 200 famiglie sono già arrivate nell’area metropolitana di Quetta, nella provincia del Belucistan, come conferma all’agenzia Ucanews il direttore esecutivo di Caritas Pakistan, Amjad Gulzar. L’organizzazione caritativa ha già allertato le sue unità alle frontiere con l’Afghanistan dove si attende un flusso massiccio di persone. L’aeroporto Hamid Karzai di Kabul continua infatti ad essere affollato di gente disperata che tenta di uscire dal Paese. Dai terminal sono giunti nelle scorse ore filmati di donne che tentano di lanciare i bambini oltre il filo spinato, urlando ai soldati di venire a prenderli. Scene di dolore presto divenute virali sui social network.