Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
La via politica resta l’unico modo che può portare “alla stabilità e allo sviluppo in Afghanistan”. È quanto sottolinea, in una nota, il Dipartimento di Stato americano precisando che l’inviato degli Stati Uniti per l’Afghanistan si sta recando a Doha, in Qatar, con l’obiettivo di fare in modo che i talebani fermino la loro offensiva militare e accettino di negoziare un accordo politico.
“L’intensificazione dell’offensiva militare dei talebani, che sta causando vittime civili da entrambe le parti e presunte violazioni dei diritti umani, è molto preoccupante”. “L’emissario Zalmay Khalilzad – si aggiunge nella nota del Dipartimento di Stato americano – sarà a Doha per aiutare a mettere in atto una risposta internazionale congiunta al rapido deterioramento della situazione in Afghanistan”.
Allarme dell’Unicef
Sul terreno, intanto, i talebani stanno riconquistando il controllo dell’Afghanistan ad una velocità superiore al previsto. Il Pentagono ha ammesso che le cose “non stanno andando nella giusta direzione”. I talebani, che hanno lanciato un’offensiva su vasta scala in coincidenza con il completamento del ritiro delle truppe straniere, controllano cinque dei nove capoluoghi nel nord del Paese. Scontri si registrano anche in altre zone dell’Afghanistan. Almeno 27 bambini, denuncia l’Unicef, sono stati uccisi nelle ultime 72 ore durante l’avanzata dei talebani in tre province del sud e dell’est del Paese. Il bilancio delle vittime si aggrava di ora in ora. Solo a luglio, rende noto l’Onu, “più di mille persone sono rimaste uccise o ferite” in “attacchi indiscriminati contro i civili” nelle province di Herat, Helmand e Kandahar.