Afghanistan: i talebani annunciano il nuovo governo

Vatican News

Michele Raviart – Città del Vaticano

Consigliere politico del mullah Omar, governatore di Kandahar, Ministro degli Esteri nel primo governo talebano dal 1996 e 2001 e considerato uno dei responsabili della distruzione dei Buddha giganti di Bamiyan, il mullah Mohammed Hassan Akhund sarà il nuovo primo ministro del nuovo governo provvisorio dell’Afghanistan, annunciato ieri dal portavoce degli islamisti che nelle scorse settimane hanno preso il potere rovesciando il governo lasciato solo dalle truppe occidentali in ritiro dopo vent’anni di guerra e di occupazione.

Terroristi per la comunità internazionale

Un esecutivo composto in larga parte da uomini di etnia pashtun vicini al gruppo storico dei talebani e in cui il premier non è l’unico a essere iscritto nella lista dei terroristi di Nazioni Unite, Stati Uniti e Regno Unito. Tra questi spicca il ministro degli interni Sirajuddin Haqqani, leader della rete che porta il nome della sua famiglia e da sempre considerata il gruppo di contatto tra talebani e Al-Qaeda, su cui pende una taglia da 10 milioni di dollari per la responsabilità di un attentato kamikaze a Kabul nel 2008.

Baradar sarà vicepremier

Abdul Ghani Baradar. considerato il leader dei talebani, tra gli artefici della vittoria militare del 1996 e liberato dalla prigionia per condurre i negoziati con gli Stati Uniti a Doha, sarà vicepremier di un governo in cui fanno parte anche il figlio del fondatore Omar, Mohammad Yaqoob, alla Difesa e in cui il mullah Haibatullah Akhundzada, noto nella galassia jihadista sin dai tempi in cui al-Zawahiri era leader di Al-Qaeda, svolgerà le funzioni di emiro e di guida spirituale.

Le preoccupazioni di Onu e Stati Uniti

“Vogliamo buoni rapporti con tutti i Paesi”, ha affermato il portavoce Zabihullah Mijadid, ma le Nazioni Unite vorrebbero dal nuovo esecutivo degli “impegni scritti”, soprattutto per quanto riguarda la ripresa degli aiuti alla popolazione e alla protezione del personale umanitario. Preoccupati per la scelta dei nuovi membri del governo e per l’assenza di donne anche gli Stati Uniti: “Giudicheremo i talebano dalle loro azioni, non dalle parole”, scrive il dipartimento di Stato.

Due morti a Herat nelle proteste

Intanto non mancano nel Paese manifestazioni contro i talebani. Due i morti ed otto i feriti ad Herat mentre una folla è stata dispersa a Kabul, in quelle che sono state definite “manifestazioni illegali”. Appello alla comunità internazionale da parte del Fronte di resistenza del Panshir, che parla di attacchi deliberati su larga scala contro i civili nella valle recentemente riconquistata dagli islamisti.