Ad Assisi il Cortile di Francesco, la fraternità per “essere in regola”

Vatican News

Torna a settembre, nella città del Poverello, l’evento culturale, giunto alla nona edizione, incentrato sugli 800 anni dall’approvazione della Regola francescana. Fa Giulio Cesareo: obiettivo dell’incontro è quello di sdoganare il tema della fraternità dalle sacrestie e constatare come essa sia un modo di fare cultura

Adriana Masotti – Città del Vaticano

Nato come versione francescana del “Cortile dei Gentili”, promosso dall’allora Pontificio Consiglio della Cultura come occasione di dialogo tra credenti e non credenti, il “Cortile di Francesco” si è configurato negli anni sempre più come uno spazio di accoglienza di intellettuali e persone comuni, esperti e artisti, rappresentanti ecclesiali e imprenditori, persone di scienza e giornalisti. Quest’anno, per la sua nona edizione, l’evento si terrà dal 14 al 16 settembre ad Assisi e avrà per titolo “Essere in regola, inserendosi pienamente nel quadro dell’ottavo centenario dell’approvazione della Regola di san Francesco, conservata nell’omonima Basilica, da parte di Papa Onorio III. In un comunicato diffuso dalla sala stampa del Sacro Convento si spiega che il tema “offre l’occasione per riflettere sulle regole per la vita bella e buona che tutti aneliamo a livello individuale e sociale, sono la conditio sine qua non dello sviluppo autentico della socialità dal punto di vista del bene comune, della pace e della solidarietà”.

Numerosi gli ospiti del “Cortile di Francesco”

Molti gli spunti di approfondimento offerti dall’argomento dal punto di vista politico, scientifico e religioso, come pure estetico e filosofico, psicologico ed educativo, ecologico ed economico che verranno affrontati ad Assisi dalle personalità che saranno presenti tra cui la storica ed esperta di francescanesimo Maria Pia Alberzoni, il direttore di Civiltà cattolica Antonio Spadaro, l’economista Stefano Zamagni, il giornalista Paolo Borrometi, la professoressa Maria Falcone, il biologo Stefano Mancuso. Oltre ai tradizionali incontri, conferenze e tavole rotonde, in programma nel “Cortile di Francesco” visite guidate alla Basilica, alla biblioteca e all’archivio storico del Sacro Convento, attività tematiche per i più piccoli a cui è dedicato il “Cortile dei bambini”, e poi spettacoli serali.

Per san Francesco la regola era il Vangelo

Parlare di regole oggi è davvero una sfida, vista l’innegabile allergia più o meno sentita dalla società attuale nei confronti di tutto ciò che pare un ostacolo e un limite, ma “ci viene in aiuto proprio san Francesco”, dice ai media vaticani fra Giulio Cesareo, direttore dell’Ufficio comunicazione del Sacro Convento. “Francesco – spiega – apre la sua Regola dicendo che la regola e la vita dei frati è il Vangelo. Ma Il Vangelo di per sé è una buona notizia e uno non se l’aspetta come una regola. Allora questo ci ha fatto pensare che forse possiamo guardare alle regole da un’altra prospettiva, che è quella degli argini del fiume che permettono al fiume di arrivare a destinazione senza fare danni senza allagare i campi, ad esempio. Insomma vedere le regole per una vita buona”.

La fraternità come cultura e vita sociale

Riguardo ai tanti ospiti che parteciperanno al “Cortile di Francesco”, fra Cesareo precisa che qualche nome è stato annunciato e altri saranno resi noti solo più avanti. Tra i temi: la legalità, l’ecologia, l’economia – quella che non uccide e non sfrutta – i cambiamenti climatici. Penso saranno “giorni impegnativi – sottolinea fra Cesareo –  spero soprattutto che sarà arricchente perché noi crediamo che la vera eredità di san Francesco sia la fraternità e la fraternità non è soltanto un sentimento, un sentire gli altri vicini, ma è un modo di vivere arricchendosi gli uni gli altri”. Obiettivo dell’evento e in particolare di questa nona edizione, afferma ancora il religioso, “è quello di sdoganare, se così possiamo dire, il tema della fraternità dalle sacrestie, di non affrontarlo soltanto come un aspetto spirituale e individuale della persona nei confronti degli altri, ma di vedere che la fraternità è proprio un modo di fare cultura, di vivere in società, ma è anche un contenuto della cultura. E questo contenuto è il  fatto che insieme ci edifichiamo e ci facciamo del bene, se abbiamo uno stile di vita rispettoso e ognuno dà agli altri il meglio di sé”. E penso, conclude,  “che questo sia un bel contributo di Francesco per questa nostra società in cui a volte si fa tanta fatica ad apprezzarsi e a collaborare”. Fra Cesareo fa notare che in tutto questo i francescani di Assisi si sentono molto incoraggiati da Papa Francesco e ricorda che proprio ad Assisi ha firmato l’enciclica Fratelli tutti sull’amicizia sociale, “lo sentiamo anche come una missione per noi che ci spinge a continuare su questa sua intuizione”. 

Le regole proteggono e favoriscono la fraternità

E tornando al tema “Essere in regola”, fraternità e regole non si oppongono, anzi “perchè – sostiene ancora fra Cesareo – le regole sono questo modo condiviso di vedere la vita e di costruirla insieme”. “Le regole – conclude – non sono qualcosa di astratto, ma sono un modo di avere cura gli uni degli altri e di far fiorire la nostra vita nelle relazioni. Quindi non sono un ostacolo alla fraternità, al contrario sono proprio uno degli elementi che la proteggono e che la favoriscono”.

Ascolta l’intervista a fra Giulio Cesareo